Una svolta.

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Non vi è nulla, credetemi, nulla di più fastidioso dell'essere svegliati di prima mattina.
Butto un'occhiata all'orologio, eh sì le 11.30 possono essere considerate ''prima mattina''. Il telefono non smette di squillare.
«Sì?» Sono seccata.
«Tesoro, dormivi?» La voce stridula di Josh risponde dall'altro capo.
«Secondo te?»
«Devi smetterla di poltrire, ho un lavoretto per te.» Il suo entusiasmo mi da la nausea.
Josh è una specie di mio manager, io sono una specie di attrice. Avete presente una di quelle che nessuno si fila, che viene ingaggiata per fare la passante sullo sfondo mentre la Jolie limona felicemente con il signor Depp? Quella sono io.
«Andiamo Josh, ho chiuso con il fare l'attrice, mettitelo in testa una volta per tutte.» Sbuffo alzandomi dal letto.
«Hai appena 22 anni, non puoi rassegnarti così.» Spiega, intanto immagino già le sue smorfie da melodramma.
«Di che si tratta?» Addento un croissant e fingo che non mi interessi. In realtà, mi interessa molto.
La recitazione è la mia vita, ho studiato a lungo per diventare attrice e i miei hanno fatto sacrifici, ma ho perso le speranze, tanto vale chiudere. Sbuffo.
«Un film con Leonardo DiCaprio.» Urla.
«Leonardo DiCaprio.» Ripeto annoiata. «Leonardo DiCaprio?» Urlo anch'io. «Mi prendi in giro?»
«Farai la dama di compagnia di Winona Ryder.» Il suo entusiasmo si spegne a poco a poco, ed il mio pure.
«Ecco.» Butto giù del latte per mandare giù il boccone amaro.
«Guarda il lato positivo, stavolta non stai sullo sfondo.» Cerca di sdrammatizzare. Io ho solo voglia di mettere fine a questa conversazione, e alla stupida positività di Josh.
«Quando dovrei presentarmi sul set?»
«Oggi stesso.»
«Oggi stesso? È da matti.»
«Lo so, e allora? Tu ora ti fai una bella doccia, anche se ho sentito dire che ad Hollywood non è che amino molto lavarsi, quindi non dovrebbero accorgersene nemmeno, ma nel dubbio tu la fai. Poi metti qualcosa di carino e passo a prenderti.» Mette giù prima che io possa replicare.
A Hollywood non fanno la doccia?! Raggiungo il bagno perplessa.
Metto su dei jeans stretti di un colore chiaro, una t-shirt bianca stretta, lascio sciolti i biondi capelli, arrivano a superare il seno, alla fine cadono in dei piccoli boccoli.
Mi guardo allo specchio, sembro abbastanza una diva di Hollywood? Storco il naso, sono nervosa.
Josh suona dopo un'ora esatta.
«Ti sembra il caso di farmi aspettare un'ora?»
«Amore, le star si fanno attendere.» Mi stampa un bacio sulla guancia. «Piuttosto, come ti sei conciata?» Mi squadra.
«Cosa c'è che non va?»
«Fa troppo stracciona.» Porta una delle asticelle dei suoi occhiali alla bocca, vedo la sua figura magrolina e aitante al tempo stesso studiarmi nel suo solito giubbotto di pelle stile Matrix, mi viene da ridere.
«Senti, lasciamo boa e lustrini a Lady Gaga e andiamo.» Raggiungo la macchina lasciandomelo alle spalle.
Durante il viaggio non dico una parola, a breve mi troverò al capezzale di grandi star ed io sarò solo una comparsa, ancora una volta.
«È una storia ottocentesca, avrete vestiti d'epoca, dirai qualche battuta.» Comincia a spiegare prestando un'attenzione smisurata alla sua guida. «C'è di positivo che affiancherai tutto il tempo la protagonista, almeno ti farai vedere.» È così serio che non lo riconosco più.
«Certo, si domanderanno tutti come si chiama questo manichino.»
Arriviamo, mi tremano le gambe come il primo giorno di scuola, quasi mi rifiuto di scendere dall'auto. Josh fa il giro da dietro e mi raggiunge.
«Madame.» Tiene lo sportello aperto.
«Josh, smettila di fare il cretino.»
«Ascolta piccola, andrà tutto bene. Io ti darò del lei, facciamo un po' di scena per convincerli che sei una di loro a tutti gli effetti. Se hai voglia di darmi uno schiaffo fai pure, stile Naomi Campbell, colpisce sempre.»
«Josh, piantala.» Esco dall'auto, mi guardo intorno.
Siamo in una specie di terreno incolto, vedo gente fare a destra e a manca, sono intenti a portare abiti, parrucche, scenografie.
Josh mi fa strada all'interno di una struttura, vi è un lungo corridoio vuoto, somiglia al mio stomaco in questo esatto momento. Alla fine del corridoio vediamo finalmente spuntare varie porte, sembra di stare in una scuola.
Raggiungiamo una di quelle che sembrano porte di aule, Josh cala la maniglia e ancora una volta mi fa strada.
«Josh carissimo.» Il regista corre a stringergli una mano.
«Ethan, salve.» Gli sorride a 32 denti, si sistema meglio nel suo giubbotto. «Questa è la mia perla.» Si scosta per farmi guardare.
Probabilmente sono diventata rossa in volto, primo errore: gli attori non si vergognano di nulla.
Accenno un sorrisetto e afferro la mano che l'uomo mi ha porto.
«Piacere, Chanel.» Sospiro.
«È un piacere gioia, io sono Ethan.» Ha una strana aria bonaria, è rilassato. È un uomo sulla cinquantina, grassoccio e molto alla mano.
«Vieni, ti presento i tuoi colleghi.» Mi fa strada, arriviamo in una stanza, tutti sembrano essere impegnati ad un banchetto che offre ciambelle e caffè.
«Leo, Winona.» Li chiama a gran voce, mi stringo al braccio di Josh.
«Lei è la vostra collega, Chanel.» Sorride, mi presenta a loro come fossi chissà quale grande star.
«Io sono Leonardo.» Mi porge la mano gentile.
«Ed io Winona.» Ha l'aria piuttosto fiacca e annoiata.
Passiamo del tempo con Ethan, ci spiega la storia, sforna idee. Ho pochissime battute, ma sono investita da una strana positività che non mi appartiene. Che Josh mi abbia contagiata!?
Ci raccomanda di essere puntuali il giorno dopo, cominceremo le prove e poi ancora le prove per i costumi. Ho la testa piena di raccomandazioni. Saluto tutti e raggiungo Josh.
«Allora?» Sorride.
«Non è vero che ad Hollywood non fanno la doccia, DiCaprio ha un buonissimo odore.»
Riesco solo a dire questo, sono stanca, confusa, emozionata. Non vedo l'ora arrivi il giorno seguente, non vedo l'ora di dare il mio meglio.
La prendo bene, finalmente dopo tanto tempo riesco a prendere bene anche una parte secondaria.

𝐂𝐨𝐦𝐞 𝐮𝐧 𝐮𝐫𝐚𝐠𝐚𝐧𝐨. -𝐋𝐞𝐨𝐧𝐚𝐫𝐝𝐨 𝐃𝐢𝐂𝐚𝐩𝐫𝐢𝐨 𝐟𝐟Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora