Il nuovo "amico".

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<Bentornata Dottoressa.> mi disse, con un sorriso Dylan, il capo del reparto di massima sicurezza. <Grazie Dylan, oggi con chi ho l'onore di parlare?> chiesi prendendo i fascicoli sulla mia scrivania, <Oggi, dopo i suoi soliti pazienti avrà a che fare con il peggiore.> disse, mettendomi un fascicolo fresco di stampa sotto il naso. Sulla copertina c'era scritto un messaggio per me da parte del direttore: -Cara, carissima Dottoressa Fenix, vorrei proporle il caso più difficile di tutto l'istituto, non ostante la sua giovanissima età la ritengo una psichiatra d'eccezione e, magari, potrà capire cosa si nasconde nella mente del nostro soggetto 3492. Distinti saluti Mr. Coleman.- Incuriosita aprì il fascicolo del mio nuovo "amico" e lessi.
Nome: Sconosciuto
Cognome: Sconosciuto
Data di nascita: Sconosciuta
Familiari rintracciabili: Nessuno
Segni particolari: Joker.
<Spero stiate scherzando!> sbottai lanciando il fascicolo in faccia a Dylan <Che posso fare io con il criminale peggiore della storia di tutto questo fottutissimo paese?!> lui rimase quasi sconvolto dalla mia uscita ma era ragionevole... proprio io, una ragazzina di appena 20 anni laureata in psichiatria da meno di un anno, dovevo aver a che fare con quel manicomio vivente? <E no cazzo, stavolta Coleman ha superato il limite! Mi ha detto di prendermi cura di Killer Croc e l'ho fatto, di El Diablo che per poco non mi faceva diventare un pollo arrosto, DeadShot e tutti gli altri che mi sono accollata, ma Joker no! Rischierei di impazzire anche io con quello là, e non sarei la prima!> detto questo sprofondai nella sedia del mio studio, sperando che il tempo dalle 9 e 30 che erano, non passasse mai. <Deve vedere Joker alle 12 e l'incontro durerà un ora.> disse Dylan prima di congedarsi con un cenno della testa. <Se non mi sono suicidata prima, ci vediamo là.> dissi ironizzando sulla mia sorte. Feci le mie visite ad i miei amati pazienti e quando mi accorsi che mancavano 10 minuti all'ora X, iniziai a incamminarmi verso la sua camera, lasciando il povero DeadShot nelle mani del mio collega Peter, un coglioncello che si sarebbe lasciato fottere anche da un bambino. <Allora non si è suicidata dottoressa.> disse in tono troppo scherzoso Dylan, che accorgendosi del mio sguardo poco rassicurante, corresse il tiro continuando < Intendevo dire che è una persona diligente e che non scappa dai sui impegni.> si era salvato in calcio d'angolo quel caro ragazzo biondo che in quel momento avrei molto volentieri attaccato da qualche parte. Dylan era il mio capro espiatorio per le situazioni tipo quella che stavo per vivere, del resto con me c'era sempre e solo lui... povero. < Allora... andiamo?> chiese avvicinandosi alla camera del fantomatico Joker, io annuì pronta al peggio. <Joker! Hai visite, la tua nuova psichiatra è qui per fare amicizia, fai il bravo.> disse Dylan, con una punta di terrore nella voce, verso la piccola fessura che si era creata tra lo stipite e la porta. <Ma prego Dottoressa, benvenuta nella mia umile dimora.> disse una voce roca dall'interno della stanzetta. Mi feci coraggio e varcai la soglia, chiudendomi alle spalle la porta di ferro.

Spazio autrice.
Salve a tutti, questa è la prima storia su Joker che scrivo. Il primo capitolo funziona un po da introduzione, quindi la vera storia inizierà dal secondo. Questo è tutto.
Un bacio.

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