IV.

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Melissa's pov.
Quando ripresi conoscenza, ero legata ad una sedia da una corda che mi stringeva fortemente i polsi.
"Oh, finalmente."
Sentii una voce sussurrare. Una voce maschile.
Solo quando alzai lo sguardo identificai la persona che era davanti a me e che mi aveva legato in quel modo.
Spalancai gli occhi. Non era possibile.
"Dio, sembrava non ti svegliassi più."
Ero cosi spaventata che iniziai ad urlare con tutta la voce che avevo in corpo, ma pochi secondi dopo il ragazzo mi coprì la bocca con una mano, facendomi spaventare ancora di più.
"Sta zitta." Disse urlando anche lui, levando poi la sua mano dal mio viso.
Alzai un sopracciglio, quasi confusa.
"Mi spieghi perché io dovrei stare zitta mentre tu urli come un pazzo?" Quasi mi venne da ridere.
"Avevo detto che dovevi stare zitta, vuoi che te lo faccia capire in un altro modo?"
Scossi semplicemente la testa, abbassando poi lo sguardo.
"Che.. che cosa vuoi da me?"
Alzai lentamente il volto, incrociando i miei occhi nei suoi. Me li aspettavo cupi, scuri, come la persona che era interiormente, ma invece il loro colore era di un caramello abbastanza chiaro.
"Dovresti già saperlo." Iniziò a parlare.
"Due settimane fa, al parco. Ti ricorda qualcosa?"
Non era una stupida allucinazione. Lo sapevo.
"Non so di cosa stai parlando. Non ti ho mai visto prima d'ora." Deglutii. Ero così pessima a mentire.
In una frazione di secondo, il suo volto era a pochi centimetri dal mio, che non faceva altro che tremare come il resto del corpo. Trovai abbastanza coraggio per guardarlo negli occhi, ormai diventati rossi come il sangue.
"Riformulo la domanda." Sussurra con tono più che serio.
"Due settimane fa, al parco, mi hai visto. Non è cosi?"
"Si. Cioè no. Insomma si. Ti ho visto. Okay. Ma non ho detto nulla a nessuno, se è questo quello che vuoi sapere." Probabilmente non aveva capito nulla di quello che avevo appena detto perché l'unica cosa che riuscivo a fare era balbettare.
"Come posso crederti, ragazzina?"
"Ragazzina?" Alzai entrambe le sopracciglia, quasi sorpresa.
"Non provare più a dirmi una cosa del genere, nemmeno mi conosci."
"Cosa mi fai, se no?" Ridacchiò.
"Mi stai sfidando?" Dissi, mentre cercavo di sciogliere la corda che mi legava i polsi dietro la schiena.
"Non sfido delle ragazzine." Sorrise amaramente, come se si stesse prendendo gioco di me. Senza il come.
Dentro di me stavo quasi impazzendo dalla rabbia, come si era permesso di dirmi una cosa del genere?
"Invece di stare lì impalato a prendermi per il culo, potresti slegarmi? Questa corda sta iniziando a farmi male ai polsi."  Dimenai le braccia, ma il nodo della fune si fece più stretto. Se avessi avuto le mani libere mi sarei data uno schiaffo sulla fronte per quanto ero stata stupida.
"Devo sapere qualcos'altro. Tua padre fa parte del corpo di polizia della città, non è cosi?"
Mi limitai ad annuire.
"Ha fatto delle indagini. Cosa ha scoperto per ora?"
Ci pensai su per qualche secondo, per poi rispondergli.
"Ancora nulla, dato che la polizia non ha trovato nessuna traccia sul cadavere. Sei stato furbo. Non so come tu abbia fatto ad eliminare le prove, ma sei stato furbo."
"Un giorno, forse, ti svelerò tutti i miei segreti."
Scossi la testa, guardandolo. I suoi occhi erano ritornati alla normalità, era un segno positivo. Almeno non avrebbe succhiato il mio sangue sino alla morte.
Indicai con lo sguardo la corda che mi faceva sempre più male, e il ragazzo non esitò ad alzarsi e a slegarla totalmente.
Grazie al cielo. I miei polsi erano diventati quasi viola.
Mi alzai di scatto, allontanandomi dal ragazzo.
"Adesso vattene via, o chiamo la polizia."

****************
Justin's pov.
Risi. Risi mentre guardavo la ragazza allontanarsi sempre di più da me, intimorita.
"Ormai sono qui, perché dovrei andare via?"
Dissi mentre lentamente camminavo verso di lei.
"Non provare a sfiorarmi, assassino."
"Assassino? Non sono un assassino. Sono un.. vampiro che succhia il sangue della gente sino a farle morire."
Alzai entrambe le spalle, avvicinandomi sempre di più, mentre sentivo i miei occhi iniettarsi di sangue sempre di più.
"Ti ho detto tutto ciò che volevi sapere, che cosa vuoi adesso?"
Mi sentivo quasi in colpa, tremava come una foglia ed era talmente pallida che sembrava stesse per svenire dalla paura.
Iniziai a rincorrerla, ed essendo nettamente più veloce di lei, feci in tempo a bloccarle entrambe le braccia dietro la schiena facendola sbattere contro il muro.
"Ho.. un po' di fame."
Sorrisi, mostrandole i canini che erano spuntati all'interno della mia bocca.
Il mio corpo era fermo contro quello della ragazza, e mi accorsi così che il suo respiro era veloce, irregolare. Sentivo quasi il suo battito, rapido tanto quanto il suo fiato.
"Non.. non farmi del male. Ti.. ti prego."
Sussurrava lamentosa la ragazza, mentre cercava di liberarsi dalla mia presa dimenandosi in continuazione.
"Non ti farò male, sentirai solo un po' di fastidio." Risi.
Con una mano riuscii a spostargli la testa da un lato, mentre con l'altra continuavo a tenere immobili le sue braccia. Mi avvicinai lentamente al suo collo, sentivo ormai perfettamente l'odore del suo sangue. Ero così affamato. Iniziai a sfregare lentamente le punte dei miei canini sul docile collo della ragazza, provocandole piccoli segni di graffi.
Solo quando alzai lo sguardo, notando il tatuaggio che aveva sotto l'orecchio, mi allontanai di scatto.
No. Non era possibile. Non poteva essere lei.

midnight shadows ✦ jarianaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora