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È sera, e come mio solito quando sono arrabbiata, triste o confusa, cammino su un ponte di cui non so il nome in un quartiere che non conosco. Jack lo aveva capito, infatti ogni volta che me ne andavo di casa lui mi trovava, ed aveva sempre con se una tavoletta di cioccolato milka con caramello e nocciole, il mio preferito. Ora lo detesto, non lo riesco a vedere neanche da lontano, troppi ricordi, troppa nostalgia.
Camminare mi apre la mente, stare all'aria aperta mi rilassa.
Passa così tanta gente su questo ponte, si può incontrare gente di ogni tipo, dalle famiglie apparentemente perfette, ai drogati solitari.
Ognuno con il suo outfit, si può capire molto dall'outfit di una persona. Puoi ottenere tutto ciò che vuoi se sei vestito per averlo.
Chi non segue la massa e ha un modo di vestire tutto suo, sicuramente ha una personalità forte, lui è unico, non si vuole confondere con gli altri, la moda passa, lo stile resta.
E poi c'è chi segue la moda. Una moda che non raggiunge le strade non è una moda, i folli inventano le mode e i saggi le seguono.
Seguire la moda non vuol dire non avere stile, vuol dire che tutti seguono il tuo stile, perché in fondo la moda è questo, se non la seguono tutti non l'avrebbero chiamata moda.

Ho camminato per ore la mia mente ormai è completamente svuotata, sono così stanca...

E poi....

Urla, persone che corrono da tutte le parti, una strana luce mi investe, e non solo quella, una macchina mi sta venendo contro, e io rimango lì, ferma, immobile, come se aspettassi da tempo il momento della mia fine, come se non temessi la morte, ma in realtà ho paura, e la paura mi paralizza. Vedo la macchina avvicinarsi sempre di più, i secondi sembrano ore, il mondo si muove al rallentatore, ma io non mi muovo, sto guardando la macchina che mi viene incontro, ancora accecata dai fari, finché non arriva il colpo. La macchina mi prende in pieno, per una frazione di secondo ho visto il conducente, e sembrava tremendamente Michael, poi vengo sbalzata via, volo per aria come se fossi una piuma, vedo la mia vita scorrermi davanti, rivedo la mia infanzia, rivedo i momenti felici con Jack, rivedo la sua morte, rivedo l'Australia, con tutte le sue meraviglie, rivedo Michael.

E poi nulla. Il buio più totale mi opprime.

Sento l'asfalto freddo e ruvido sulla pelle, non sento dolore, e la cosa mi preoccupa molto, se non sento dolore allora sono morta? O mio dio, sono morta? Non ci voglio neanche pensare, non posso essere morta, non ho ancora visitato il mondo, non ho ancora avuto una relazione seria, non ho mai mangiato il sushi, non sono mai andata in Europa, non ho mai sciato, non ho mai fatto bungee jumping, sono troppo giovane.
Il mio fiume di pensieri viene interrotto da due braccia possenti che mi prendono per le spalle e mi scuotono.
"Skyla" è Michael.
"No, no, no, no, merda cosa ho fatto, Skyla,ti prego svegliati, svegliati"
Quanto gli vorrei rispondere, ma la voce non vuole uscire.
"Alzati, alzati e picchiami, ti prego, fai un cenno con la mano, muovi un dito, qualunque cosa, va bene qualunque cosa, ma ti prego dammi un segno che sei ancora viva,Skyla, svegliati"
Dalla sua voce sento paura, paura di perdere un'amica, paura di non essere perdonato, paura dell'ignoto, paura di quello che l'aspetta.
"Skyla" il suo grido è straziante.
"Skyla, non so più cosa fare, sono disperato, dammi un segno, te lo chiedo in ginocchio, ti prego svegliati"
Una goccia cade sul mio viso, poi un'altra e un'altra ancora, sta piangendo, lui sta piangendo, non l'ho mai visto piangere.
"Skyla" quest'ultimo non era più un grido di dolore, era un sussurro tra le lacrime.

Finalmente riesco ad aprire gli occhi e vedo luci, luci ovunque, vedo la macchina che mi ha colpita, vedo le macchine della polizia, vedo un'ambulanza che arriva, i medici che corrono verso di me con la barella, vedo Michael, sconvolto, ancora accanto a me, poi due poliziotti lo prendono di peso e lo portano tra le sue urla vicino all'ambulanza per un controllo Sento gli infermieri che mi parlano, ma le loro voci mi giungono come ovattate "va tutto bene, tranquilla, ora ci siamo noi ad aiutarti". E ora, per la prima volta, sento il dolore acuto che percuote il mio corpo, sento le ferite provocate dall'impatto e quelle della caduta, l'ultima cosa che ricordo è il volto di Michael.
Buio, l'unica cosa che vedo è il buio che mi ingoia neanche fossi un cioccolatino.

La gang dei 5 ventiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora