7 Smarriti e ritrovati

97 5 0
                                    

Poco dopo il tramonto, indossai la mia felpa preferita di Emily la strana e riposi il
telecomando della porta del garage di Henry al sicuro all'interno della tasca del
marsupio. Corsi verso il Maniero, salii gli scalini di cemento rotti fino alla porta
d’ingresso e bussai con ansia usando il battente a forma di serpente.
Harry aprì la porta. Mi accolse il mio bellissimo ragazzo, in piedi davanti a me con indosso una maglietta da bowling bianca e nera e jeans neri con appese catene d'argento,
e con un sorriso che avrebbe potuto sciogliere qualunque ragazzo goth di sedici anni
ossessionato dai vampiri. Prima ancora di dargli la possibilità di dire ciao, mi lasciai
scappare: "Ho una notizia importante. Ho trovato le bare!"
"Grandioso! Dove?"
"Ti faccio vedere", dissi; gli presi la mano e lo condussi fuori dal Maniero verso la
Mercedes.
Harry mi accompagnò in macchina fino al limite del bosco di Oakley, e lì uscimmo
dalla macchina. "Il carro funebre di Jagger era proprio qui," dissi, indicando un mucchio
di trucioli di legno.
Seguimmo le tracce fresche di pneumatici che conducevano fuori dal bosco, e che si
trasformarono in impronte di fango che correvano lungo la strada.
"Devono essersi allontanati con il carro funebre. Se facciamo in fretta, riusciremo a
portar via le bare".
Harry parcheggiò la Mercedes davanti alla casa di Henry e ci intrufolammo
attraverso il cortile.
"Eccola," dissi con orgoglio, indicando la casa sull'albero.
Harry e io controllammo che non ci fosse alcun indizio che Jagger e Luna erano
ancora dentro. Attraverso le tende bianche alle finestre non scorgemmo nessun
movimento né candele tremolanti.
"Questa è la carrucola che Henry ha usato per portare i suoi mobili sulla casa
sull'albero", sussurrai, tenendo la corda penzolante. "Deve averla utilizzata anche Jagger.
In questo modo noi tireremo giù le bare."
"Resta qui", disse Harry. "Se vedi qualcosa, non esitate a fuggire. So badare a me
stesso."
Mi guardai intorno. "Ma-"
Quando mi voltai, Harry se n’era già andato.
Ancora una volta Harry voleva proteggermi. Non lo sapeva che avremmo potuto
spostare le bare più velocemente se ci fossimo aiutati a vicenda? Cercai su tutto l'albero
e non trovai traccia di Luna o di Jagger.
In punta di piedi salii su per la scala ed entrai nella casa sull'albero.
"Che ci fai qui?" chiese Harry. "Pensavo che avessimo fatto un patto".
"E’ vero. Ma tu mi mancavi," dissi, dandogli un abbraccio veloce. "Inoltre, io sono stato
qui prima di te e posso farti da guida."
Harry scosse la testa, si avvicinò alla finestra, e guardò fuori.
"Non abbiamo molto tempo", disse. "Dove si nascondono? Nelle capsule Petri?"
"No, stupido." Tirai la tenda nera aprendola.
La stanza buia era diversa da quella che avevo visto poche ore prima: i coperchi delle
bare erano aperti!
Sbirciai nella bara di Luna. Aveva un consolatore ben fatto in raso rosa con un bordo di
pizzo nero, un cuscino rosa di eco-pelliccia, e uno spaventoso orsetto di peluche nero.
La incisioni su pietra tombale che io e Harry avevamo visto foderare il vecchio
ascensore nella fabbrica di biancheria erano ora attaccate alle pareti oblique della casa
sull'albero. I candelabri antichi e la coppa di peltro che Jagger aveva usato nel cimitero
di Dullsville durante il suo tentativo di celebrare la cerimonia di alleanza erano
appoggiate al pavimento. Una borsa da viaggio nera e uno zaino della Piccola Nancy
Nightmare erano infilati in un angolo. Accanto ad essi, c’era una scatola aperta
proveniente dal Club Coffin, colma di amuleti riempiti con il sangue dei mortali
frequentatori del club - l'unico modo per la coppia di sopravvivere senza attirare
l'attenzione o dover bere il sangue dei mortali di Dullsville. Poi notai un refrigeratore
color rosso sangue delle dimensioni adatte per una festa. Mi inginocchiai accanto ad
esso e toccai con le dita il bordo del coperchio di polistirolo bianco. Cosa tenevano al
fresco là dentro? Pacchetti o bottiglie di sangue? Organi espiantati? Una testa umana?
Presi un bel respiro e cominciai a sollevare il coperchio.
"Louis!" chiamò Harry.
Per poco non saltai fuori dalla mia pelle pallida per la paura.
"Ho bisogno che tu mi tenga la porta aperta," Harry sussurrò. "Devo farci passare le
bare".
"Lascia che ti aiuti," mi offrii.
"Lo farò io", disse, sempre galante. "Non voglio che tu ti faccia del male."
Harry iniziò a chiudere il coperchio della bara di Jagger, quando sentimmo delle
voci che venivano da fuori.
"Potrebbero essere Henry e Billy Boy", dissi. "Non possiamo lasciarli salire quassù."
"Tu resta qui. Io penserò a dirottarli altrove."
Mi nascosi nell'ombra e, curioso com’ero, cominciai a fare un'altra ispezione nel covo
dei due giovani vampiri. Un tavolino angolare di plastica era stato trasformato in un
banco per un makeup in stile goth. Osservai i trucchi di Luna disposti in modo ordinato:
ombretti rosa e nero, rossetti grigi e lucidalabbra color fango. Aprii una bottiglietta di
smalto per unghie di Cotton Candy.
"Allora, in che modo preferisci diventare un vampiro?"
Lasciai cadere lo smalto e velocemente mi voltai.
Jagger, con indosso una T-shirt bianca con scritto "Mordimi, sono della Transilvania" e
provato dalle fatiche dell’esercito oscuro, era in piedi davanti a me.
"Che ci fai qui?" chiesi.
"Non dovrei chiederlo io a te?" mi domandò. I suoi capelli bianchi gli ricadevano sul
viso.
"Stavo andando via-".
"Pensavo che saresti stato felice di vedermi. Dopo tutto, non hai trascorso questi ultimi
giorni a cercarmi?"
Feci un passo indietro e distolsi lo sguardo dai suoi occhi ipnotici uno blu e uno verde.
Non volevo tornare al cimitero di Dullsville con lui.
"Luna sosteneva di aver visto il tuo riflesso nella Sala degli Specchi alla Casa dei
Divertimenti", disse, camminando verso di me.
Mi fermai. Riuscivo a malapena a respirare. Guardai la finestra con le tende bianche,
progettando la mia fuga.
"Ma io ne sapevo di più", proseguì. "Potevi ingannare lei con quegli specchi da circo,
ma non me. Ho visto Harry morderti e trasformarti davanti ai miei occhi. Maledico
il giorno che non ti ho fatto mio per primo".
Cominciai a respirare di nuovo. Ma solo per un attimo mentre procedeva lentamente
verso di me.
"Non è Styles che soddisfa le tue esigenze più oscure?" Sussurrò. "Pensavo che avessi
avuto ciò che volevi."
"Infatti è così".
"Ma se fosse vero, non saresti qui adesso, non ti pare? Styles non è tagliato per quello
che desideri veramente, non è vero? Ecco perché stai cercando di trovare me".
Mi fermai. Feci un passo avanti per oltrepassarlo, ma lui mi afferrò una mano.
La sollevò. "Hai le vene dell’amore molto lunghe", disse, facendo scorrere le sue dita
lungo una sottile vena orizzontale blu, con le sue unghie dipinte di nero in netto
contrasto con la mia pelle bianca. "Guarda qui, come si divide? Come se tu stessi
percorrendo un sentiero con un solo amore, ma poi ne avessi scelto un altro."
"Una volta andavo pazza per Marilyn Manson. Ora io amo Harry," dissi
bruscamente.
Mi teneva la mano con forza. "Siamo uguali ora, tu e io."
"Uguali non lo siamo mai stati, né lo saremo mai," sostenni.
Jagger non sembrava convinto.
"Che ne dici se beviamo un drink insieme? Tu lo offri a me e io a te." chiese, sollevando
il mio polso verso la sua bocca. "Allora saremo più vicini che mai".
Subito, con uno strattone, allontanai il mio braccio da lui. "Harry spegne ogni mia
sete".
"E' tutto ciò che pensavi che sarebbe stato? Diventare un principe della notte?"
"Perché non lo chiedi a Luna".
Poi mi venne in mente una cosa: se Jagger era qui, dove era la sua gemella?
Mi misi a correre davanti a lui, fuori sul ponte della casa sull'albero, e guardai verso il
cortile. Harry stava cercando attorno al bordo della piscina.
A pochi metri dalla casa sull'albero, mi sembrò di vedere lunghi capelli bianchi che
spuntavano da dietro uno degli alberi.
Mi voltai, aspettandomi di trovare Jagger che sorrideva maliziosamente. Ma lui non era
più in piedi dietro di me.
Invece vidi Jagger e Luna guizzare da sotto casa sull'albero, attraverso il cortile, verso il
mio ragazzo ignaro.
"Harry!" chiamai.
Ero troppo lontano per raggiungere Harry prima di loro. E che cosa potevo fare
contro due veri vampiri, comunque? Come avrebbe potuto un mortale ragazzo goth
fermarli?
Poi mi RICORDAI di una cosa. "Harry! – copriti con un asciugamano! Ora!" gridai.
Si guardò confuso, ma afferrò un asciugamano piegato da una sdraio, si accovacciò, e si
avvolse in esso.
Mi alzai la felpa sopra testa e tirai i lacci in modo che fossero ben chiusi.
Afferrai il telecomando del garage dalla tasca e lo puntai verso la casa di Henry.
Presi un respiro profondo e premetti il dito sul bottone d'argento, più forte che potevo.
Le luci si accesero come in un’esplosione, illuminando l'intero cortile, compresi Jagger e Luna.
I due vampiri si fermarono sul posto come morti. L'improvviso scoppio di luce
abbagliante era per loro come kryptonite. Cercarono di proteggere i loro volti pallidi con le braccia sottili e bianche come per effetto della candeggina. Entrambi sibilarono e
fuggirono nel buio.
Volai giù dalla scala e corsi al bordo piscina. Senza fiato, raggiunsi finalmente
Harry, che stava ancora coperto su una sedia a sdraio.
Puntai di nuovo il telecomando del garage verso la casa, premetti il pulsante d'argento,
ed il cortile prima illuminato tornò nell’oscurità.
Ci volle un momento affinché i miei occhi si adattassero al buio. Riuscii a distinguere
Harry, con i capelli arruffati ed un asciugamano al suo fianco.
"Che prontezza d’ingegno", si complimentò, e mi dette un lungo bacio.
"Sarà meglio uscire di qui-," dissi io.
"Jagger sarà più determinato che mai a impossessarsi di Zayn ora che sa che abbiamo
trovato il suo nascondiglio. Non aspetteranno ancora per molto".

ᴠᴀᴍᴘɪʀɪ ɪɴ ᴄɪᴛᴛà. Larry Stylinson Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora