~Presentimento~

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"Se non mi vedessi varcare la soglia della porta
Come sono solito fare
Alza gli occhi al cielo di un nuovo giorno
Non piangere sulla mia tomba
Io non sono lì
Io non dormo
Perché sono il vento che soffia
Sono lo scintillio della neve
Sono la luce del sole sulle foglie
Sono la pioggia che batte sulla finestra
Sono le stelle che vegliano di notte
La morte non esiste
Le persone muoiono solo quando vengono dimenticate
E se saprai ricordarmi, sarò sempre con te
Cercami, seguimi, trovami
Vedrai il mondo in un granello di sabbia
E il cielo, in un fiore di campo
Terrai l'infinito sul palmo della mano
E l"eternità, in un'ora..."
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Pov Daryl

"Forza ragazzi, spegnete tutto e andiamocene a casa. Mi sono rotto le palle di passare metà della mia vita qui dentro."
"Lo sappiamo noi perché vuoi andare a casa capo!"
Risero in coro.
Si avvicinò al giovane, fulminandolo con lo sguardo. Il ragazzo indietreggiò leggermente, deglutendo a fatica e guardandolo spaventato dal basso.

"Mi conosci da così tanto tempo e ancora ti spaventi se mi avvicino a te minaccioso? Tss..."
Rise scaturendo il divertimento di tutti i suoi colleghi. Era pienamente soddisfatto del suo lavoro e dei suoi dipendenti. Una cerchia di uomini, auto da sistemare tutti i giorni e tante chiacchiere balorde. Era riuscito a fare carriera, ad espandersi, ed ora possedeva una catena di officine in tutta la zona. Certo, non era facile stare appresso a tutti, ma amava il suo lavoro e lo faceva con dedizione e responsabilità.
Ma quella sera era davvero stanco, voleva solamente aprire la porta di casa e trovare Beth con il suo pancione ad aspettarlo, nonostante le dicesse sempre di non rimanere sveglia e di riposarsi dato che il bambino sarebbe nato di lì a breve.
Sarebbe diventato padre.
Se gli avessero raccontato questa prospettiva della vita una decina di anni prima, si sarebbe messo a ridere.
Un brivido gli percorreva la schiena ogni volta che pensava a tutto ciò che aveva. Alla famiglia che possedeva.
Sorrise al solo pensiero.
Usciti dall'officina, si diresse verso la moto, infilandosi il casco e ricordandosi di allacciarlo come gli imponeva di fare Beth ogni volta.

"Hey Dar, vuoi un passaggio in auto?"
"Che ti è preso Merle? Adesso ti comporti da fratello premuroso?"
"Idiota...ho solo un brutto presentimento tutto qui."
"Tss, hai parlato con Beth?"

Merle si avvicinò a lui titubante. Da quando aveva iniziato a lavorare con lui, era diventato un'altra persona. Si era ripulito e non frequentava più certi ambienti e ciò lo rendeva ogni giorno più felice. Aveva sempre sognato che suo fratello scegliesse la via della ragione come aveva fatto lui.

"Che intendi?"
"Stamattina mi ha quasi convinto a non prendere la moto perché anche lei aveva un brutto presentimento. Qualcosa mi dice che siete entrambi invidiosi della mia bambina."

Rise dando due pacche alla sua moto, mentre suo fratello lo guardava preoccupato. Che avevano tutti quel giorno? Sembravano delle anime in pena.
Non aveva mai creduto a quelle cazzate...presentimenti, destino, sogni premonitori, cose banali e inutili, ma suo fratello aveva davvero un muso lungo fino ai piedi.

"Merle davvero...stai tranquillo."
"So che non sono stato un ottimo fratello, che non ero presente nei momenti in cui avevi bisogno di me ed è per questo che sto cercando di recuperare gli anni persi...solo...stai attento...vai piano e avvertimi quando arrivi."

Con quel tono e quello sguardo, era riuscito a trasmettergli un'ansia indescrivibile e pesante. Allacciò il casco nuovamente davanti a lui come per rassicurarlo e montò sulla moto.

"Stai tranquillo saluta Carol e i ragazzi...e grazie."
"Dar?"
"Mmh?"
"Ti voglio bene."
"Fanculo Merle.."

Mise in moto e sfrecciò via.
Merle sorrise, consapevole che quel "Fanculo" equivaleva ad un "Ti voglio bene anch'io".

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