Lunedì mattina.
Io odio il lunedì. Non esiste giorno più brutto.
Lunedì ti devi svegliare presto, io no, dormo finché cazzo mi pare.
Lunedì vuol dire che si torna a scuola, io non vado a scuola.
Lunedì si ricomincia a lavorare, non ho nessun lavoro, me ne rimango a casa a poltrire.
Lunedì! Per la maggior parte delle persone è il ritorno a quella cosiddetta routine, anche se per me è un giorno come un altro dove me ne sto a casa a ingozzarmi di cibo, spaparanzata sul divano a guardare la tv, nonostante ciò io vi sono vicina, so quanto sia dura il lunedì. C'è cazzo lunedì vuol dire che è finita un'altra settimana, che sei più vicina al tuo compleanno, di conseguenza stai invecchiando settimana dopo settimana, mese dopo mese, anno dopo anno, e mancano solo 63 anni, 5 mesi, 2 settimane, 19 ore e 40 minuti alla mia morte, ma chi li conta più ormai.
Guardo la sveglia e sono solo 8:16 del mattino.
Voi starete pensando che in fondo non è così presto, molti a quest'ora sono già a scuola o al lavoro. In effetti non è così presto, a meno che non vi siete messi a dormire alle 4 del mattino perché alle 11 di sera vi è venuta una voglia insaziabile di succo ace, cioccolato e un panino con la mortadella, me lo aveva detto Simon che mi sarebbe venuto il cagotto, ma io non gli ho dato retta e di conseguenza ho passato la nottata seduta sul cesso. Ho dormito qualcosa tipo 5 ore, forse meno. Apriamo una piccola parentesi, io ho bisogno di dormire quantomeno 8 ore, e sottolineo 8 ore, a notte, altrimenti io posso avere 2 fasi distinte, la prima sono irritabile, suscettibile, con l'incazzatura facile, arrabbiata con tutto e tutti.
La seconda prevede che io sia uno zombie vivente, incapace di dire e fare qualsiasi cosa, mi spiego meglio, il cricetino che vive allegramente nel mio cervello e che gira sulla sua ruota, in questi casi non si mette in moto, impedendomi di compiere anche le azioni più semplici e banali, come versare il latte in una tazza, prendere un cucchiaio, mettere i cereali nel latte, avvicinare il cucchiaio alla bocca, sono azioni che richiedono troppa fatica.
Al momento sono uno zombie che scende un gradino alla volta.
"Oh santo graal! Ma tu chi sei?" Urla mia zia dal soggiorno.
Rispondo con un grugnito. Il criceto è in letargo.
"Hai veramente un brutto aspetto, no dico veramente, faresti paura anche a It il pagliaccio" crede molto in me.
Non ricevendo risposta continua: "c'è la colazione pronta in cucina, prendi quello che vuoi""Ora va molto meglio" dico dopo aver saziato adeguatamente il mio stomaco, il criceto ora corre allegramente sulla sua fantastica ruota, tempestata di Swarovski, è uno molto raffinato.
"Hai tempo 20 min per prepararti e uscire di casa"
"Cosa, ma zia, non mi puoi cacciare di casa"
"1. Casa mia, decido io 2.non ti sto cacciando, ti sto gentilmente intimando di uscire di casa, fare qualcosa con i tuoi amici, tieni, ti do anche 30$"
"Ok, hai vinto questo round" dico strappandogli di mano i 30$ e salendo le scale verso la mia camera.
Bene, ora sta a me e te armadio.
Frugo qua e là in cerca di qualcosa di quantomeno decente, ma lui non collabora, pare che lo fa apposta a nascondermi i vestiti.
Alla fine opto per un banalissimo paio di short di jeans e un top largo a righe e naturalmente non può mancare il mio paio di converse.
Esco di casa con l'obbiettivo di arrivare il prima possibile al vicolo, il nostro vicolo, che io per comodità ho chiamato Dumbo.
Non fate troppe domande io ero e sono tuttora appassionata di film Disney, li ho visti tutti, dal primo all'ultimo. Poi quando sono cresciuta ho scoperto i veri significati delle storie, come i 7 nani che sono l'effetto della cocaina, Peter Pan che è un angelo e i bambini sull'Isola che non c'è sono morti, la mia infanzia si è rovinata. Sono morta leggermente dentro. Ma proprio leggermente. E per questo devo ringraziare mia madre che non ha mai avuto pietà di me."Ma perché non ho la patente? Per arrivare fino a qua mi ci vogliono tre polmoni cazzo"
Ormai sfiancata mi siedo a terra nel vicolo.
Non vedo nessuno, mi accascio lentamente a terra, ok, no scherzavo, mi sono letteralmente buttata contro il muro e sono scivolata finché il mio bel culetto non ha toccato terra, speravo più delicatamente.
Ho preso il mio pacchetto di sigarette dalla tasca e ne accendo una.
Un tiro dopo l'altro, lentamente, me la fumo con calma, ad ogni tiro sento la nicotina che mi pizzica la gola e il sapore di tabacco che riempie la mia bocca. Nonostante ne ho fumate molte in questi anni, è sempre come la prima volta, non mi piace fumare in fretta, si perde il sapore della sigaretta.
Mentre butto la sigaretta ormai finita a terra, noto un pallone da calcio sgonfio.
Non passa molto tempo che vedo arrivare Benji di corsa,con una pompetta in mano.
Si dirige direttamente dal pallone, non si accorge neanche di me.
In men che non si dica ha già gonfiato il pallone e lo lancia in aria.
Il pallone ora si trova ai suoi piedi. Con un movimento fluido e rapido fa rotolare il piede sul pallone, questo rotola all'indietro, la punta del piede si insinua sotto il pallone, permettendogli di rotolare sul piede e gli dà un calcio, mandando il pallone in aria fino all'altezza del petto, quando cade lo colpisce ancora con il piede, e ancora, e ancora.
Dopodiché passa all'altro piede, e con la stessa tecnica di prima si destreggia a far rimbalzare il pallone questa volta sul piede sinistro.
Il suo sguardo è fisso sul pallone, che non tocca mai terra. Lo fa rimbalzare sui piedi con estrema facilità.
Lancia il pallone più in alto e lo riprende sulla spalla, poi passa a palleggiare con la testa. Gioca con il pallone con la stessa facilità con cui berrebbe un bicchiere d'acqua.
E così preciso nei movimenti, ti incanti a guardarlo giocare con il pallone.
È come se il pallone fosse parte di lui, un'estensione del suo corpo.
Le mani non hanno mai toccato il pallone, se non per gonfiarlo.
"Woooow!"
"Oh, ciao Skyla"mi saluta Benji, voltandosi verso di me.
"È incredibile!" esclamo.
"Cosa è incredibile!"
"Questo" dico indicando lui che in tutto questo sta ancora palleggiando con i piedi.
"No es dificil"
"Certo come no"
"Prova, no es dificil"
"Hahahah, secondo te io sono capace?"
"No, però puoi provare, chissà potresti essere un talento" mi sta prendendo un po' per il culo.
"E va bene, proviamo" dico, sicuramente sarò bravissima.
"Ok, esto se chiama pallone" dice indicandolo.
Come se io non lo sapessi.
"So cos'è" lo blocco.
"Vale! Ahora devi..."
"Non c'è bisogno che mi spieghi niente, sono capace" dico e prendo il pallone.
"Si insomma basta mettere il pallone per terra" lo metto vicino al mio piede destro.
"Poi lo devi far rotolare" poggio il piede sopra il pallone e lo faccio rotolare, e fino a qui tutto bene. Solo che una volta rotolato il pallone non è salito sul piede come avrebbe dovuto.
"Proviamo in un altro modo" dice Benji prendendo il pallone da terra. "Io lo faccio rimbalzare una volta a terra e poi tu lo prendi con el pie"
Fa cadere il pallone che rimbalza a terra, io ci infilo il piede sotto e... sì, ci sono, l'ho preso, male ma l'ho preso. Il pallone prende una brutta angolazione e finisce lontano.
"Bueno, pero lo devi prendere non con la punta de los pies, ma con la parte anteriore del piede inclinato un pochito in alto, devi prenderlo aqui" dice indicando il piede messo nella posizione giusta.
"Va bene ho capito ora lo faccio bene" l'importante è crederci.
Riprovo, ma ovviamente fallisco di nuovo.
Sembrava più facile fatto da lui.
"Stupido pallone, sei sicuro che il pallone non sia taroccato?"
"No, no, no es el pallone che non funziona, eres tu che non sai giocare" grazie, gentilissimo.
"Y es tu atteggiamento sbagliato nei confronti del pallone"
"Il mio atteggiamento?" Ma questo che si è fumato?
"Si, il pallone es tu mejor amico, però el no vuole che tu lo tocchi con las manos, no le gusta"
"Il pallone è un oggetto"
"Si, però es tu mejor amico, devi volergli bene, altrimenti el non collabora"
"Questa è la cosa più stupida che io abbia mai sentito, però in fondo, ma proprio in fondo, in fondo, in fondo, ha senso"
"Si, il pallone non lo devi contrastare, deve diventare un tuo alleato, una parte di te"
"Mah, se lo dici tu"
Lo guardo giocare per diversi minuti.
Mentre gioca il sorriso non lascia mai il suo volto. E così sereno e spensierato quando sta con il pallone. Non vede e non sente. C'è solo lui è il pallone. Il resto non conta.
"Posso farti una domanda Benji?"
"Dica todo"
"Dove hai imparato a giocare così?"
"Ho imparato da solo, cuando ero in Argentina, da bambino e anche dopo, giocavo a calcio siempre, es un gioco muy diffuso li, tutti i ragazzi ci giocano"
"E tutti giocavate a calcio?"
"Si, quante volte non tornavamo a casa, passavamo i pomeriggi, dopo scuola, a giocare, con il sole, con la pioggia, con il vento, giocavamo siempre"
"È bellissimo, penso sia il miglior modo di passare l'infanzia e l'adolescenza, in compagnia. Si insomma, avere degli amici, qualcuno con cui parlare, qualcuno con cui divertirsi, fare cazzate, ridere insieme, fare qualsiasi cosa io non ho mai fatto, ma questa è un altra storia"
Benji mi guarda con una faccia perplessa.
"Tornando a parlare di te, non hai mai pensato di fare qualche provino, non so per qualche squadra professionista?"
"E il mio sogno fin da bambino, entrare a far parte di una squadra, giocare, arrivare anche ai mondiali"
"Allora fallo, trova qualcuno che fa i provini e vacci, sicuro ti prendono"
"Si pero il calcio si gioca mas en Europa, aqui no mucho"
"E dove sta il problema, vai in Europa"
"Magari fosse così facile, manca el dinero"
"Tu non lavori?"
"Si, dos volte a la semana, però el dinero mi serve per pagare l'affitto e le bollette della casa. Poi ho un piccolo vizio di bere, che mi toglie il resto dei soldi rimasti"
"Benji ascoltami bene, tu sei un prodigio, un giovane campione del calcio. Un giorno per caso ti scontrerai con il futuro, più precisamente un uomo che cerca un nuovo campione da sponsorizzare, ti vedrà giocare, rimarrà incantato dalla tua bravura, ti farà un contratto, ti trasferirai in Europa, ti farà giocare, riceverai un sacco di soldi. Diventerai il nuovo idolo dei ragazzi, giocherai con i più grandi calciatori del mondo, per le squadre più importanti, la tua faccia sarà su un album di figurine, parteciperai agli europei, la tua squadra vincerà grazie a te, riceverai un pallone d'oro, sarai la copertina delle riviste che guardano le ragazzine. Poi ti farai male, non potrai giocare per un anno, dopo rientrerai più forte che mai in campo, ed ecco che ci sono i mondiali, giocherai per l'Argentina, e il tuo sogno più grande si realizzerà, vincerai i mondiali, sarai il nuovo Diego Armando Maradona, e non ci sarà persona nel mondo che non conoscerà il tuo nome. Diventerai milionario, e ti dimenticherai di noi, poveri ragazzi di Brooklyn. Ma, io ti chiamerò sempre e ti impedito di scordarti di noi, di me soprattutto e di farti montare la testa. Per te potrei cominciare a seguire il calcio in tv, solo ed esclusivamente per te, così non mi troverò totalmente impreparata e potrò vedere i tuoi progressi"
"Apprezzo molto este tu film mentale,ma questo non succederà mai, lo so io y lo sabes tu"
"Lo so, ma non si può mai dire, chi lo sa, dietro l'angolo forse c'è veramente un manager alla ricerca disperata di nuovi talenti. Bisogna sempre essere positivi. Vedrai prima o poi qualcosa di buono succederà"
"Gracias Sky, tu sai come farmi sentir mejor"
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La gang dei 5 venti
RandomAmerica - Stati Uniti - New York - Brooklyn 5 paesi. 5 nazionalità. 5 VENTI. La giovane Skyla si ritrova catapultata in una nuova vita. Nuova città, nuova famiglia, nuovi amici. E che amici! Per molti della peggior specie, per lei i migliori. E non...