Vicki Vale

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10 settembre. Un buon giorno per morire, ovviamente si fa per dire. Primo giorno dell'ultimo anno di scuola. Scuola superiore di Burbank. Ultimo anno. Cristo. Non so che fare dopo il diploma. In realtà non so che fare nemmeno durante gli studi per il diploma. Dovrei iniziare a pensarci, magari senza rimandare, anche se ora non è il momento più adatto ma non perché sia chissà che strano momento per me semplicemente non è davvero l'ora giusta; sono solo le 6 del mattino! Ora devo solo convincere il mio corpo a sedersi e a capire come coordinarsi. Ci riesco.. più o meno. Mi sollevo faticosamente, la forza di gravità ed il letto sono ottimi nemici, così come lo è l'apparente cataratta che sembra essersi impossessata dei miei occhi. La sveglia continua a suonare come fosse l'allarme dei militari che annuncia un attacco nucleare. Cerco con la mano il bottoncino per spegnerla, lo cerco, continuo a tastare, ci sono quasi e... la prendo e la lancio contro la porta. Incominciamo proprio bene! Mi riaccascio sul letto quando quella porta, che fino a mezzo secondo fa è stata vittima dei miei doppi tentati assassinii, e dico doppi perché essa è sopravvissuta ma la sveglia è andata, si apre come sfondata da un toro infuriato. Io continuo a fissare la sveglia, la fisso, era un regalo, o almeno credo, la vedo sfocata, sembra quel famoso quadro con gli orologi che si sciolgono, avete presente? Una furia, un tornado Catrina, l'esplosione di chissà quale vulcano ancora attivo sotto la crosta terrestre, entra in camera mia scuotendomi come se cercasse di salvarmi da ciò che questo stesso fenomeno terrificante ma sorprendente, al tempo stesso, della terra ha causato.

"JAKE!" – vi presento mia sorella, gemella, in realtà, e la sua delicatezza –

"MMMMH. Che.. c'è.. eeee?!"– la caccio via, picchiando l'aria mentre soffoco nel cuscino; un silenzio spaventoso inizia ad aleggiare nella stanza, sposto di poco il viso, mi strizzo un occhio e cerco di guardarla con la coda dell'occhio; è già vestita, pettinata, ordinata; i suoi capelli neri già raccolti in una specie di palla pelosa dietro la testa, i suoi occhiali sono spariti, si è messa le lenti a contatto (in vena di conquiste?); non sono abituato a vederla senza i suoi RayBan neri ma devo ammettere che le lenti mettono in risalto i suoi occhi verdi; l'unica cosa che, per carità le sta bene eh, non mi convince molto è il suo vestito bianco con una varietà floreale dai colori chiari cinto da una fascia beige che le mette, secondo me, troppo in risalto le gambe, chiuse da dei sandali dal collo corto color cuoio chiaro, ripeto sta bene ma, per quegli animali che frequentano la mia scuola, forse anche troppo. Il punto fondamentale, anzi, i punti fondamentali, però, sono due.. PERCHE' URLA ALLE 6 DEL MATTINO? E PERCHE' E' GIA' PRONTA SE MANCANO DUE ORE ALLE LEZIONI?

"Che c'è.. CHE C'E'?! E' il primo giorno di scuola. Sono le 6.07, per la precisione e tu.. tu.., quello con la patente che accompagna la sua adorata sorellina a scuola, sei ancora in coma, nel tuo letto, in mutande, il che è imbarazzante dato che sono coi quadrifogli, complimenti per la fantasia comunque. Quindi ora ti alzi.." – mi prende le braccia e mi tira su; mi siedo come fossi un morto di quei film, tipo 'Una notte da Leoni', rapito da degli ubriaconi e portato in giro per la città – ".. e vai a fare colazione e, magari, anche una doccia giacché puzzi di morte e ti prepari per il tuo ultimo anno! Inizia a pensare al tuo futuro Jake Gallagher!"

Mi alzo. Mi stiracchio. Mi avvio verso la porta. Mi appoggio all'uscio e mi giro dietro verso di lei, mandandole un bacio, facendole l'occhiolino e sorridendo come un ebete mentre i miei occhi si richiudono. Mi avvio verso il bagno come un sonnambulo quando un cuscino mi colpisce alle spalle; mi giro. La guardo con un sorriso nascosto ma beffardo e con uno sguardo di sfida; lei mi guarda ed io inizio ad inseguirla su per il letto, per il corridoio, nel soggiorno; siamo uno al lato opposto del tavolo rispetto all'altra; lei va a destra, io a sinistra; qui ci vuole tattica Jake; bisogna essere furbi anche se con una donna è una missione. Alzo le mani in segno di resa. Le indico l'orologio fissato al muro sopra il frigo.

Jake - Baba YagaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora