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giorno del concerto a Dublino

Non ci potevo credere. Il giorno dopo sarebbe stato il mio compleanno. E ci sarebbe stato il concerto dei 5sos a Dublino. E a parte il fatto che il mio ragazzo fosse lì ed io non avrei potuto vederlo, stavo bene.
In quegli ultimi giorni il cancro sembrava non esistere più. Stavo bene, davvero. In tutti i sensi. Luke mi faceva stare bene. Con i suoi 'buongiorno amore', con i suoi messaggi stupidi ed i suoi tweet pazzi.
Era la mia felicità, che speravo sarebbe durata a lungo, per non dire all'infinito.
Erano le dieci del mattino quando Kelly fece irruzione in camera mia urlando.
«Buongiorno piccola Luke!» esclamò correndomi incontro e abbracciandomi. Io ricambiai la stretta e scoppiai a ridere per il suo modo di fare.
«Come mai così allegra? E che ci fai qui?» le chiesi risedendomi sul letto per prendere fiato.
«Niente. Mi andava di venire.» sorrise, ma non mi convinse tanto.
«Kelly, che mi nascondi?» indagai facendomi seria. Lei indugiò.
«Nulla. Alzati, su! Dobbiamo andare in un posto.» mi tirò dal letto trascinandomi verso l'armadio.
«Allora, ti ricordi cosa abbiamo preso l'altro giorno?» chiese, aprendo un'anta e scoprendo un mucchio di vestiti che avevamo selezionato qualche giorno prima.
«Mh, sì. Ma a che mi servono?» ignorò la mia domanda.
«Prendili e preparati. Abbiamo tante cose da fare.» mi incitò e prese le mie Vans, portandole in bagno, mentre io la raggiunsi con i vestiti.
«Fai una bella doccia e lo shampoo. Se hai bisogno di aiuto chiamami. Tua mamma è di sotto. Su, su, su!» mi spinse in bagno, sempre senza smettere di sorridere, e così mi chiusi dentro e mi preparerai per entrare in doccia.
Quando ebbi finito tutto, dopo circa venti minuti abbondanti, uscii dal piatto doccia e mi avvolsi nell'accappatoio.
Mi fermai davanti lo specchio. Il mio ultimo giorno da sedicenne e non sapevo neanche cosa mi aspettasse.
«El? Ci sei?» riconobbi la voce della mia migliore amica mentre bussava qualche colpo alla porta.
«Sì, dammi qualche minuto per vestirmi.» le dissi.
«Okay.» sentii i suoi passi allontanarsi e così cominciai a prepararmi. Indossai i jeans neri strappati sulle ginocchia, una maglietta nera con sopra una felpa bordeaux, e le mie immancabili Vans nere.
Sbloccai la serratura e raggiunsi Kelly in camera mia.
Appena mi vide spalancò gli occhi. «Sei bellissima.» sorrise facendomi scuotere la testa.
«Mi vestivo così anche per andare a scuola.» borbottai guardandomi riflessa nello specchio della mia camera.
«Ma sei comunque bellissima.» insistette ed io sbuffai sorridendo.
«Ma perché mi hai fatta vestire così? Dove dobbiamo andare?» provai a chiederle, ma ancora una volta lei evitò la domanda.
«Adesso pensiamo ai capelli. Che ne pensi di farli completamente lisci? Amo i tuoi boccoli, ma lisci secondo me ti stanno molto bene. Vieni, dai!» si muoveva in casa mia quasi come fosse la sua. In effetti, era cresciuta lì, in particolare negli ultimi anni.
Mi fece sedere sul water, lei si mise alle mie spalle e prese in mano la piastra per capelli già riscaldata. Cominciò a lisciarli, e nel frattempo parlammo del più e del meno. Neanche un accenno a ciò che stavamo per fare.
«Hai sentito Luke, oggi?» mi chiese ad un tratto.
«No, dovrei scrivergli.» constatai, e immaginai ciò che stesse facendo in quel momento. Forse era indaffarato a preparare cose per il concerto. O magari, si era svegliato da poco e stava ancora facendo colazione. Speravo che mi pensasse, così come io facevo con lui.
«A che pensi?» ridacchiò Kelly, staccando la spina della piastra e posando quest'ultima al suo posto in un mobiletto.
«A Luke...» ammisi, trattenendo un sorriso.
«Mh, sei proprio innamorata, eh.» disse ridendo.
«Succederà anche a te.» la consolai, seguendola in camera mia.
«Può darsi.» borbottò con noncuranza.
«Adesso il trucco. Qualcosa di leggero, tu sei già bella.» prese tra le mani dei trucchi e cominciò il suo lavoro. Ora che ci facevo caso, lei era già tutta agghindata. Mi chiedevo che dovessimo fare, ormai avevo perso le speranze di chiederlo.
«Ce la smetti di fare così? Anche tu sei bella, idiota.» la ammonii e per tutta risposta Kelly scoppiò a ridere, seguita da me. Senza motivo, come al nostro solito.
Il resto della mattinata, passò aspettando che mia madre finisse di prepararsi, noi che sistemavamo delle borse che non sapevo neanche a che ci servissero, e Kelly e mia madre che continuavano a lanciarsi strane occhiate.

Quando fummo pronte per uscire, verso mezzogiorno, cedetti.
«Qualcuno mi dice che sta succedendo?» sbottai, sistemando la borsa in spalla.
Kelly mi si avvicinò sorridendo gentilmente e mi prese le mani nelle sue.
«Puoi fidarti di noi e basta?» mi disse con calma. Io annuii e mormorando fra me e me salii con Kelly sui sedili posteriori dell'auto. Mia madre al volante.
«Si parte!» esclamò la signora e partimmo alla volta di nuovi orizzonti.
No, in realtà no. Andammo solo in giro per Dublino. Ci fermammo in un ristorante per pranzare e dopo girammo per il centro a fare shopping. Verso le cinque del pomeriggio ci rimettemmo in macchina e mia madre imboccò delle strade più esterne.
Avrei tanto voluto chiedere dove stessimo andando, ma decisi di stare zitta. Io e la mia migliore amica iniziammo a ridere e scherzare, contagiando a volte anche mia mamma.
Dopo almeno due ore di viaggio, ci fermammo di fronte a un'enorme costruzione. Un'arena. La riconobbi subito. La O2 Arena dove si sarebbero esibiti i 5 Seconds Of Summer.
Saltai giù dalla macchina, insieme alle altre due e davanti a me ritrovai un'immensa fila di gente in attesa di entrare per il concerto. Mi voltai verso la donna e la ragazza al mio fianco, sconvolta ed elettrizzata.
«State scherzando?» urlai, sorridendo come una matta.

HI OR HEY
Scusatemi ma non sono in vena di dire nulla di divertente oggi.

Voglio solo raccontare un fatto, non siete obbligati ad andare avanti, è solo uno sfogo.

Mia madre è sempre stata curiosa di sapere cosa fosse Wattpad e perché ci spendessi così tanto tempo.

Così, tempo fa, dopo averglielo spiegato, ho deciso di farle leggere un capitolo di una mia storia.

E sapete cosa? Appena ha finito di leggerlo mi ha riso in faccia.

Ci sono rimasta di merda, e quell'evento mi perseguita sempre.

Perché la scrittura è importante per me, lo è sempre stata. Fin dalla scuola primaria; mi ricordo che a quei tempi amavo scrivere storie fantasy, o a metà tra la realtà e la fantasia, amavo inserire come personaggi fate e animali parlanti.

Così, durante la mia crescita, una delle fasi 'da grande voglio essere...' è stata 'una scrittrice'. E da quel momento quel sogno non se n'è più andato.

Ed infatti ho deciso di iscrivermi a questo sito. Ho pubblicato le prime storie, che facevano e fanno altamente schifo. Ho letto, ho scritto, cancellato, scritto ancora. E ho pubblicato.

Non sarò chissà che. Sono una ragazza qualunque che mette giù le sue idee, cerca di esprimere i suoi sentimenti attraverso le parole sistemate in prosa.

Non sarò neanche brava a scrivere, ma mi impegno. Ci metto tutta me stessa, e anche se alla fine non esce granché, sono fiera di me stessa perché so che sto continuando a provarci e non sto mollando.

Ma fa male, fa comunque male, tantissimo, sapere che non c'è nessuno, lì fuori, a supportarti e a credere in te.

Fa terribilmente male.

- se siete arrivati fino a qui, grazie. Grazie davvero, come sempre. Avevo bisogno di sfogarmi un po', scusate.

-Michela

cancer » luke hemmings [IT]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora