[so che la foto è fake, ma ci sta]
+ questo capitolo è tutto per My_Crazy_Idol che aspettava questo momentoLuke's POV
«No! No! Non può essere!» urlai, portandomi le mani fra i capelli e tirandoli leggermente. Non potevo crederci. Trattenni il respiro e quando lo lasciai andare, crollai.
«Luke, amico mio. Luke...» percepii la voce di Calum, ma la sentivo lontana, come se avessi dei batuffoli di cotone ad otturarmi le orecchie.
Lacrime amare mi solcavano le guance mentre mi lasciai cadere sulle ginocchia accanto ad una delle sedie di plastica del corridoio. Quel dannatissimo corridoio dalle pareti bianche, dalle porte bianche e dalle sedie bianche. Bianco. Quel colore mi infastidiva. Mi confondeva. Mi metteva a disagio e quasi non mi permetteva di distinguere la realtà dall'immaginazione.
«Non può essere...» sussurrai, passandomi le mani sul volto bagnato dalle lacrime. «Non può morire. Tutto quello che c'è stato fra noi non può essere stato vano. No!» urlai ancora, e il mio amico si chinò accanto a me, dicendo parole che non riuscivo a capire. A stento distinsi la figura di un infermiere che ci passava accanto.
«Luke, non è morta. È ancora viva. È lì. Si sveglierà, te lo giuro.» Calum provava a consolarmi, ma sapevo che le sue parole erano finte. Lei non si sarebbe svegliata. Mi avrebbe lasciato lì, solo.
E io come avrei fatto senza di lei? Mi sarei svegliato vedendo solo metà cielo. Ci sarei stato con la mente, ma non abbastanza. Avrei camminato con una sola scarpa. Perché senza di lei avrei avuto solo mezzo cuore.
«Voglio vederla.» dissi deciso, rialzandomi. Il ragazzo moro mi aiutò a rimettermi in piedi.
«Non so se puoi. Vado a chiedere, okay? Tu aspettami qui e non ti muovere.» mi ordinò ma poi, vedendo la mia situazione, addolcì lo sguardo e si allontanò.
Lì in ospedale c'eravamo solo io e Calum. Ashton e Michael erano stati costretti ad andare ad un'intervista. Noi eravamo riusciti ad evitarla, per motivi personali, avevamo detto.
«Luke...» mi chiamò Calum, ma io non mi mossi. Non riuscivo ad avere il controllo sui miei muscoli. «Lukey...» riprovò e quel nome risvegliò in me dei ricordi e delle sensazioni.
«Non chiamarmi in quel modo, lo faceva lei.» gli spiegai a denti stretti e lui annuì, mormorando un flebile 'sì'.
«Comunque, mi hanno detto che puoi entrare, va bene?» mi chiese e questa volta fui io ad annuire. «Vieni, su.» si avvolse un mio braccio intorno alle spalle e mi sorresse fino alla porta della stanza di Ella.
«I suoi genitori sono andati a mangiare qualcosa. Puoi restare per ora.» mi informò. «Io ti aspetto qui.»
Abbassai lentamente la maniglia della porta, come per paura di sapere cosa si nascondesse dietro di essa. Quando la richiusi alle mie spalle e mi voltai completamente verso la parete opposta, mi mancò il fiato. Ella era lì, distesa sul quel letto con le lenzuola candide come la sua carnagione. Era lei, ma non sembrava lo fosse.
«Amore mio.» sussurrai mentre le lacrime lasciavano ancora i miei occhi. Mi sedetti sulla sedia accanto al lettino e le presi una mano fra le mie. Aveva la flebo attaccata, così dovetti fare attenzione. Aveva le solite unghie curate, coperte dal solito smalto nero che era solita usare. Avvicinai la mano al volto e le posai sopra le labbra, delicatamente.
«Torna da me, ti prego. Non lasciarmi.» piansi. Iniziai a singhiozzare convulsamente. Cercavo di farmi forza, provando a radicare in me la speranza del suo risveglio, ma invano.
Rimasi lì a parlarle, a ricordare momenti passati insieme e dediche che le avevo fatto nelle canzoni. Erano passati due anni da quando ci eravamo conosciuti, e tutte le volte che avevamo avuto delle difficoltà, le avevamo superate insieme.
Poi, non so quanto tempo dopo, la porta si aprì rivelando la madre di Ella. Feci per parlare ma lei mi precedette.
«Luke, tesoro. Come stai?» mi chiese dolcemente. Aveva evidenti occhiaie, segno del mancato sonno, proprio come me. Chiazze violacee contornavano i miei occhi azzurri, cupi da quando Ella era entrata in una sorta di coma.«Non ce la faccio senza di lei.» biascicai, riposando la mano di Ella sul materasso ed alzandomi, andando verso la donna.
«Dobbiamo farci forza. Mi ricordo quando, anni fa, lo dissi a Kelly. È difficile, e lo sarà ancora. Ma dobbiamo farlo. Siamo un'unica famiglia. Sai che puoi sempre contare su di noi.» mi accarezzò con un gesto fluido la spalla e mi oltrepassò, sedendosi sulla sedia sulla quale fino a quel momento ero stato io. «Dovresti andare a casa a riposare. Sei qui da due giorni. Potrai tornare quando vuoi, ma intanto vai.» mi sorrise ed io annuii, poco convinto. Sapevo che del riposo mi avrebbe fatto bene, così mi lasciai accompagnare in hotel da Calum. Si sistemò nel letto accanto al mio ed in poco tempo si addormentò. Io invece, rimasi circa due ore a rigirarmi nel letto. Immagini di Ella che moriva, il suo funerale, la mia vita senza lei, mi tormentavano. Alla fine presi sonno. L'ultima cosa di cui ebbi memoria fu sussurrare il suo nome.HI OR HEY
Siccome sono stupida, ho dimenticato di dire il nome della ship tra Luke ed EllaAllora, me ne avete proposti un sacco però ho deciso questo...
...Ooohhh...
...
LUKELLA
non è granché, ma oc
vi amo, always
-Mic
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cancer » luke hemmings [IT]
Fanfiction[NON IN CORREZIONE] @Ella_loves5sos: hai il compito di farmi sorridere, quindi... @Luke5SOS: hai ragione @Luke5SOS: se lo sto facendo sono contento @Ella_loves5sos: sì, lo stai facendo -Playlist su Spotify: //Cancer ;; lrh Data di inizio: 15/01/2...