Capitolo 2

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La giornata comincia anche per il resto della popolazione di questa città, e sono appena le nove del mattino. Schiamazzi di bambini in spiaggia, canzoni ad alto volume, risate e divertimenti della gente al mare mi riempiono il cuore di gioia.

«Oggi è il costume intero day?» mi schernisce Sofia. Ha sempre odiato la maggior parte dei miei capi di vestiario sia estivi che invernali, e la diverte davvero tanto dirmi la sua opinione al riguardo, senza sapere che ovviamente, non mi importa.

«Sei fortunata, stavo per indossare la tuta da sub» la prendo a ridere.

Insomma, mi piacciono i costumi interi, ma non sono una grande fan del mio corpo, quindi meglio tenerlo nascosto. E poichè siamo al mare quale altra soluzione se non il costume intero?

Diciamo che oggettivamente non avevo molto da dubitare del mio corpo: ero abbastanza alta, e nè magra, nè grassa: normale. Non avevo di certo la pancia piatta, o le gambe affusolate muscolose e snelle di Sofia, ma mi accontentavo.

«Maresciallo!» saluto Luca, vedendolo venire nella mia direzione.

«Fanno i giochi in spiaggia, non partecipate?» chiede allargando la proposta anche alla mia amica Sofia, che sembra alquanto interessata.

Luca sa, che queste cosa, questi giochi, non sono nella mia cerchia di interesse, eppure ogni giorno tenta lo stesso sperando in un cambiamento.

«Cedo l'invito a Sofia» dico posizionandomi più comoda sulla sdraio all'ombra dal sole: stavo bollendo come un tacchino.

«Sofia accetta, ma solo se Beatrice va con lei» risponde la mia amica.

«Sai che odio quando mi chiami Beatrice» mormoro con occhi inviperiti, che lei non può osservare avendo entrambe gli occhiali da sole.

«Su andiamo» prende l'iniziativa Sofia stringendomi un polso e seguendo Luca.

«Continuo a pensare che sia davvero figo» mi sussurra Sofia riguardo Luca, scrutandolo attentamente.

So che ha sempre pensato che sono noiosa in ambito ragazzi, ma io so anche che se lascio il cervello a casa, le conseguenze saranno più che gravi per la mia sanità ed il mio equilibrio mentale. E so anche che Luca è un figo, ma non posso lasciarmi andare ora che manca solo una settimana alla nostra partenza,e tutto, indipendentemente da come andranno le cose, sarà finito.

Ritornando alla realtà, evito di rispondere all'affermazione fuori luogo di Sofia, e affianco Luca, lasciando Sofia alle nostre spalle.

«Odio follemente questi giochi»

«Ed io odio quando dici così, che ti costa provare almeno una volta?» mi risponde cingendomi un polso e portandomi verso la zona della spiaggia in cui l'animazione del lido balneare stava appunto svolgendo questi stupidi giochi.

Precisamente si tratta di giochi sulla velocità, ed io e lo sport non andiamo tremendamente d'accordo. Certo, pratico sport durante l'anno e qualche giorno mi capita di andare a correre la mattina, ma di certo non sono molto portata per queste cose.

«Nuovi giocatori!» urla un'animatrice che stava organizzando il campo da gioco.

Luca e Sofia mi trascinano fino ad essere la prima presente in quel territorio, e giuro che un giorno la farò pagare ad entrambi per questa orribile situazione imbarazzante.

«Il gioco si basa sulla vostra velocità. Formerete due squadre ed ogni concorrente di una squadra avrà un numero, uguale ad un concorrente dell'altra squadra. Il vostro scopo è: quello di essere i più veloci quando chiamerò il vostro numero e di prendere per primi il fazzoletto bianco dalle mie mani» spiega una delle animatrici.

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