6. Un duro passato da accettare

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Perché non collego la bocca al cervello prima di parlare. Ora ricordo perché da piccola mi ripetevano sempre "la regola delle dodici P"

Prima
Pensa
Poi
Parla
Perché
Parole
Poco
Pensate
Possono
Provocare
Parecchie
Pirlate

Quanto è vero!

Finita scuola la zia mi ha mandato un messaggio dicendomi che non sarebbe potuta venire a prendermi, perciò ora sono seduta su una panchina degli spalti del campo di rugby aspettando che James finisca gli allenamenti, dato che si è offerto di accompagnarmi a casa, ma dovrò aspettarlo lì.

Mi ha detto che finirà per le 16.45, ma sono solo le 15.20 e ci sono moltissime ragazze che urlano il nome del ragazzo che più le attrae. Noto che molte pronunciano il nome del mio nuovo amico. A quanto pare è molto popolare!

Ad allenarsi ovviamente c'è anche Cameron e devo ammettere che sta riscuotendo molto successo tra le ragazze; ha addirittura un suo fan club.
Bleh che cosa imbarazzante!! A quelle ragazzine sarà stato fatto il lavaggio de cervello... poverine!

Al lato del campo ci sono anche le cheerleader e ovviamente nonappena James se ne accorge mi fa un cenno con la testa e mi volge un sorriso malizioso, che prendo naturalmente come uno scherzo.

Mi sto annoiando moltissimo, perciò raccolgo le mie cose e vado a fare un giro per la scuola.

Passo davanti a numerose classi in cui si stanno svolgendo i laboratori pomeridiani. Ormai ho fatto il giro di tutto il complesso dell'edificio e nell'ultima area che mi mancava da visitare noto un campo di atletica.

Mi avvicino curiosa fermandomi sui più piccoli particolare che mi ricordano quando correvo. Questi ricordi superficialmente meravigliosi celano però una parte della mia vita, del mio passato, che sto cercando di cambiare o per lo meno dimenticare, nella speranza che un giorno riuscirò a cancellarli per sempre dalla mia mente.

Rimango immersa nei mie soliti pensieri fino a quando non mi squilla il cellulare.

'Pronto?' Chiedo non conoscendo il numero del mittente.

'Avril. Sono James. Si può sapere dove cavolo sei finita??' La sua voce è allarmata e decido di rassicurarlo subito.

'Sono andata a fare un giro, sono al campo di atletica. È successo qualcosa?'

'Mi hai fatto prendere un colpo, non farlo mai più. Imparerai che qui non devi mai andare in giro da sola, per favore rimani lì dove sei e non ti muovere. Arrivo subito' Detto questo riattacca senza che io possa protestare.

Chissà come cavolo ha fatto ad avere il mio numero??

Dieci minuti dopo vedo qualcuno avvicinarsi. Inizialmente penso sia James, ma non appena è più vicino realizzo che non è lui.
Mi strattona per un braccio costringendomi a seguirlo, cerco di porre resistenza e allontanarmi, ma è molto più forte di me, troppo.

È molto alto, muscoloso, capelli in disordine castano chiaro, ma non riesco a vederlo in volto, perché non me lo permette dato che è girato di spalle ed io dietro di lui.

Mi sale un attacco di panico, iniziando così a tremare e a sudare freddo.

Per la mia mente passano numerose immagini e flashback del mio passato e non solo:

foto lontane di me e mia sorella insieme in diversi luoghi, al parco giochi, al mare o con la famiglia, poi un pianoforte, un teatro, delle mani di bimba che scorrono veloci sui tasti bianchi e neri della tastiera, due bambine di spalle abbracciate in riva al lago... un corpo che taglia il traguardo, una scatola piena di medaglie, molti volti felici... un viso sorridente offuscato volontariamente per reprime un così grande dolore e infine la scena indelebile di un incidente, che mi rimanda al mio ricorrente incubo.

Quando due strade si incrocianoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora