Chihiro Ogiro

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Quella mattina la sveglia aveva trillato troppo presto, con un mugolo di protesta la scaraventai lontano dal mio comodino, e sentendola andare in pezzi sul pavimento mi rigirai tra le calde coperte.
-Chihiro la colazione è pronta!- mi ricordò mamma dalla tromba delle scale.
Con l'ennesima smorfia mi alzai e mi trascinai in bagno.
Sotto il getto caldo della manopola mi tornò alla mente quello strano sogno che facevo sempre: mi trovavo in una specie di città abitata da spiriti i quali si recavano alle terme e io lavoravo li... non sapevo il perché di quel sogno ricorrente ma, sapevo di volerlo fare ogni notte per riuscire ad incontrare il dragone.
Mi cambiai con la divisa scolastica, quest'anno era diversa, e la cosa non mi dispiaceva.
Acconciai i capelli raccogliendoli in una sobria coda alta e scesi di sotto.
mamma aveva preparato una colazione con i fiocchi,che finii in pochi minuti.
Misi le scarpe ed uscii in tutta fretta, i fiori di ciliegio erano meravigliosi così mi persi a rimirarli.
Mentre camminavo a naso in su urtai qualcuno e finii a terra.
-Mi scusi tanto - dissi alzando lo sguardo verso la persona che avevo urtato e rimasi di sasso trovandomi davanti un ragazzo di bell'aspetto.
-Tu non dovresti essere qui- disse aiutandomi ad alzarmi -Loro potrebbero vederti -
Aggrottai le sopracciglia e lo guardai confusa -Come?! Loro chi?!-
-Ah no, stavo solo provando il copione per la recita di fine anno- rise lui passandosi una mano tra i capelli - Non volevo spaventarti - mi tirò su -Io mi chiamo Kohaku Nigihayami, ma chiamami pure Haku -
Sorrisi a mia volta spolverandomi la divisa - Chihiro Ogiro piacere di conoscerti, Haku-San - mi sembrava di averlo già visto da qualche parte, ma non ne ero sicura.
-Che tipo di messa in scena porta la tua scuola?- chiesi mentre ci dirigevamo verso la stazione dei treni.
-Si chiama "La città incantata" - Disse guardando il cielo.
Mi soffermai a guardarlo, sembrava molto più alto di quanto realmente sembrasse, la mia mente cose subito al pensiero del dragone sinuoso che ogni notte popolava i mei sogni, Haku mi ricordava proprio quel medesimo drago.
-Il tuo nome ricorda vagamente il fiume prosciugato, lo ricordo perché da piccola avevo perso una scarpetta in quel fiume e stavo annegando quando qualcuno mi ha riportata in superficie.- dissi più a me che a lui.
-Lo ricordo quel fiume, da piccolo ci andavo spesso a giocare dopo scuola... è un peccato che l'abbiano prosciugato- Disse Haku con una punta di rammarico.
- Bene, noi ci separiamo qui, mi ha fatto molto piacere conoscerti Chihiro San- Haku mi salutò e prese lo shinkansen, lo salutai con la mano mentre mi dirigevo al mio sportello per prendere il treno dopo.
Mentre entravo nel mio vagone ripensai a Kohaku chissà se l'avrei rivisto... speravo proprio di sì.
Arrivai appena in tempo, mi sedetti al mio posto lato finestra, avevo cambiato sezione e compagni di classe, tutti per me erano volti nuovi.
-Guarda che coincidenza -
Mi voltai di scatto ritrovandomi come vicino di banco proprio Haku San il suo volto però era cupo.
Non riuscivo a capire se fossi io a renderlo così, anche poco fa mi sembrava abbastanza serio, e poi con tanta facilità aveva sorriso.
Mi limitai solo a sorriderli, come ragazzo era piuttosto bizzarro ma, allo stesso tempo mi attirava come una calamita.
Senza volerlo sul quaderno avevano disegnato la sagoma del dragone che popolava i miei sogni, lo richiusi spingendolo lontano.
Ma che mi stava succedendo!
-Ogiro?-
Non avevo neanche sentito la Sensei (Professoressa) che mi stava chiamando.
-OGIRO!- gridò questa volta Sobbalzai alzando la mano.
Una vecchietta tutta rughe da un possente naso aquilino e da un esorbitante crocchia in testa mi scrutava tra i miei compagni di classe.
-Pre...presente- dissi flebilmente alzando la mano, un altro brivido mi pervase...
-Fa più attenzione stupida ragazzina!- gracchiò lei segnando qualcosa nel registro di classe.
Perché tutto mi ricordava il mio sogno?
Pensai che forse stavo impazzendo, o forse stavo dando troppa importanza a quello stupido sogno.
Per tutta la mattinata mi sentii osservata, Haku mi fissava da dietro il suo libro di testo, e pure a pranzo non mi tolse gli occhi di dosso... mi aveva persino offerto un suo nigiri che puntualmente rifiutai con gentilezza.
Appena scoccarono le sedici, infilai tutto nello zaino e uscii di corsa.
Dovevo dare una mano al ristorante di mamma e papà ed ero già in super ritardo.
-Sono a casa!- gridai entrando mentre mi toglievo le scarpe e poggiavo lo zaino nel mobiletto.
-Chihiro fa presto! Siamo indaffarati - mamma urlò dalla cucina, corsi in camera mia e mi cambiai con la divisa del ristorante, scesi di sotto e iniziai a lavorare.
Conoscevo quasi tutti, erano clienti abituali che dopo il lavoro si fermavano da noi a cenare, portai il Ramen in tutti i tavoli.
-Ecco a lei... Haku-San?- sbattei le palpebre per ben due volte...
lui sorrise e prese la ciotola di ramen dalle mie mani, il suo tocco mi diede una leggera scossa.
- Non ti ho mai visto qui- dissi con un filo di voce.
Il ragazzo poggiò lentamente la ciotola sul tavolo e fece spallucce -A scuola dicono che da te si mangia bene, ho voluto testare, non ho genitori così se mi trovo bene qui, potrei ritornare, invece che mangiare da solo non trovi?-
Mi rattristai per quello che avevamo appena scoperto, Haku era orfano.
-Certo che si! E se hai bisogno di un lavoro chiedi pure, un altro paio di mani mi farebbe comodo -Sorrisi - in più se lavorerai qui avrai tutto il ramen che desideri gratis -Sorrisi, non so perché lo avevo detto, ma lo volevo vicino a me.
Mamma che aveva sentito tutta la conversazione anuii con vigore - Abbiamo una piccola cameretta vicino a quella di chihiro, possiamo offrirti quella in cambio del tuo lavoro, e ovviamente anche Ramen gratis -
Haku ringraziò mia madre più e più volte -Mi state salvando la vita signora, le sono debitore- disse lui stringendo le mani di mia mamma.
Non so per quale motivo ma vidi gli occhi di Haku brillare di una strana luce, a modo suo era affascinare con un portamento da principe.
Haku si mise subito a dare una mano nel piccolo ristorante di famiglia.
Si muoveva sicuro tra i tavoli offrendo sorrisi gentili.
Haku a modo suo brillava di luce propria e io mi pesi a rimirarlo.
La mia vita stava cambiando ma ancora non me ne ero resa conto.

RITORNO ALLA CITTÀ INCANTATA. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora