2. un tipo insistente

26 7 8
                                    

La mattina dopo decisi di svegliarmi presto per andare a correre sulla spiaggia, perchè era da parecchio che avevo in mente di farlo.

Dopo essermi lavata velocemente e aver indossato una canottiera bianca abbinata a dei pantaloncini di un tessuto leggero, così da poter essere più comoda, lasciai un bigliettino sul tavolo della cucina in modo che zia Amanda non si preoccupasse.

Mentre correvo pensavo a tutto ciò che mi era successo in un così breve tempo, alle decisioni che avevo preso e mi chiedevo se avessi fatto la scelta giusta a trasferirmi, ma quando ripensai alla mia, ormai ex-amica, mi veniva una fitta al petto e quel dolore indicava un flebile rimorso, quasi invisibile che non mi volevo convincere di avere. Spero di riuscire a dimenticarla; per quanto possa essere brutto da dire è la cosa migliore che possa fare io attualemene. A un certo punto mi venne in mente del sogno che avevo fatto sta notte. Era da molto che non riaccadeva, dal giorno dell'incidente... ma ora non voglio pensarci... troppo dolore. Chissà? Forse una buona volta nella mia vita ho fatto la scelta giusta.

Quando corro riesco a fare ordine nella mia testa, è sempre stato così; nella mia vecchia scuola facevo parte della squadra di atletica e presto avrei dovuto partecipare ai campionati nazionali, ma è un sogno che non ho potuto realizzare, perchè a causa di vari "eventi" che mi sono successi ho preferito lasciar perdere. A pensarci bene sarebbe stato bello, immagino già la scena:

io,
in un grande campo di atletica,
tantissime persone che urlano il mio nome,
e finita la gara...
ho vinto!
Sono sul podio,
sul gradino più alto,
mi consegnano la medaglia

e io sono al settimo cielo...

Improvvisamente vado a sbattere volentemente contro qualcosa e impreco, dicendo una parola che doveva somigliare vagamente a un "merda".
Sono caduta e ho ancora gli occhi chiusi per lo spavento, mi fa male un polso, ma non molto. Quando decido di riaprirli una figura scura mi copre dalla luce del sole facendomi ombra.

Si abbassa così finalmente posso osservare il suo viso: la mascella è ben pronunciata, i capelli sembrano così morbidi... sono castano chiaro con il ciuffo striato da ciocche bionde, ma non quel biondo accecante, è un colore che si confonde con i suoi capelli, che gli sta divinamente... e gli occhi sono indescrivibili, sono color nocciola ma con all'interno delle pagliuzze veri e altre dorate.
Indossa dei semplici jeans abbinati ad una maglietta nera che mette in evidenza il suo fisico allenato e delle sneakers. Osservo meglio e scopro che ha i calzini bassi.... basta, ho deciso che lo adoro.

DIO CHE BELLO!

"oooooh" fa il ragazzo sventolandomi una mano davanti agli occhi.

Mi risveglio dal mio mondo da sognatrice e lo fisso.
Lui sembra infastidito tanto quanto a disagio, perciò rivolgo la mia attenzione a qualcos'altro.
Fisso il mio polso che fa anche più male di prima.
Inizia a fissarlo anche lui.
Ora sono io quella a disagio.
Non potendone più di questa situazione tento di alzarmi facendo leva sulla mano, ma io sono una bimba stupida, quindi riesco solo a farmi ulteriormente male al polso.

"ah!" escalmo risedendomi.

Lui accorre subito e mi aiuta ad alzarmi.

"stai bene? Ti fa male qualcosa?"

"ehm... no tranquillo è tutto a posto" dicendo questo inizio ad avviarmi per tornare sui miei passi, ma lui non decide di fare lo stesso.

"volevi che ti chiedessi scusa per esserti venuta addosso? Bene: scusa. Hai avuto quello che volevi perciò, ciao" concludo soddisfatta.

"sappi che comunque non ci credo che non ti sei fatta niente" insiste lui, come se non avessi detto niente.

"interessante" rispondo nel tentativo di liquidarlo il prima possibile, non voglio che qualche ragazzo si avvicini a me solo per provarci, è una cosa che mi irrita particolarmente.

Tanto per rompere ancora di più le palle, mi blocca la strade mettendomisi davanti. Io lo guardo sempre più scocciata, ma lui senza preavviso, con uno scatto mi afferra il polso ancora dolorante ed emetto un piccolo mugolio di dolore.

"visto che ti sei fatta male!"

"e allora? Non sono affaracci tuoi" gli urlo in faccia ormai allo stremo della sopportazione.

"odio la gente insistente ancor di più quelli che ci provano e guarda caso tu hai entrambi i potenziali per essere la persona più odiata da me in persona, ergo: sparisci"

Lui sgrana gli occhi sorpreso e io ricomincio a correre lasciandolo lì con un pugno di mosche in mano.

...

Dopo un'altra mezz'ora di corsa torno a casa.

"ciao zia" la saluto mentre è intenta a fare un cruciverba.

"ciao Avril. Quanto hai corso?"

"tre ore. Era da molto che volevo farlo"
 
"bene. All'una mangiamo quindi hai ancora un po' di tempo per laverti e sistemare la tua stanza"

Annuisco velocemente e salgo al piano di sopra.

Appena entro mi butto sul letto, manco fossi un elegante e poggio un braccio sugli occhi.

Ammetto che sono fuori allenamento, penso che la mattina andrò sempre a correre un pochino, chissà? Magari nella nuova scuola ci sarà una squadra di atletica di cui potrei far parte!

Dopo essermi lavata per togliere il sudore appiccicato alla pelle, inizio a sistemare la camera: i vestiti li appendo alle grucce, le scarpe le metto nel ripiano più basso dell'armadio, mentre l'intimo nei cassetti del comodino. Arrivata sul fondo della valigia prendo un album, lo apro e sfoglio le pagine: nella prima c'è una mia foto da piccola, nelle altre invece ci sono tutti i ricordi della mia famiglia , quando era ancora unita; quelli sono i ricordi migliori della mia infanzia. Le ultime pagine sono occupate dalle foto di me insieme ai miei amici, prima che la mia vita cadesse completamente.

"Avriiiil"

La voce di mia zia che mi chiama mi risveglia dai miei ricordi.

"Arrivooo"

Scendo e tra una chiacchera e l'altra pranziamo.


- spazio autrice -
Spero che il capitolo vi piaccia e se volete scoprire qualcosa in più sul passato di Avril continuate a leggere❤

Quando due strade si incrocianoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora