Un sacco di Hobby.

183 16 4
                                        

Passarono giorni, settimane da quella sera. Insieme eravamo complici. Lui era sempre Joker, a volte le sue reazioni mi turbavano ma era parte del gioco, un gioco che valeva la pena giocare pur avendo il rischio perenne di farsi molto, molto male. In tutto quel periodo io continuavo a fare il mio lavoro, cercando di capire da cosa scaturisse tutto questo sadismo, manie di grandezza e tutto il resto. Un pomeriggio mi mandò a casa sua per prendere le sue cose. Mi dette le chiavi di casa e mi scrisse cosa dovevo prendere e dove lo dovevo cercare; arrivai davanti a casa sua e mi accorsi che era una reggia, un teatro abbandonato trasformato in una villa molto moderna. Con le chiavi aprì la porta d'ingresso ma mi ritrovai davanti 2 bestioni che mi stavano puntando le pistole alla testa. <Ehi ragazzi calmi. Mi manda Joker.> dissi mostrando le chiavi e il biglietto scritto di suo pugno. <Non possiamo crederti, per questo dovremo ucciderti.> disse uno dei due poggiandomi la pistola alla tempia. Mi trovai un attimo destabilizzata, Joker mi aveva detto che mostrandogli le chiavi mi avrebbero creduto ma così non fu. Dalla tensione spostai i capelli dalle spalle e l'altro bestione si soffermò a guardare il mio tatuaggio. <Ci scusi signorina! Non avevamo capito che lei fosse... ecco... non dica nulla a Joker la prego, perdemmo la vita e il lavoro!> mi stava supplicando. Risi e li passai, salendo al piano di sopra. Quello che trovai mi diede un po' d'ansia. I muri bianchi erano ricoperti da un'unica scritta "HA HA HA HA HA!" La sua risata era stata impressa persino nei muri, non solo nella mia mente. Scossi la testa e andai dove mi diceva il biglietto. Aprì la prima porta sulla destra e trovai una camera gigantesca, con tutti i comfort e un piano forte a coda bianco. <Fantastica.> dissi passando una mano sul piumone viola del suo letto. Aprì l'armadio e presi tutto quello che dovevo prendere, tra gioielli e abiti riempì tre sacchi. Uscì richiudendomi la porta alle spalle e scesi di nuovo le scale. Prima di andarmene mi rivolsi ai 2 uomini che facevano da cani da guardia a quella reggia <Non sono la fidanzata di Joker, sono solo la sua psichiatra.> dissi per poi riprendere la mia strada e tornare da Joker. <Ehi J! Sono tornata!> dissi, posando i sacchi davanti alla porta e chiudendola con il piede. <Ma bentornata!> mi accolse con uno dei suoi soliti gesti eclatanti, un inchino teatrale, come quello della prima volta che me ne sono andata dalla sua cella all'istituto. <Ti hanno rotto i coglioni Jim e John? > chiese prendendo i sacchi e caricandoseli in spalla per portarli in camera. <Ci hanno messo un po' per capire chi ero, ma alla fine si sono scusati e mi hanno lasciato fare il comodo mio.> dissi omettendo la parte dove mi puntavano le pistole alle tempie e minacciavano di uccidermi. Da quel giorno passarono altre settimane, ormai erano 2 mesi che Joker stava da me e un giorno accadde quello che non avrei ma voluto che accadesse. <Ehi, io vado a buttarmi un po' sul letto.> mi disse Joker, io annuì e mi misi a fare le faccende di casa. Mentre lavavo i piatti suonarono alla porta. <Dylan! Da quanto tempo!> dissi, sorridendo al mio amichetto, lui sorrise <Sono venuto per accertarmi che Joker sia qua.> disse, passando la porta e lasciando che la chiudessi alle sue spalle <Ti chiedo solo di non disturbarlo. Non si sentiva molto bene ed è andato a letto.> dissi, facendo strada verso la camera. Lui annuì e aprì la porta. J era li, sdraiato su un fianco che riposava. <Perfetto.> disse, per poi lasciarmi richiudere la porta. <Senta Andra... volevo chiederle se una sera di queste le piacerebbe venire a cena con me.> chiese, poggiandosi al muro dietro di lui. Io sorrisi <Dylan, mi dispiace ma in questo periodo ho troppo a cui pensare. Tra le cure sperimentali che sto provando con Joker, la stanchezza psicologica che deriva dagli impegni che ho, la stampa che mi sta alle calcagna per sapere qualcosa di nuovo sul mio paziente... Mi dispiace ma non ho tempo per la vita sociale.> dissi, cercando di esprimere tutto il mio dispiacere verso quella proposta che non avrei mai accettato. Vidi il suo volto tendersi <Capisco, magari un caffè? Sa, è da quando è arrivata a lavorare da noi che sento qualcosa per lei...> disse. Cazzo aveva messo in mostra i suoi sentimenti... <Dylan davvero... non ho tempo ne voglia per una relazione.> La sua faccia si incupì maggiormente, poi vidi un lampo nei suoi occhi. Da psichiatra qual ero non mi piacque per niente quella reazione. <E dai, non le chiedo mica nulla di che! Solo un caffè e magari un bacio, qualche palpata.> Adesso stava esagerando. <Per favore Dylan vattene.> dissi, ma sembrò non importargli, con una mano mi spostò i capelli dalla scapola e notò il tatuaggio. <Proprietà di Joker?> lesse, guardandolo attentamente. Io non risposi. <Ecco perché hai fatto trasferire qui Joker! Volevi scopartelo! Sei la puttanella di Joker adesso?! E pensare che mi piacevi!> quasi gridò quelle parole, per poi mollarmi uno schiaffo molto sonoro. <Ma che cazzo fai?!> dissi, tenendomi la guancia dove avevo ricevuto lo schiaffo, stavo per riceverne un altro quando la porta si aprì e uscì Joker, con gli occhi iniettati di sangue. <J calmati.> dissi, già consapevole di cosa stesse per succedere. <Sono calmissimo bambolina, voglio solo dire due paroline dolci a questo gentilissimo signore.> Rise, rise molto, poi si fece serio tutto in un colpo e prese Dylan per la maglia alzandolo da terra di quasi un metro. <Stammi ad ascoltare bene, perché non ho intenzione di ripetertelo due volte. Credi di conoscermi ma, indovina un po'? Non è così e adesso mi appresterò a spiegartene il motivo. Se tu mi conoscessi bene sapresti dei miei vari hobby, dai coltelli alle spade, ai proiettili, le carabine, persino le ghigliottine per dita mi affascinano. Sai ne avevo una da bambino -stava parlando in un modo così sadico ma naturale e aveva un sorriso a 32 denti stampato sul volto.- Ci decapitavo le bambole. Ma, aspetta?! -si s'interruppe per prendere una penna dal taschino della giacca di Dylan- Oh si! Sei consapevole di come si cavano bene gli occhi alle persone, che provano anche solo a guardare il mio zuccherino, con una penna? Basta prima infilzarla nel bulbo per poi fare leva verso il basso- Mentre teneva la penna, senza distogliere lo sguardo da quello del ragazzo, faceva i movimenti che descriveva-. Un gioco da ragazzi! Non sai quanto mi piacerebbe farti vedere molto da vicino come si faccia, magari cavandoti proprio gli occhi, o tagliandoti quelle belle manine che hanno osato toccare la mia bimba ma non posso fare nulla di pratico per adesso. Ma, ehi, non prenderla come una minaccia, bensì come una promessa.> rimasi stupita dalle parole così sadiche dell'uomo che avevo accanto. Dylan, inutile dirlo, aveva gli occhi fuori dalle orbite e non azzardava a muovere un muscolo. Picchiettandogli a mano aperta sulla guancia, Joker, concluse il suo monologo dicendo <Non sto nella pelle per mostrarti i miei giocattoli. Adesso evapora e non dire nulla di quello che è successo, sennò qualcuno che ami si farà molto, ma molto male.> Dylan si alzò tremando e corse via, mentre Joker rimase a fissare il vuoto ridendo. La sua risata sadica era quella che incuteva più terrore. Sempre con una mano sulla guancia lo guardai. <Joker...> non riuscivo a trovare le parole per descrivere quello che provavo. Lo volevo ringraziare perché mi aveva salvata da un pestaggio, ma volevo dirgli che in quel momento ero terrorizzata da quella mente che tanto mi affascinava. <Shh -disse mettendomi un dito davanti alla bocca.- so che stai pensando: vorresti ringraziarmi perché ti ho salvato ma allo stesso tempo hai paura di me.> rimasi confusa. <Tu mi parli con gli occhi bimba, non vedrai mai quella parte di me, almeno che tu non mi faccia incazzare.> concluse. La cosa mi rincuorò appena, poi mi strinsi al suo petto e sospirai. <Cosa devo fare con te?> chiesi. <Amami.> rispose.

*Angolo autrice*
Buonasera a todos! Sono tornata e stavolta in pianta stabile! avevo perso la password e non mi ricordavo con quale email ero segnata così sono stata 5 mesi a cercare di entrare nel mio profilo fino a che ce l'ho fatta.Scusate se vi ho lasciato con l'amaro in bocca ma la pazienza è la virtù dei forti, no? Scherzi a parte, spero vi piaccia. Un bacio <3

Inside his head.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora