IL DRAGONE

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Era già trascorsa una settimana, e il lavoro al ristorante per me era un'occasione come un'altra per avvicinarmi sempre di più ad Haku, i suoi sorrisi erano impagabili tanto da far innamorare le donne in carriera... avevo poco da dire su Haku, il suo portamento da persona adulta piaceva molto alle ragazze, e non solo.
Io a differenza sua ero molto goffa e sbadata.
Non mi trovavo a mio agio né con gli uomini d'affari né con i miei coetanei... ma con Haku era diverso, con lui avevo voglia di parlare di conoscerlo.
Ogni volta che vedevo una sua cliente ridere, dentro di me sentivo come un peso opprimente nel petto.
Non capivo il senso di quella gelosia sfrenata per lui.
La cosa mi dava fastidio, non c'era motivo di provare gelosia per Haku era solo un compagno di classe e un nostro aiutante.
Finii di prendere la mia ultima ordinazione, mentre con la coda dell'occhio guardavo la tavolata di ragazze che civettavano tra di loro lanciando occhiate poco benevoli ad Haku, mi avvicinai a loro e schiantai sul centro del tavolo il vassoio contenente sei ciotole di ramen.
-Dico io che modi rozzi e poco raffinati hai- disse la prima lanciandomi un'occhiataccia -Non hai nulla di Haku, dovresti prendere esempio da lui sai?- disse un'altra
-Già il portamento di Haku si addice di più ad un cameriere, invece il tuo rispecchia questa bettola che chiamate ristorante - sopraggiunse una terza ragazza, mentre le altre annuivano all'unisono come un branco di alpaca -Non capisco nemmeno come uno come Haku abbia deciso di lavorare in un posto simile... poteva di gran lunga cercare un ristorante migliore-
Non ci vidi più, presi l'ultima ciotola rimasta nel vassoio e la rovesciai sulla testa della ragazza che aveva parlato per ultima.
-Non ti azzardare mai più! Non osare mettere in cattiva luce questo ristorante e i suoi dipendenti-
Il chiacchiericcio nella sala si spense piano piano ritrovandomi puntati a dosso milioni di occhi sbalorditi.
Stavo per continuare la mia predica quando sentii una mano calda stringere la mia spalla.
-Avete usato parole troppo dure, io non meritavo posto migliore- mi voltai e mi ghiacciai all'istante, la voce,come gli occhi di Haku erano freddi, i suoi occhi ambrati lampeggiarono di rabbia e risentimento, questo era un lato di lui che ancora non conoscevo... metteva quasi paura.
Mia madre ci congedo entrambi, mentre tentava di risolvere la situazione con le commensali.
Mio padre invece ci chiamò in cucina e ci affidò la lista della spesa.
In garage avevamo una sola bicicletta così Haku si offrì volontario per pedalare, così mi sistemai comoda sul portapacchi.
-Tieniti stratta A me - disse lui guardandomi di sbieco, la sua voce era tornata la solita, e il suo sorriso mi illuminò l'animo.
Intrecciai le bracci su i suoi fianchi mentre Haku partì veloce verso il combini (supermercato aperto 24h su 24 ) più vicino.
-Haku posso chiederti una cosa?-dissi mentre passammo a fianco un vecchio parco giochi abbandonato da tempo.
Haku annuì senza staccare gli occhi dalla strada.
-So che mi prenderai sicuramente per pazza ma credo di esserci già passata da queste parti, mi ricordo questo parco giochi, anche se posso assicurarti di non esserci mai entrata!-
Sentii la schiena di Haku irrigidirsi leggermente, per poi tornare di nuovo morbida.
-Io credo di averti già visto, lì- azzardai.
La schiena di Haku questa volta vibrò e sentii per la prima volta il suono cristallino della sua risata.
-Chihiro tu lavori troppo di fantasia, so di per certo di non essere mai entrato in un posto simile!-
Mi sentii subito sciocca ad aver pensato una cosa simile, le mie guance avvamparono di colpo... non parlai per tutto il tragitto, né tanto meno parlai una volta entrata dentro il supermarket.
Solo dopo che Haku ebbe finito di sistemare le buste della spesa sul cestino mi rivolse la parola - Chihiro,Ti ho per caso offesa in qualche modo?- lo disse guardandomi negli occhi.
- Come...oh no, non è per quello che hai detto tu, è che io dico cose strane, è da un po' che faccio sempre il solito sogno di questa città dentro quel parco giochi, mi ricordo ogni dettaglio, i binari della ferrovia, le taverne, le terme, il signor kamaji, la dolce Ron, la strega Yubaba e la sorella Zeniba, poi appare sempre un dragone dai lineamenti sottili che vola nel cielo. So di per certo di stare impazzendo -
-Chihiro, non credo che tu sia pazza, semplicemente ti stai fasciando troppo la testa su un sogno che non ha fondamenta - Haku mi sorrise gentile.
Chinai la testa e annuii aveva ragione, il suo essere così maturo faceva apparire me ancora come una bambina.
-che hai ?- Haku mi tirò su la testa con due dita -Chihiro San guarda che avere tanta fantasia non è reato - sorrise di nuovo e mi persi dentro quell'oro colato che erano i suoi occhi.
Mi sembrava così assurdo.
-Torniamo a casa- dissi rammaricata mentre salivo sul portapacchi della bicicletta.
-Guarda, Guarda chi si vede, la signorina Ogiro e il suo accompagnatore-
Mi voltai intercettando lo sguardo della Sensei Yubaba.
-o dovrei dire Sen e il traditore- gracchiò di nuovo facendo spazio fra di noi.
-Smettila Yubaba! Lasciala stare, ha rispettato il patto - Haku mi si parò di fronte.
-finchè non ricorda non puoi sfiorarla - ribattè  lui
La Sensei rise di gusto -Non potrai proteggerla per sempre Haku-
-Per te vecchia strega sono solo Kohaku - Haku si era avvicinato alla vecchietta serrando i pugni.
Ma di che diavolo stavano parlando quei due? E menomale la pazza ero io.
- che sta succedendo!- mi intromisi gridando quel tanto che bastava per richiamare l'attenzione su di me.
-Sai piccola Sen forse non sei del tutto pazza come credi - disse la Sensei Yubaba facendo alcuni passi verso di me, e poi perché mi chiamava Sen...
-stai solo ricordando, è inevitabile, non hai rispettato la promessa di Haku, ti sei voltata prima di uscire dal tunnel del parco giochi -
Continuavo a non capire.
-tu e la tua famiglia vi siete intrufolati nella mia città, i tuoi genitori avidi si sono ingozzati del cibo degli spiriti e per punirli li ho tramutati in maiali, non ricordi? Mi hai chiesto persino aiuto, ti ho dato un lavoro alle terme e questo stupido di un dragone ti ha aiutata a fuggire! Non ti sei dimenticata il tuo nome anche se io te lo avevo portato via, mi hai ingannata, e hai fatto di testa tua, quello non è un sogno è la verità- disse ridendo
Sentii il peso di tutta me stessa sprofondare al suolo, ora tutto aveva preso forma, ricordavo ogni singolo dettaglio, ricordavo che dopo il trasloco avevamo smarrito la via di casa.
Ricordavo la città incantata, dove per la prima volta avevo incontrato Haku... i miei occhi si riempirono di lacrime.
-converrai con me che non posso lasciarti impunità stupida ragazzina-
-Che devo fare?- alzai la testa strappandomi le lacrime dagli occhi.
-semplice, se tieni ai tuoi cari torna con noi nella città incantata- gracchiò -Altrimenti mi vedo costretta a prendere decisioni poco ortodosse -
-Yubaba non puoi chiederle questo, qui è il suo mondo lei deve rimanere qui!- Haku si parò nuovamente davanti a me abbassandosi al mio livello -Sta tranquilla non permetterò che ti porti via, sono qui per proteggerti, ora dobbiamo andare Chihiro - bisbigliò Haku al mio orecchio, io anuii mentre frammenti di cristallo fuoriuscivano dalle sue dita in un attimo mi ritrovai a toccare il cielo, sotto di me Haku aveva dato libertà alla sua vera forma.
Il dragone era tornato.

RITORNO ALLA CITTÀ INCANTATA. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora