15 Una cena terribile

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Attesi con impazienza alla porta d'ingresso del Maniero mentre il sole calava
all'orizzonte. Tonalità del lilla, del lavanda, del fucsia e del rosa creavano pennellate
attraverso il cielo. Avrei voluto condividere tutto questo con Harry.
Ben presto sentii aprire le serrature del Maniero e vidi girare la maniglia di ferro della
porta. Mi accolse Harry, elegantemente vestito con una camicia di seta gessata a
righe grigie e nere, eleganti pantaloni neri e scarpe Gibsons d’argento fiammante.
"Sei meraviglioso," Mi complimentai, facendo un passo dentro casa. "Ho una notizia
importante!"
"Anch'io," disse Harry velocemente. Mi diede un dolce bacio sulla guancia e chiuse
la porta dietro di me.
Un delizioso profumo di bistecca alla griglia riempiva l’ingresso.
"Prima io," cominciai, eccitato.
Jameson uscì dalla cucina con un vassoio di patate rosse condite. Lo pose sulla tavola
della sala da pranzo, che era apparecchiata per quattro.
"Ciao, Louis," disse Jameson vivacemente, salutandomi. "Mi permetta di prendere la sua giacca".
Confuso, aprii a malincuore la mia felpa nera preferita di Emily the Strange.
"E’ tutto pronto," disse l’Uomo Spaventoso, prendendo la mia felpa e appendendola
nell’armadio in corridoio. "Tutto ciò che ci manca è l'ospite d'onore".
"Che succede?" chiesi. "Dobbiamo parlare-"
"Jameson ha invitato Ruby ad unirsi a noi per la cena."
"Noi?"
Harry annuì.
"Che bella sorpresa," dissi con uno smagliante sorriso di circostanza.
Normalmente sarei stato entusiasta di essere inviato ad una cena al Maniero con il maggiordomo spaventoso, e la favolosa Ruby White. Ma non avevamo
tempo per facezie e dolcetti quando dovevamo pensare ad un nuovo piano per sventare
le trame di Jagger e Luna.
"Voglio che sia tutto perfetto," disse Jameson, raddrizzando la tovaglia di pizzo nero.
"Ho pensato che sarebbe stato più facile se anche il signorino Louis fosse qui. Miss
Ruby potrebbe sentirsi più a suo agio al Maniero".
"Non voglio essere scortese," sussurrai ad Harry quando Jameson tornò in cucina.
"Lo so, è una sorpresa anche per me. Ho appena avuto il tempo sufficiente per portarti
queste", mi interruppe.
Harry prese un vaso di peltro con tre rose nere e me lo porse.
Mi sciolsi. Lo guardai nei suoi amorevoli occhi color mezzanotte. Per un attimo mi
dimenticai di eventuali altri vampiri tranne che del mio.
"Dobbiamo parlare", dissi. "Jagger è-"
Proprio in quel momento si sentì bussare alla porta del Maniero.
Jameson balzò fuori della cucina tenendo in mano un’ elegante orchidea bianca avvolta
in carta da regalo e si diresse verso la porta. "Ci penso io; voi due mettetevi comodi ..."
Non riuscivo a rilassarmi per niente. Il mio cuore batteva all'impazzata. La mia mente
era inquieta. Il mio stomaco era tutto sottosopra.
Jameson aprì la porta d’ingresso. Ruby entrò in casa, vestita con un paio di pantaloni
bianchi da sera plissettati, una giacca fatta su misura di cotone bianco con sotto un top di
lingerie, e scarpe scollate di Prada color crema. Stringeva in mano una borsa firmata
Coach e una bottiglia di vino bianco.
Gli occhi di Ruby si illuminarono quando vide Jameson che teneva in mano il fiore. Lei
ridacchiò nervosamente quando la strana coppia si scambiò l'orchidea e lo Chardonnay
invecchiato.
"Un’orchidea bianca!" esclamò. "Jameson, non avresti dovuto fare tanti sforzi per
trovarla", disse mentre la sua voce si scioglieva.
"Un fiore raro per qualcuno raro come te ...", si complimentò lo scarno maggiordomo.
Gli occhi di Ruby si illuminarono e lei gli diede un bacio sulla guancia. La carnagione
cadaverica di quell’uomo spaventoso si trasformò in un brillante rosso ciliegia.
"Ciao, Louis," disse, dandomi un abbraccio veloce. "Sono felice di riuscire a vederti di
nuovo così presto."
"Lo so, non è meraviglioso?" convenni con lei con una smorfia da Stregatto.
"Grazie, Harry, per avermi invitata a casa tua," continuò Ruby. "Ho sempre voluto
vedere il Maniero dall'interno".
"Jameson può farti fare un giro completo," accennò Harry, in modo che noi due
avessimo la possibilità di parlare.
"Dopo il dessert," disse Jameson.
"Ho lasciato sopra qualcosa, Louis -," cominciò.
"Dovrà aspettare," ordinò Jameson. "La cena è servita".
Io e Harry non avemmo altra scelta che seguire Ruby e Jameson in sala da pranzo.
Numerosi candelabri e portacandele d'argento illuminavano delicatamente la stanza buia,
rivelando un lungo tavolo di quercia coperto da una tovaglia di pizzo nero. Antiche
coppe di peltro cinesi e vecchi utensili d’argento erano disposti di fronte ad ogni sedia.
Bicchieri di cristallo erano riempiti d’acqua. Alcune ragnatele erano ancora appese agli
angoli del gigantesco soffitto. Le pesanti tende di velluto rosso sembrava che fossero
appese lì sin da quando la casa padronale fu costruita.
Ruby doveva essersi sentita come se stesse andando a cena con i Mostri.
Jameson si mise in piedi a capotavola e offrì una sedia d'epoca a Ruby, mentre
Harry estrasse la sedia adiacente per me.
Mi sarei potuto abituare a tutto questo. Mi sentivo come se fossi in un ristorante a cinque
stelle. Di solito, a casa, Billy Boy e io eravamo l’uno sull’altro a litigare per la sedia
accanto al televisore.
Harry si mise a sedere di fronte a me. Con il tavolo di quercia largo come quello di
Frankenstein ed un enorme centrotavola fiorito di colore bianco frapposti tra di noi,
adesso sarebbe stato impossibile sussurrargli a bassa voce le scoperte che avevo fatto.
Jameson stappò la bottiglia di Ruby e cominciò a riempirle la coppa. Riuscii a vedere
che gli tremavano le mani mentre cercava di non far cadere neppure una goccia di vino
sul suo abito bianco ultrachic perfettamente stirato.
Harry afferrò una bottiglia rossa da un carrello di servizio accanto a lui e si versò
del liquido rosso nel bicchiere.
Ruby fece cenno a Jameson di fermarsi nel versarle il vino. "Non sapevo che avresti
servito delle bistecche. Puoi conservare questa bottiglia per un'altra volta", si offrì lei.
"Berrò lo stesso vino che sta bevendo Harry."
Harry e Jameson si fermarono, guardandosi seri l’un l'altro.
"Uh ... Penso che preferiresti il tuo Chardonnay," suggerì Harry.
Jameson fece un sorriso a trentasei denti. "Harry sta facendo una rigorosa dieta a
base di vitamine. Quella è la sua bevanda speciale".
"E' come bere sangue," sussurrai alzando gli occhi al cielo.
Ruby corrugò la fronte. "Allora continuerò con quello che ho", disse Ruby.
Iniziammo a bere le nostre varie libagioni, mentre Jameson posava gentilmente delle
bistecche ben cotte di fronte a me e Ruby. Jameson quindi pose un piatto davanti ad
Harry - un filetto quasi raro tanto la carne grondava di succo rosso sangue.
Mentre io, Harry e Jameson iniziavamo a mangiare la nostra cena, Ruby guardava
attentamente Harry mentre mangiava la sua bistecca succosa come se stesse
osservando un giocoliere mangiafuoco.
"Questo è il modo in cui mangiano le bistecche in Romania", sussurrai.
"Sono stata in Romania", rispose lei tranquillamente. "Credo di aver visitato una regione
diversa."
Guardai Harry che mangiava in fretta. Jameson era così nervoso che toccò appena il
suo cibo. Ruby mangiava lentamente, assaporando la sua cena.
Facemmo un paio di chiacchiere insopportabili e ci complimentammo con il nostro chef per la cena.
Le candele tremolavano. Delle ombre danzavano per la stanza. Il vento ululava tra gli
alberi. Con noi quattro seduti attorno al tavolo, sentivo che da un momento all’altro ci
saremmo tenuti per mano ed avremmo fatto una seduta spiritica. Tutto ciò che mancava
era la tavola Ouija.
La cera gocciolava lentamente dai candelieri. Tic. Tic. Tic. Come il ticchettio di un
orologio a pendolo. Quella serata avrebbe potuto andare avanti all’infinito.
"Questo Maniero è molto ... storico," disse Ruby, cercando di trovare una parola gentile.
"Avete mica visto qualche fantasma?"
"Solo mia nonna", disse Harry.
Ruby si soffocò con il vino. "Scusa?"
"Questa casa apparteneva alla nonna di Harry," cercò di spiegare Jameson. "Ma non
abbiamo mai-"
"Così l’hai vista veramente?" chiese lei con ansia.
"Gira per i corridoi di notte," disse Harry a bassa voce. "In effetti ... ora è proprio
dietro di te!"
Io mi misi a ridere, ma Ruby balzò in piedi dalla sedia, come se avesse appena visto il
fantasma con i suoi occhi.
Harry e Jameson subito si alzarono dalle loro sedie.
"Non volevo spaventarti," si scusò Harry.
"Stai bene?" chiese Jameson, offrendole dell’acqua. "Ad Harry vengono in mente
queste strane idee ..."
Ruby era imbarazzata. "E’ solo che non sono abituata a trovarmi in una casa che è- "
"Infestata?" chiesi.
"Grande", mi corresse lei. "E buia; di solito tengo tutte le luci accese," disse con un
sorriso forzato.
"Possiamo accendere più candele," si offrì Harry.
"Per favore. Siediti, siediti. E non dire altro," disse lei.
Jameson tornò lentamente al suo posto e continuammo a mangiare la nostra cena.
"Allora, signorino Louis, non succede niente di insolito a scuola?" chiese lui, cercando
con cortesia di reindirizzare la conversazione.
"A parte il fatto che mi sono fatto viyva?"
I miei compagni di cena risero come se fossero riconoscenti di assistere ad un qualche
intermezzo comico.
"Beh, un ragazzo a scuola stava parlando di entrare di nascosto al cimitero."
"Il cimitero? Questo suona come qualcosa che faresti tu," disse Ruby con una risata.
"Non si tratta solo di entrarci di nascosto", dissi, e poi mi voltai verso Harry. "Lui
andrà lì per un appuntamento".
"E chi vorrebbe avere un appuntamento al cimitero?" chiese Ruby, inorridita.
Poi Ruby mi diede un’occhiataccia mentre i volti degli altri commensali, con il
presentimento di un’imminente catastrofe, si fecero scuri intorno a lei.
Guardavamo tutti altrove.
"Non io", sbottai.
"Non vorrei essere catturato morto," ammise Harry.
"Che cosa di pessimo gusto!" proclamò Jameson.
Ritornammo subito alla nostra cena.
"Signorino Louis, forse avrei dovuto chiedergli se ha discusso di qualcosa di consueto,"
disse Jameson nervosamente.
Risi con educazione. Ma avevo altre informazioni da condividere.
"Ti ho detto che lui ha intenzione di baciare la sua ragazza accanto ad una bara?" dissi
ad Harry.
Ruby si schiarì la gola.
"Altra acqua?" chiese Jameson, chiaramente preoccupato che stessimo sconvolgendo la
sua ospite d'onore.
"Sto bene," rispose lei.
Harry distolse lo sguardo dietro Ruby e cominciò a fissare il vuoto.
"Ora mi dirai che vedi un fantasma dietro di me?" chiese lei.
Harry scosse la testa. "E' peggio".
"Non cadrò di nuovo nei vostri trucchetti ", disse lei con un sorriso.
"Non ti muovere", disse Harry, mettendo il tovagliolo sul tavolo.
Ruby lentamente si voltò. Appeso alla tenda di velluto rosso proprio sopra di lei c’era un
pipistrello.
Non era nemmeno innervosita. "Scommetto che è fatto di gomma", disse, e si alzò.
Jameson gridò, "Signorina Ruby!"
I miei occhi uscirono dalle orbite. Harry si alzò.
"Ti faccio vedere", disse lei con sicurezza.
Proprio in quel momento Ruby raggiunse il pipistrello. Tutto in una volta, lui spalancò le
ali e prese il volo.
Ruby emise un urlo agghiacciante così forte che fui costreutta a coprirmi le orecchie.
Il pipistrello non contento volava per la stanza mentre Ruby si nascondeva dietro di me,
continuando a strillare.
"Ha gli occhi uno blu e uno verde?" chiesi mentre le facevo da scudo.
"Chi se ne frega del colore dei suoi occhi!" gridò lei.
Harry cercava di afferrare il pipistrello, ma lui non faceva altro che volare più in
alto.
"Sto per svenire!" gridò Ruby. "Sto per svenire davvero ".
Io e Jameson aiutammo Ruby tutta tremante ad uscire dalla sala da pranzo e ad entrare in
salotto.
"E' nei miei capelli?", chiese lei, ora che era seduta su una sedia verde in stile vittoriano.
"No," la rassicurai.
"Dove è andato?"
"E 'in un'altra stanza. Harry lo sta per catturarlo."
"Ce ne sono altri?", chiese, mentre si copriva la testa agitando le mani.
"No, vivono nella torre su in soffitta, lontano da questa stanza." Jameson cercò di
confortare la sua ospite con un bicchiere d'acqua. "Mi chiedo come sia arrivato qui".
"L’ho quasi toccato!", esclamò lei. "Ho quasi toccato un topo con le ali!"
Harry entrò nella stanza tenendo in mano un tovagliolo di lino appallottolato.
"E' del tutto innocuo, vedi?" disse Harry, aprendo ingenuamente il tovagliolo. Due
occhi neri guardarono verso di noi.
Ruby emise un altro urlo agghiacciante.
"Per favore, portalo via!" supplicò Jameson, sfinito.
"Aww, è carino," dissi io, mentre Harry andava in cucina a liberarlo.
"Credo che questo significhi che non rimarrai per il dessert," disse Jameson.
"Sono sazia, davvero," disse Ruby, ancora in stato di shock. "E poi, domani devo aprire
l'ufficio". Si alzò dalla sedia.
"Ho capito", rispose Jameson a testa bassa. Andò a prendere dal tavolo del corridoio la
borsa di Ruby ed il fiore e glieli porse.
"Grazie", disse in fretta. "L'orchidea è bella. La cena era deliziosa." Ancora scossa,
Ruby si diresse verso la porta.
"La serata non è andata come avevo previsto", confessò Jameson dispiaciuto,
seguendola. "Lei è abituata a cose più belle, signorina Ruby. Ho sbagliato a pensare
che-"
"Va tutto bene", disse lei a bassa voce. "Ho capito".
Sapevo che Jameson aveva invitato me ed Harry a cena per mettere Ruby più a suo
agio. Invece avevamo trascorso tutta la serata a parlare di cimiteri e di bare. Mi sentivo
orribile.
"Per favore, non prendertela con Jameson," la pregai. "È colpa mia se io e Harry
abbiamo parlato di cose raccapriccianti e ti abbiamo spaventata. Jameson è un perfetto gentiluomo."
"Non è colpa di nessuno", rassicurò lei. "Credo che eravamo tutti un po' nervosi."
"Allora che ne dici di una cena domani sera?" suggerii.
"Beh ...," Ruby cominciò esitante.
"In un luminoso, ristorante alla moda con musica allegra?" continuai io.
"Potrebbe essere bello", disse lei arrendevole.
"Solo voi due," dissi io.
"Solo noi due," concordò Jameson ardentemente.
"E nessun accenno a bare, fantasmi o pipistrelli volanti," aggiunsi.
"Beh ... è un appuntamento," Ruby concordò con un sorriso.
Jameson aprì la porta a Ruby. Si voltò verso di me, mi sorrise con i denti sottili e strizzò
l'occhio.
"D'ora in poi," lo sentii dire a Ruby, mentre camminava verso la sua macchina, "gli unici
pipistrelli che vedrai saranno solo quelli quando ti inviterò ad una partita di baseball".

ᴠᴀᴍᴘɪʀɪ ɪɴ ᴄɪᴛᴛà. Larry Stylinson Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora