Parte 3 NASCONDERSI E RICOMPARIRE

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Partecipa alla festa più per la parola data al suo rappresentante che per interesse proprio; la noia lo ha già avvolto nelle sue spire, sorride a fatica, si sforza di parlare con chiunque e si sottopone al martirio delle foto.

Cerca una via d'uscita poi il destino gli fornisce un aiuto inaspettato... alto, biondo, dalla camminata disinvolta; spicca tra gli altri e cattura l'interesse di molti, uomini e donne indistintamente, simula indifferenza ma è da quando è entrato nella Discoteca che ha sentito il suo sguardo seguire ogni suo movimento.

Socchiude gli occhi colto da un senso di colpa improvviso che si sforza di scacciare.

"Perché non giocare con la stampa? Perché non montare uno spettacolo che arrivi sino a Lui" - per troppo tempo ha tenuto un profilo basso e si è nascosto per leccare le proprie ferite.

"Scusami, devo andare."

Prende al volo due coppe di champagne e si dirige verso di lui avvolto dal suo sguardo insistente.

"Ciao. Ti va di ballare un poco? Questa festa inizia ad annoiarmi."

Il solito sorriso ammiccante, uno sguardo tentatore ed è già sulla pista lasciandosi trasportare dal ritmo scatenato.

Sente il rumore delle macchine fotografiche, questa volta non gli interessa, tutto fa parte del gioco... della giostra che sta montando a suo uso e consumo.

Due ore dopo la sua testa sta scoppiando... il biondino si è rivelato di una noia mortale e non sa come liberarsene.

"E' tardi. Domani ho delle riprese da terminare."

"Mi accompagni a casa? Puoi salire per bere qualcosa, se ti va. Abito nello stesso palazzo del tuo amico."

La notizia risveglia il suo interesse; sicuramente qualche paparazzo lo seguirà... e il palazzo ha una entrata secondaria che quasi nessuno conosce.

Sorride compiacente, gli mette una mano sulla spalla e lo precede verso l'uscita; lui si stringe al suo fianco come una ventosa certo di aver fatto una conquista.

Come previsto, due fotografi lo seguono da lontano; non perde il sorriso mentre chiede ad un passante di scattargli delle foto, con il suo cellulare, insieme al compagno che sorride compiaciuto.

"Che avrà da ridere poi!"

Il percorso è breve, lascia l'auto parcheggiata in modo che si possa vedere bene ed entra nel palazzo; per fortuna abita al terzo piano, non avrebbe potuto sopportare un percorso più lungo.

Giunti sulla porta di ingresso finge una chiamata telefonica; bacio fugace, un saluto ancora più veloce "Mi dispiace, un impegno che avevo dimenticato."  poi la promessa di rivedersi presto – "Fossi matto!" – e già corre per le scale ridendo dell'espressione sconcertata che ha visto sul suo volto.

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