CAPITOLO 1 - ANTHARES 4

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Dopo circa duecento anni terrestri la Guerra dei sette mondi è finalmente finita, non abbiamo vinto, si è solo arrivati alla fine di tutto. O si accetta l'accordo di pace propostoci , o difficilmente, gli abitanti del nostro amato pianeta riusciranno a sopravvivere.

Nessuno di noi ricorda cosa abbia scatenato la guerra, lo si legge sui libri di storia, ma è talmente lontano il giorno in cui iniziò, che qui sulla Terra, coloro che combatterono per primi sono morti da secoli. Non c'è una memoria diretta di cosa scatenò l'apocalisse interplanetaria. L'unica cosa che sappiamo è che non esiste angolo del globo che sia rimasto immune dai bombardamenti, non esiste difesa che non sia stata annientata, non esiste città che non sia stata rasa al suolo.

Purtroppo non abbiamo nessuno, su questo nostro pianeta, che possa raccontarci le cose come andarono veramente. Gli umani sono la specie più debole e meno longeva dell'Universo, i nostri soldati hanno combattuto una guerra non loro e l'hanno persa.

Sui libri c'è scritto che tutto iniziò per colpa del Presidente della Confederazione terrestre, tal Nio Bitum, che volle impadronirsi delle rotte commerciali assegnate ai mercanti provenienti dal pianeta Daniri. Tali rotte erano direttamente collegate ai commerci con un altro pianeta chiamato Anthares 4 e questo scatenò l'inizio delle ostilità. Oggi la famiglia Reale che da secoli governa su Anthares 4 e  i loro alleati, hanno deciso di concederci la resa senza imporci condizioni troppo gravose, solo per pietà verso la popolazione civile, che nessuna colpa ha in tutta questa vicenda.

Mi presento, il mio nome è Lisa  Cloudet e faccio parte del personale di servizio che accompagnerà la delegazione terrestre su Anthares 4, per firmare gli accordi. Sono stata scelta perché orfana, senza marito o figli, senza legami di nessun genere.

Il pianeta dove si terrà la conferenza di pace è lontano cinque milioni di anni luce, se e quando torneremo a casa, non troveremo nessuno che conosciamo ancora in vita. Per questo ci hanno scelti giovani e soli al mondo, in modo da rendere meno doloroso il distacco e l'addio alla nostra vita.

A pensarci bene io ho ben poco a cui dire addio. Non ho famiglia. Vivo in una regione arida e senza più vegetazione, le bombe incendiarie la distrussero più di centosettanta anni fa. Sono nata e ho vissuto i miei ventidue anni sottoterra, in basi costruite per difenderci dalle radiazioni lasciate dalle esplosioni delle testate post nucleari che armano le bombe stesse. Nonostante ciò, ieri ho chiesto ed ottenuto di poter salire in superficie, con indosso un'apposita tuta protettiva. Ho camminato per quella che prima della guerra si chiamava regione francese. Una landa desolata, bruciata da un sole malato, vecchi edifici squartati e antichi palazzi nobiliari maciullati dalle esplosioni. Quella che fu una nazione che vantava millenni di storia, dove nacque l'uomo di Cro-Magnon millenni orsono, adesso è solo polvere e sassi. Ma è la mia terra, l'unica che ho mai conosciuto e volevo vederla un'ultima volta. Voglio ricordarla così come è adesso. Spero, quando tornerò, di vederla verde, con gli alberi ed i fiori come è raffigurata nelle vecchie foto che si trovano in rete.

Alberi e fiori. Colori. Aria respirabile e sana. Mi hanno detto che troverò tutto questo su Anthares 4. È per questo che è stato scelto di fare lì il summit, la composizione dell'aria al suolo è molto simile quella che abbiamo sulla terra quindi, noi umani, possiamo respirare.

Mille e mille pensieri affollano la mia testa, mentre mi accingo ad entrare nella camera di ibernazione a me assegnata. Al mio risveglio avrò attraversato lo spazio infinito, sarò su un altro pianeta abitato da alieni ostili, ma  allo stesso tempo magnanimi. Sotto un altro cielo, sotto un altro sole, anzi sotto altri due soli.

La capsula si chiude e gli occhi si fanno pesanti.

La sveglia suona allegramente un motivetto stile pubblicità di trecento anni fa.

AI CONFINI DELLA GALASSIADove le storie prendono vita. Scoprilo ora