4. nuova città... nuova scuola... nuova me

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Domani finiranno le vacanze e inizierà la scuola.

Probabilmente gli studenti oggi saranno tutti a casa a fare i compiti che non hanno fatto durante l'estate, ma io no, perchè sono nuova quindi non ho niente di niente... o almeno anch'io ho i compiti che la vecchia scuola mi ha dato ma non sono costretta a mostrarli.

Mentre i miei coetanei penseranno a studiare io sarò impegnata col prepararmi psicologicamente a come ambientarmi e a trovare modi per non fare subito le MIE tipiche figure di merda.

...

~il giorni dopo~

"Avril datti una mossa"

"lo so, lo so, ora arrivo"

Già in ritardo il primo giorno di scuola.
E' solo che ho avuto un piccolo problema con la sveglia: ieri sera ho passato una notte insonne, perchè continuavo a pensare al giorno dopo e ho finito con l'addormentarmi alle 3 di notte scordandomi di puntare la sveglia.

Per il primo giorno di scuola indosso degli shorts di jeans un po' sfilacciati sull'orlo, una maglietta bianca e rossa, delle scarpe nere con un po' di zeppa di color bianco, una giacca di pelle nera e per finire un cappello dello stesso colore del chiodo con una scritta dorata davanti. E mi sono anche messa un gloss rosato sulle labbra.

Affero velocemente lo zaino, che avevo preparato il giorno prima, e mi fiondo della maserati nera di mia zia.

Sfrecciamo veloci per le strade di Los Angeles, perchè non sono solo io in ritardi ora, ma anche zia Amanda.

La scuola si trova a quindici minuti di macchina da casa mia, frequenterò il liceo artistico con indirizzo scenografia, a cui mi dovrei iscrivere questa mattina, con la speranza di fare in tempo.

Una volta arrivata scedo dalla macchina non appena suona la campanella.

Fiù. Appena in tempo.

Seguendo la massa di studenti ci dirigiamo nell'auditorium per ascoltare il discorso del  preside. Dopodiché mentre gli altri vanno nelle proprie classi io cerco la segreteria, che sembra misteriosamente essere sparita. Insomma non è possibile! Quando sono entrata l'ho vista e ora non c'è più.
Vago per i corridoi della Stratford School per altri dieci minuti, per poi scoprire che ci sono passata davanti per ben tre volte.
Apro delicatamente la porta e una gentile signora dai capelli rossi e ricci con indosso un paio di occhiali, mi consegna un modulo da compilare e infine mi da la lista dei libri con l'orario delle lezioni.
Esco nel corridoio e torno alla ricerca di una nuova classe: alla prima ora in 3D ho... oh no... chimica?!
È la materia che odio di più in assoluto. Penso sia inutile e oltre tutto i miei vecchi professori erano dei razza di coglioniebetiingoranti che non spiegavano o spiegavano come racconta mia nonna le favole a mia cugina, ovvero che ogni tre per due si addormenta e bisogno svegliarla, con il risultato che non va mai avanti con il racconto!

Busso ed entro.

"lei dovrebbe essere la signorina Evans giusto?"

"si. Scusi per il ritardo" dico con noncuranza al professore già abbastanza irritato di prima mattina.

"va bene, ma ora vada a sedersi"

Annuisco e vado in fondo all'aula.
Mi siedo accanto a un ragazzo: ha alcune ciocche bionde che gli cadono sulla fronte e indossa un cappello bianco con la visiera girata dietro, i suoi occhi sono neri e sopra ad una maglia bianca a maniche corte porta un giacchetto di jeans.
Devo ammettere che non è niente male.

Si gira e mi scruta un'attimo come se volesse fare un dipinto.

"Piacere James" mi dice porgendomi la sua mano, quindi io l'afferro e contraccambio con un sorriso.

Quando due strade si incrocianoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora