Passarono due ore ed ormai ci si riusciva a specchiare sul ponte da quanto era pulito. Romano esausto stava riprendendo fiato seduto su uno dei tanto barili sopra la poppa, "Finito pivellino?" chiese Charlotte avvicinandosi al castano "E a te che te frega bastarda?", la ragazza si spostò una ciocca di capelli dietro l'orecchio fingendosi offesa "Che modi di trattare una signorina, non conosci il galateo pivellino?" "Non me ne frega del galateo, non seguivo mai le lezioni" "E dove andavi?", chiese incuriosita Charlotte "Uscivo, i miei sono abituati alla mia assenza, sopratutto dopo dei litigi. Mi assento anche una settimana, ti sorprenderesti se ti dicessi che ho viaggiato più di mio padre" "E dove dormivi?" "Mi ospitavano dei miei amici, oppure alloggiato nelle taverne" "Dove sei stato?" "Ho visitato: il Regno di Napoli, il Ducato di Milano e di Savoia, la repubblica di Siena e di Firenze e Roma, il Gran Ducato di Lituania e il Regno di Polonia", la ragazza rimase a bocca aperta dopo aver ascoltato il ragazzo, "Wow..sono" "Molti? Si lo so..." "E..i i tuoi non ti hanno detto nulla delle tue assenze?" "No...dopotutto, sono la pecora nera della famiglia: ai miei famigliari e a mio padre non importo, importo solo mia madre e i miei fratelli, solo loro si preoccupano per me".
I due iniziarono a parlare del più e del meno e Charlotte decise di raccontare la propria storia, dato che ormai lei sapeva quasi tutto di Romano. "Sono figlia di una fantastica donna francese Fleur, e un magnifico uomo italiano Lodrigo. Purtroppo mia madre morì di tubercolosi quando avevo solo sette anni, e dopo la sua morte mio padre iniziò a deprimersi, a bere tentando di dimenticare, ma invano. Iniziò ad insultarmi ed allungarmi le mani addosso. Stanca di ciò a soli quindici anni feci come te, dopo una litigata con mio padre me ne andai di casa. Decisi di diventare una piratessa solitaria, una donna forte che non si sarebbe sottomessa a nessuno; ma dopo una tempesta la mia piccola nave fu distrutta e se non fossi stata accolta dal capitano Fernández Carriedo e la sua ciurma ora non sarei viva", Romano l'ascoltò senza interromperla "Mi spiace" sussurrò vedendola. "Allora il nostro piccolo italiano è dolce!" esclamò il francese poggiando il braccio sulla spalla del ragazzo che irritato glielo scostò "Togliti frocio" "Ohnohnohn moccioso sta calmo prima che perdi la pazienza" gli consigliò Francis cacciandogli un'occhiataccia "Francis è buono fino un punto, se perde la pazienza ti uccide", "Chiss" Romano non fini la frase che si ritrovo il pavimento a un centimetro dagli occhi "O..Ok ti credo, s..scusami..ma non ti scuso perché ho paura!". Francis lasciò il ragazzo ridendo "Si si come dici Romanito giusto?" "Non mi puoi chiamare in quel modo!" "Chi ti può chiamare in quel modo allora moccioso?" "E..Eh?! Ness" "Ovviamente solo io" Antonio prese il ragazzo per il polso portandolo con se sopra la poppa."Allora Romanito come ti trovi nella mia nave?" chiese sorridendo il capitano rivolgendogli una dolce occhiata, "Meglio di come mi trovassi a casa mia, come ti ho detto, lì importo solo ai miei fratelli e a mia madre, gli altri parenti mi vedono solo come la pecora nera della famiglia. Qui..tutti mi esprimono il loro affetto, in modo strano, ma ci tengono a me, anche se mi conoscono appena", Antonio rimase ad ascoltare incuriosito dalle parole del minore "V..Veramente?" "Si bastardo". "Ma quanto sei dolce moccioso!" esultò Charlotte saltando addosso a Romano, "Oui oui mon amour ha ragione. Penso che il piccolo italiano sarà un nuovo membro del nostro equipaggio.." iniziò il francese sorridendo e facendo continuare l'albino "Che dice il capitano?" concluse chiedendo mentre accarezzava il piccolo pulcino sulla sua spalla, "Il capitano dice che il qui presente Romano Lovino Vargas è il nuovo mozzo dell'equipaggio del capitan Fernández Carriedo!", la ciurma esultò contenta, dopotutto un nuovo membro dell'equipaggio era un nuovo membro della loro grande famiglia, che si sosteneva ed aiutavano in ogni momento.
Passò ormai un mese da quando Romano era fuggito di casa per salpare in mare e per poi essere catturato; Lorenzo aveva informato subito la famiglia Vargas del fatto e la caccia alla ciurma dello spagnolo ebbe inizio, alzando così le taglie della stessa.
Laura, Romeo e Feliciano erano afflitti dallo spiacevole accaduto, e preoccupati per il proprio figlio/fratello. L'unico a cui sembrava non importare del destino del primogenito fra Laura e Paolo era quest'ultimo.
Una sera Paolo si sedette sulla propria poltrona rivestita di velluto davanti al fuoco, fra le mani girava una lettera arrivata pochi giorni prima dal regno di Sicilia, "No, mi sono sbagliato sul tuo conto Romano, sei solo una delusione.." iniziò a pensare ad alta voce leggendo la lettera, "Quell'ingrato moccioso, gli darò una di quelle punizioni che si sognerà di viaggiare per il resto della sua vita!" tuonò l'uomo per poi finire il proprio tè. Laura, che aveva origliato il marito, non poté fare altro che sospirare, rassegnata dal comportamento del consorte si ritirò nella propria camera. Paolo non era cattivo solo dimostrava l'affetto a modo suo, non c'era da stupirsi che Romano avesse ereditato il suo carattere.
Intanto Romeo e Feliciano discutevano della situazione, "Preso dai pirati non ci credo fratellone" "Romeo purtroppo dobbiamo accettarlo ma non gliela daremo vinta, Ve~" sorrise sicuro Feliciano sempre pieno della sua allegria che contagio subito Romeo, "Andiamo da Lucia e Marco, forse loro sapranno qualcosa" propose il minore aspettando il consenso del maggiore per poi correre...anzi sgattaiolare fuori casa. I due veneziani saliti sulla gondola del fratello attraversarono il piccolo canale che risbucava davanti ad una stradina, legata la gondola a una banchina corsero per le vie della città arrivando davanti ad una porta.
Entrarono senza bussare chiudendosi la porta alle spalle, imboccarono subito dopo un corridoio che finiva in una rampa di scale, finite quelle arrivarono in uno scantinato. "È permesso?" chiese il maggiore dei due sorridendo, "Oh Feliciano sei tu, vedo anche Romeo, come va ragazzi?" una giovane donna sui venti anni li salutò poggiando una cassa sopra un'altra, "Bene Lucia, lei? Ve~" richiese a sua volta Feliciano "Io bene, a cosa devo questa visita?" "Lei ha tutti i registri delle navi che sbarcano ed attraccano?" "Si penso che si trovi qui, da qualche parte aspettate e ve li porto" la donna con far gentile entro dentro un'altra stanza da dove usci una pila di libri impolverati.
Dopo aver tolto la polvere e averli frugati Lucia poggiò un grande registro sul tavolo "Qui ci sono tutti i marinai che sbarcano o attraggono, ma non capisco a cosa vi serva" spiegò la donna un po confusa, "Il fatto di nostro fratello, ormai tutta Venezia non parla d'altro. Volevamo capire quando è partito il galeone del pirata Fernández Carriedo" dopo la spiegazione di Romeo la donna rispondendo con un dolce sorriso l'aiuto, iniziando a cercare tale cognome.
"Fernández Carriedo, Fernández Carriedo, eccolo! Il suo galeone La Preciosa è partita da Barcellona il venti aprile millequattrocentonovantanove e l'ultimo sbarco risale al ventinove giugno a Catania" lesse seria ai due che si appuntarono tutto, "Secondo te un ultimo sbarco ci può essere?" "Forse. Ho sentito in giro che sbarcheranno a Barcellona per prendere delle provviste, si dice che il capitano voglia andare nelle Americhe" "Quindi non c'è possibilità che Romano torni qui" chinò il capo rassegnato Romeo. "Non ci arrenderemo porteremo indietro Romano sia l'ultima cosa che faremo. Siamo dei Vargas e i Vargas non si dividono, Ve~" a quelle parole sul volto di Romeo comparì un fantastico felice sorriso "Hai ragione fratellone. Andiamo a dirlo a papà?" Feliciano dopo aver esitato un minuto annui, i due uscirono salutato la commessa e corsero via rientrando a casa sempre nascosti dal favore delle tenebre e della notte.
"Papà andrà li ne sono sicuro" borbottò Feliciano rivolgendosi a Romeo, "Vedrai che non farà imprese insensate..fidati" "Vero che vado a pensare" i due scoppiarono in una risata arrivando davanti alla propria abitazione.
I due fratelli sgattaiolarono dentro lo studio del padre avvicinandosi all'uomo addormentato sua propria poltrona, "Padre...padre" lo chiamò Feliciano scuotendolo piano "Mmmhh...ancora un'altro pó Laura..ancora i tre bambini dormono" mugolò l'uomo cacciando con la mano inconsapevolmente il figlio che rise sotto i baffi, "Sono Feliciano papà", Paolo aprì gli occhi mettendo a fuoco la figure dei figli "Feliciano, Romeo siete voi," l'uomo sbadiglio alzandosi dalla poltrona ed attizzando il fuoco per renderlo più vivo. "Che ci fate ancora svegli dovreste dormire" i due dopo essersi scambiati un'occhiata annuirono e riferirono al padre quanto saputo prima.
"Allora è deciso, faró una capatina a Barcellona..." l'uomo entrò nella propria camera, si spoglio e dopo indossato il pigiama si infilò sotto le coperte stringendo la moglie ormai assopita "...Oppure li attireremo qui".
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Mi sono innamorato di quel pirata
FanfictionPaolo Vargas è il capofamiglia di una delle famiglie mercantili più famose e ricche di tutta la Repubblica di Venezia, è sposato con sua moglie Laura ed è padre di tre figli: Romano Lovino, Feliciano Veneziano e Romeo Valentino; il loro commercio s...