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Sono distrutta.
È stata una lunga giornataccia.
Non ho mai visto così tanta gente in questo locale. Mai. Mai.
I clienti hanno pagato un sacco di mance però quindi questo è stupendo!

Adesso sono le undici di sera e la gente,finalmente,sta decidendo di andarsene a fancu-,cioè a casa.
Sono davvero nervosa e irritabile adesso vorrei solo un letto e mio figlio,che sta a casa a dormire.
Ho una piccola fortuna,una signora abbastanza anziana del mio stesso piano mi controlla il piccolo di sera.
"Io vado,ho un appuntamento."
Luisa mette la borsa in spalla e mi saluta.
"Sta' attenta."
Mi fa il dito medio ed esce dalla porta.
Quando la porta si apre entra un uomo vestito in modo strano.
Dalla finestra,accanto alla porta,noto che Luisa mima con la bocca 'allarme barbone'.
La ignoro e l'uomo si siede al bancone,poco più distante da me.
Prendo un lungo respiro e mi avvicino all'ultimo cliente.
Ne sono rimasti alcuni ma hanno già pagato il conto e sto aspettando che se ne vadano così chiudo la tavola calda e finalmente vado a casa.
Sì,mi hanno lasciata da sola questa sera. Non è la prima volta,sono abituata.

"Salve."
Faccio un sorriso più finto del culo di Kyle Jenner. È rifatta da capo a piedi.
Ma sì,la amiamo tutti lo stesso perché è una diva.
"Potresti mandare via gli ultimi clienti?"
Mi chiede con voce bassa e roca.
"Come scusa?"
Chiedo non avendo compreso davvero la sua domanda.
Sbuffa rumorosamente al che mi innervosisce.
"Ho detto: puoi cacciare gli ultimi clienti?"
Lo guardo,con i suoi occhiali scuri e il doppio cappuccio. È un barbone,sul serio.
La domanda che mi viene spontanea è: perché indossa gli occhiali da sole? Assurdo.
Ma parliamo del fatto che mi ha chiesto di mandare via i clienti, questo è ancora più assurdo. Ma chi si crede di essere!
Porto lo sguardo sugli ultimi tre clienti che sbraitano da mezz'ora e si buttano stuzzichini nei capelli. Infantili.
Vorrei davvero mandarli via ma non posso, sarebbe scortese e.. riporto lo sguardo sul barbone che si è appena tolto gli occhiali e aspetta una mia risposta. Guardo l'orologio ed è davvero molto tardi.
Sbuffo e alzo gli occhi al cielo. Non sto per farlo davvero..
"Ok, ma comunque non lo faccio per te."
Mi allontano e mi avvicino al tavolo chiassoso.
"Scusate l'intrusione." Cerco di essere più gentile possibile. "La tavola calda sta per chiudere,anzi è chiusa,vi prego di uscire e tornare alle vostre rispettive case."
Sono stata sgarbata?
No,non credo.
Si alzano e mi guardano da capo a piedi. Mi sento particolarmente a disagio con i loro sguardi. Sono uomini di un certo fascino. Sulla trentina,ma il loro sguardo mi penetra fin dentro le ossa. E non mi piace.
Gli sorrido forzatamente e mi incammino per aprirgli la porta. Hanno avuto anche il bonus,gli ho aperto la porta!
Un uomo con il sorriso smagliante mi fissa la camicia e le gambe lunghe infilate in quei striminziti leggins neri.
"Che culo Stephany. Che gran bel culo."
Si avvicina troppo e io mi scanso bruscamente impaurita.
"La porta è di là,la prego di uscire."
Dico con voce dura.
Adesso ho davvero paura.
"Ci hai cacciati fuori dal locale,professionale da parte tua. Tranquilla, lo diremo al proprietario, attenta a quello che fai stupida."
Ghigna malefico. Che stronzo.
"Sono le ventitré e trenta, a che razza di ora dovrei chiudere il locale?! Anche io ho una vita,stronzi!"
Esclamo. Ma che cafoni insopportabili, sono furiosa.
Il barbone si alza e si avvicina all'uomo che mi è vicinissimo.
"Ve ne andate? Il locale è chiuso."
Scandisce le parole scocciato. Oddio è una bestia.
È alto almeno uno e novanta e ha una voce molto dura e profonda.
Non pensavo che i barboni potessero avere una voce così piacevole. È anche vero che ho una cultura molto ristretta riguardo loro, non li ho mai discriminati ma comunque mi incutono sempre timore.
Gli uomini lo guardano da capo a piedi e,stranamente,se ne vanno senza fiatare.
Hanno paura del barbone? Sorrido tra me e me per la loro strana reazione.
Sospiro e chiudo la porta.
L'uomo si siede al suo posto come se non fosse successo nulla.
Il locale è chiuso e dovrei mandare via anche lui, ho io presentimento che sarà difficile dato che si è accomodato di nuovo come se non fosse successo nulla.
"Comunque il locale è chiuso anche per te, ti ringrazio davvero tanto però la regola vale per tutti."
Dico trascinandomi dietro al bancone.
Sono scossa e ancora impaurita e non faccio a meno di pensare che se non ci fosse stato lui non oserei immaginare cosa mi avrebbero potuto fare quegli uomini.
Fa un segno scocciato con la mano e si toglie il cappuccio della felpa,il cappello e gli occhiali.
Lo guardo affascinata.
Mamma mia che gran bel-
"Vorrei una birra."
Mi dice guardandomi negli occhi. Lo guardo anche io e volto la testa verso sinistra.
È ottuso per caso?
"Vedo che non mi hai ascoltata."
Appoggio le mani sul bancone e mi avvicino di più a lui. "Il locale è chiuso anche per te, adesso ti do una birra me la paghi e te ne vai."
Lo guardo ancora e lui mantiene il mio sguardo senza battere ciglio. Ma vuole giocare a chi mantiene di più lo sguardo fino a sentire gli occhi bruciare? Beh vincerò io.
"Arrogante."
Schiocca la lingua tra i denti e sorride.
Che bel sorriso. Che ho detto?
Sospiro e mi allontano per prendere la birra.
"Prego, sono due sterline."
Glie la stappo e la metto sul bancone con l'altra mano aspetto i soldi.
Si riprende dal suo stato di shock e prende il portafoglio.
"Grazie. E puoi tenere il resto"
Mi ringrazia. Beh sono dieci sterline.
"È una mancia per me?
Gli sorrido sincera.
Lui annuisce e si prende la birra tra le labbra.
Seguo con gli occhi il gesto che fa e mi soffermo sulle sue labbra, carnose di un colore vivo è roseo. Belle.
"Come vuoi, ti consiglio di tenerli per te."
Scuoto la testa perché ero ancora fissa a vedere le sue labbra, ma che problemi ho?
"Ti ringrazio allora."
Si alza di scatto dalla sedia si posiziona gli occhiali e cappuccio.
"Allora vado, ciao.."
Si blocca alzando gli occhiali sulla fronte.
"Stephanie."
Dico stringendo le mani sotto al bancone."
"Ciao Stephanie è stato un vero piacere incontrarti."
Se ne va chiudendosi la porta alle spalle.
Rimango imbambolata a fissare la porta ma mi riprendo subito e torno a pulire e chiudere velocemente il locale.

Non Credo Nel Destino.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora