Era il 10 Ottobre 1962 ed era autunno inoltrato, fuori l'aria fresca alzava le foglie secche ormai cadute dagli alberi e costringendo le persone a portare cappotti per coprirsi da eventuali malanni indesiderati, pensai che per quanto odiassi il freddo mi piaceva l'autunno e fra tre settimane è il mio compleanno che festeggerò da sola, come al solito, mia sorella è impegnata con la CIA e la mamma invece è a Seattle a parlare con un sopravvissuto della Shoa che si era detto disposto a raccontare le atrocità che i nazisti avevano commesso nella Seconda Guerra Mondiale, quanto mio padre è da diciotto anni che non mi fa gli auguri di buon compleanno e a me non interessa affatto, se sono veramente l'unica mutante è destino che rimanga da sola.
Sono in camicia da notte seduta nel mio studio cercando di scrivere un romanzo rosa ma la mia mente pare essersi chiusa quando sento qualcosa di morbido struggersi sulle mie gambe scoperte e quando guardai sotto il tavolo vidi Aslan il mio gatto con il nome del leone del libro le Cronache di Narnia che fa le fusa e capisco cosa vuole -Ho capito hai fame, vieni Aslan-.
Mi alzai dalla sedia e il gatto mi segui fino in cucina posizionandosi davanti alla ciotola di ferro, io apri un'anta sotto il lavabo e tirai fuori i croccantini che adora e glieli verso sulla ciotola -Tieni golosone, infondo non hai fatto colazione e per quelli nemmeno io-.
Lui miagolò per poi dedicarsi hai croccantini e io risi -Hai ragione sono smemorata-.
Dalla dispensa vicino al frigorifero tirai fuori del pane e lo tostai per poi metterci della marmellata di pesca e dal frigo mi versai un bicchiere di latte freddo che adoro e mi siedo sul tavolo a gustarmi la colazione pensando a come iniziare il libro quando sentì il telefono di casa squillare e mandato giù il boccone mi fiondai sul telefono prima che fosse tardi, tirai su la cornetta e dissi -Pronto? Qui Rachel MacTaggert-.
Dall'altra parte della cornetta sentì la voce di mia sorella "Ciao Rachel".
-Moira! Come stai?-.
"Non c'è male, tu invece?".
-Si, mi sto cervellando per un libro ma sto bene, tu sicura che vada tutto bene?-.
"Sto bene, perché me lo chiedi?".
-Hai una strana voce, comunque perché mi hai chiamato?-.
"Non posso chiamare la mia sorellina?".
-Si certo che puoi ma sono appena le otto e di solito a quest'ora si chiama per brutte notizie, ripeto è successo qualcosa?-.
Silenzio quindi dissi -Moira!Pronto! Ci sei?-.
"Si ci sono".
-Allora vuoi rispondere a questa domanda diamine?-.
"Si è successo una cosa ma non posso dirtela per telefono e poi diciamo che ho una sorpresa per te sorellina".
-Di che si tratta?-.
"Se è una sorpresa non posso dirtela ma ti piacerà, comunque quando possiamo trovarci?".
Questa cosa mi puzzava ma suscitava in me curiosità quindi dissi -Finisco di fare colazione e poi sarò da te,dove ci troviamo?-.
"In un bar del centro di New York chiamato Grey Lady nella Kenmare St., fai presto e ti offro un caffè".
-Va bene farò più presto che posso a dopo-.
Senza aggiungere altro mise giù il telefono lasciandomi interdetta di questa strana richiesta di trovarci in centro per chi sa quale motivo, spero solo che non si trovi nei guai o lei o la mamma,fini di mangiare e andai a cambiarmi optando per una camicetta rosa pesca, dei jeans chiari, delle ballerine nere e presi il mio cappotto color panna, mi assicurai che Aslan avesse tutto e uscì di casa diretta in centro.
Arrivata davanti al bar vidi mia sorella che aspettava davanti alla porta vestita con un cappotto arancione, gonna nera e stivaletti lunghi neri che guardava i passanti passare cercando di individuarmi ma alla fine mi vide e mi venne in contro con un sorriso stampato in faccia e mi abbracciò -Ciao Rachel-.
-Ciao Moira, allora dimmi che cos'è successo? È successo qualcosa alla mamma?-.
-Cosa?No, sei tremendamente curiosa-.
-Bè sorellina, mi chiami appena alle otto con un tono preoccupatissimo uno può pensare qualsiasi cosa-.
-Si lo so mi conosci ormai Rachy, quando succede qualcosa mi agito e poi già molti nella CIA non vedono di buon occhio le donne agente e quello che è successo mi agita e loro non mi hanno creduto, pensano che sono pazza e che quelli che ho visto sia solo la mia immaginazione cosa che non è perché so quello che ho visto...-.
Io interruppi il fiume di parole di mia sorella -Moria ferma!-.
Lei lo fece e quando constatai di avere la sua attenzione continuai -Devo essere sincera non ho capito nulla di quello che hai detto, perché mai i tuoi capi non dovrebbero crederti? E poi perché lo dici proprio a me?-.
-Non qui, dentro-.
-Moria lo sai che detesto i giri di parole-.
-Lo so ma non posso parlare qui ma dentro e poi, c'è la tua sorpresa dentro-.
-Va bene ma voglio il caffè, non ho dormito molto stanotte-.
Lei sospirò -Sempre il solito? C'è sempre papà che ti picchia?-.
Io annuì -Non lo vedo da diciotto anni e ancora mi sogno di lui, credimi a volte vorrei cambiare cognome così da lasciarmi il passato alle spalle ma poi penso che ho un'agente delle CIA come sorella e che lo tengo per lei-.
Lei rise e poi tornando seria disse -Lo so che è difficile e vorrei esserci stata io al tuo posto e mi dispiace che non sono tanto presente per te-.
Io gli sorrisi e dissi -Ho sempre odiato quando papà picchiava la mamma e non volevo di certo che picchiasse anche te Moira quindi è meglio così, infondo sono sempre stata l'anormale della famiglia-.
-Rachel sai che non è vero, sei come noi solo che sei una ragazza speciale con un dono straordinario-.
-Per te e mamma ma per papà...-.
-Lui lascialo stare, ho tagliato i ponti con lui da quando sei andata a vivere da sola scoprendo ciò che ti faceva, mi sento una sorella inutile per questo perché non ci sono stata quando avevi bisogno di me-.
-Ci sei adesso Moira e per me questo vale più di tutti il tempo che non ci sei stata-.
L'abbracciai e lei disse -Mi sorprendi ogni giorno di più sorellina-.
Risi e poi dissi -Allora entriamo? Qui stiamo rischiando di diventare dei ghiaccioli-.
-Hai ragione, dai che un bel caffè ti scalderà-.
-Lo spero- detto questo entrammo nel bar.
Il calore del bar mi entrò nelle ossa dandomi sollievo e il profumo del caffè mi solleticava le narici del naso facendomi sentire a casa, il bar era tapezzato di una carta da parati azzurra con delle rose gialle,attaccati hai due pilastri c'erano due piccoli specchi e delle foto di luoghi di tutto il mondo, il pavimento era di legno scuro che con i tacchi di mia sorella produceva un rumore sordo, i tavolini erano di legno ricoperti con delle tovaglie fiorite, il banco era anch'esso di legno scuro e posati sopra c'erano tazze sporche e piattini piene di briciole, la voce di mia sorella mi riportò alla realtà -Ehi Rachy! Tutto bene?-.
Io la guardai –Si tutto bene, ammiravo il bar-.
-Se vuoi ci torniamo ma ora seguimi- era un ordine diretto e ho imparato che quando Moira gli da non devo discutere quindi la seguì.
Mi portò nell'angolo a destra del bar dietro a una parete ed era un posto appartato e mi condusse a un tavolo per quattro occupato già da un ragazzo e una ragazza: il ragazzo era alto 1,70, capelli corti di un castano cioccolato, occhi azzurri come il cielo in estate, labbra carnose e niente barba, era vestito con una giacca grigio chiaro, camicia bianca, pantaloni grigio chiaro e scarpe nere, un bell ragazzo; la ragazza era alta 1,75, capelli lunghi e mossi di un biondo come l'oro, occhi castano chiaro, labbra carnose, era vestita con una maglietta marrone,sciarpa nera, cappotto nero, gonna corta e nera e lunghi stivali neri di pelle, i ragazzi impazziranno per lei.
Senza rendermene conto arivammo al tavolo e i due ragazzi che parlavano smisero e ci guardarono sorridenti, il ragazzo che sorrideva guardando mia sorella disse
-Moira finalmente, pensavamo che non venisse più-.
Anche mia sorella sorrise e disse -Come potrei se vi ho chiamato io?-.
-Giusta osservazione mia cara- mi faceva l'impressione di un uomo per bene.
Poi gli occhi del ragazzo si posarono su di me e ci restarono per pochi minuti e poi chiese
- Chi è questa bella ragazza di fianco a voi agente MacTaggert?-.
Moira mi posò la mano destra sulla mia spalla e io cercai di fare un bel sorriso, non voglio far fare brutte figure a Moira, e disse -Lei è Rachel MacTaggert, mia sorella minore-.
Lui si alzò sorridendomi porgendomi la mano
-Piacere Rachel io sono Charles Xavier e lei è mia sorella Raven Darkhölme-.
La guardai e lei sorridendo mi porse la mano dicendo -Piacere-.
-Piacere mio-.
Non si assomigliavano per niente e poi uno si chiamava Xavier e l'altra Darkhölme quindi come potevano essere fratelli, la voce Charles mi interruppe -Se ti può aiutare io e Raven siamo fratelli adottivi-.
Cosa? Come fa a saperlo?
Incredula chiesi -Come hai fatto ha...-.
-Come ho fatto? Semplice l'ho letto nella tua mente-.
-Nella mia mente?- guardai Moira che disse -Questa è la sorpresa di cui ti parlavo-.
Charles disse -A quanto pare sei una mutante anche tu,e hai anche una forte mutazione-.
Sgranai gli occhi, solo mia sorella sapeva cos'ero quindi deve averglielo detto quindi la guardai dicendo -Moira come hai potuto parlargliene?-.
-Rachy guarda che io non gli ho detto niente-.
-Allora come te lo spieghi quello che ha detto?-.
Prima che mia sorella potesse parlare Charles rispose -Semplice perché lo sono anche io mia cara e anche Raven-.
-Cosa? Siete mutanti?-.
Lui annuì e disse - Io sono un telepate, posso leggere nel pensiero e molte altre cose collegate alla mente delle persone-.
Raven disse -Io posso cambiare forma a mio piacimento...-.
Charles intervenne -In parole povere può impersonare ogni persona-.
Io rimasi sbigottita e dissi incredula -Forte ovviamente non puoi mostrarmi il tuo potere qui-.
Lei scosse la testa -Prima o poi ti farò vedere-.
-Sei unica Raven veramente-.
Lei sorrise un pò imbarazzata e poi Charles disse -Non restate impalate li sedetevi, abbiamo molto di cui parlare-.
Io mi sedetti tra Charles e Moira e dissi -Io non so neppure perché Moira mi abbia chiamato-.
Charles guardandola chiese -Non gli hai detto niente?-.
-Ho preferito parlarne faccia a faccia, non potevo parlarne a telefono-.
Finché loro parlavano io mi rintanai tra i miei pensieri, ho sempre creduto di essere da sola, l'unica che sapeva fare quelle cose ma ora tutte le mie convinzioni sono cadute come un castello di carte che prima era in bilico e per poi crollare senza fermarsi facendoti svegliare da un sogno ne brutto ne bello, ero felice di sapere che non ero sola nella terra ad essere diversa e questa felicità mi fece dimenticare tutti gli anni passati a pensare di essere sola al mondo.
Charles mi ridestò dai miei pensieri
-Rachel?-.
-Uhm?-.
-Rachel tutto bene?-.
-Cosa? Si si tutto bene perché me lo chiedi?-.
-Non parlavi più e ci stavamo preoccupando-.
-Scusa ma stavo pensando a delle cose- poi mi venne in mente una cosa e chiesi -Non mi hai letto nel pensiero vero?-.
Lui rise -No mia cara sta tranquilla- mi sorrise e poi chiese -Posso chiederti che poteri hai Rachel?-.
-Posso creare elettricità dalle mie mani a una potenza illimitata, posso creare i terremoti e posso teletrasportarmi dove desidero-.
Lui sgranò gli occhi e guardò la sorella che sostenne il suo sguardo per poi esclamare
-È incredibile...è...è...-.
Charles continuò -Magnifica-.
Moira disse guardandomi sorridente -Ve lo detto che è speciale-.
Io la guardai -Allora gli hai detto qualcosa-.
-Ho accennato solo che sei speciale e che saresti stata utile per quello che dobbiamo affrontare-.
Guardai Charles che mi guardava ancora estasiato e dissi -Perché ti sorprende tanto? Insomma anche tu sei un mutante,cos'ho di diverso?-.
Lui si sporse nella mia direzione e rispose
-Mi sorprende tanto perché la tua mutazione e tripla-.
-Tripla?-.
Lui annuì e disse -Le mutazioni triple sono più uniche che rare quindi in parole povere tu sei unica Rachel-.
-Sono l'unica quindi?-.
-L'unica esistente fin'ora, chi sa magari ce ne sono altri come te ma per ora sei l'unica esistente-.
Io chiesi con fare speranzoso -Quindi non siamo soli? Ce ne sono altri al mondo?-.
Lui mi sorrise e rispose -Non siamo soli e ce ne sono altri sparsi in tutto il mondo con mutazioni differenti-.
-Ho sempre creduto di essere sola-.
-Non lo sei Rachel e non lo sarai più te lo prometto-.
Gli sorrisi -Grazie Charles-.
-Di nulla- poi guardò Moira e continuò
-Credo che ora possiamo procedere-.
Io intervenni -Come procedere-.
Charles e Raven si scambiarono un occhiata e Moira disse -Vedi Rachel abbiamo a che fare con una minaccia alla sicurezza nazionale-.
Io la guardai allarmata -Del tipo?-.
Prima che mia sorella potesse rispondere arrivò la cameriera che cortesemente disse
-Buongiorno signori cosa posso portarvi?-.
Moira disse -Allora per me un macchiatone voi?-.
Charles rispose -Per me un caffè macchiato-.
Raven rispose -Io un latte macchiato-.
Io dissi -Invece a me un cappuccino-.
La cameriera sorrise e disse -Bevete qui o sono da portare via?-.
Guardai Charles e nella mia mente chiesi "La minaccia alla sicurezza nazionale si tratta di mutanti?".
Lui ricambiò lo sguardo e rispose "Si, che vuoi fare?".
"Parlare in un posto sicuro che non è qui".
"E dove?".
"Ora vedrai" detto questo prima che Moira potesse rispondere dissi -Da portare via grazie-.
-Arrivano subito- e se ne andò verso il bancone.
Moira mi guardò e disse -Perché da portare via?-.
-Parlare di queste cose qui dove c'è un sacco di gente non mi pare il caso e poi chi ti dice che in mezzo a questa gente non ci siano agenti russi?-.
Lei all'inizio non disse nulla ma poi sorrise e disse -Ti stai facendo carico del mio lavoro per caso?-.
Risi - Non lo farei mai sorella-.
-Hai ragione però,non deve trapelare niente-.
La cameriera tornò con le nostre ordinazioni e Moira le pagò e quando la cameriera se ne andò,ci alzammo e uscimmo dal locale,appena uscita il freddo tornò ad entrarmi nelle ossa e a pungermi la pelle delle guance che già erano un tantino arrossate dal gelo e mi strinsi di più al mio cappotto cercando un po di calore,ad un certo punto Raven che si stringeva a Charles chiese -Dove andiamo Rachel?-.
Io gli sorrisi -In un posto dove possiamo stare da soli-.
-E quale?-.
-Casa mia-.
Charles disse -Un posto tranquillo,ottima scelta-.
Moira disse -Andiamoci allora-.
Io dissi -Dobbiamo prendere il taxi però-.
Raven chiese perplessa -Dove abiti?-.
-A Brooklyn-.
Lei sgranò gli occhi -A Brooklyn? È un posto al quanto isolato-.
-L'ho scelto apposta, meno gente c'è meno rischio corrono-.
Charles chiese -Perché mai?-.
-I miei poteri sono distruttivi e non riesco a controllarli pienamente, ci riesco ma non a pieni poteri e questo potrebbe mettere in pericolo le persone intorno a me-.
-È solo timore o ti è successo?-.
-Timore-.
-Non devi averne-.
-Ne sei sicuro Charles? Non hai visto quello che so fare-.
-Hai ragione ma è tutto discorso di controllo,non devi lasciare che il potere controlli te e sei tu che devi controllare lui-.
-Non ci riesco sempre-.
-Guarda che nemmeno io all'inizio lo controllavo ma ci ho messo tutta la mia volontà e ora lo controllo, chi sa magari posso fare altre cose che non so e più avanti potrei scoprirli-.
-Mi piacerebbe saperli controllare e vorrei avere tutta la tua volontà-.
-Basta volerlo e posso aiutarti a controllarli se desideri-.
-Lo faresti?-.
-Certo, sei una di noi e sono felice di poter aiutare quelli della mia specie-.
-Ti ringrazio Charles-.
-Di nulla Rachel-.
Sorrisi e poi fermai un taxi che piano si accostò al marciapiede e salimmo, io mi misi tra Moira e Charles mentre Raven era dalla parte del finestrino che era opaco a causa della brina di ghiaccio che lo ricopriva, il tassista ci guardò dallo specchietto retrovisore e chiese -Dove vi porto signori?-.
Io dopo che mi fui sistemata nel sedile di pelle marrone del taxi risposi -A Brooklyn Heights per favore-.
Il tassista era di una carnagione abrata scura,corpulento, lunghi capelli neri e quasi unti, occhi sporgenti e grandi color cioccolato, una folta barba e portava una sigaretta all'angolo della bocca e con una voce roca disse -Ne è sicura?-.
-Se gliel'ho detto vuol dire che ne sono sicura e ora vada-.
-Ma è...-.
Ad un certo punto Charles ai toccò la tempia destra e guardò intensamente l'uomo che disse girandosi verso la strada -La porto subito signorina-.
Aggrottai la fronte e guardai il mio nuovo amico chiedendo nella mente "Che hai fatto Charles?".
Lui mi guardò "L'ho convinto a partire, aveva intenzione di continuare a conversare con te per molto tempo, tempo che perdiamo a parlare di cose serie".
"Sei pieno di sorprese".
"Grazie mia cara" detto questo il taxi partì per raggiungere casa mia.
Ero felice perché avevo scoperto che Charles e Raven erano mutanti come me e che quindi non sono sola al mondo come avevo sempre creduto.Personaggi e Interpreti:
- Rachel "Rachy" MacTaggert = Alicia Vikander.
-Moira MacTaggert = Rose Byrne.
-Charles "Charlie" Xavier = James McaVoy.
-Raven Darkhölme = Jennifer Lawrence.
Angolo Autrice:Buongiorno fratelli mutanti.
Ecco a voi il primo capitolo.
Allora Rachel dopo una vita normale è stata chiamata da sua sorella Moira, chi sa perché.
Ed ecco l'apparizione di Charles e Raven.
Cosa dirvi...spero che vi piaccia e alla prossima.
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X-Men: The Arrow.
FanfictionEssere considerati diversi non è mai una bella cosa ma la cosa peggiore è quando la paura ti condiziona per poi tramutarsi in rabbia, l'essere umano a paura di ciò che è diverso quindi questa paura si tramuta in odio verso coloro che sono diversi. P...