Oggi si stava meglio.
Anche se per "meglio", a parer di Yoongi, non c'era niente.
Il giorno successivo a quello della visita a casa di Jimin, quest'ultimo era rimasto a casa a causa dei residui post influenza.
O almeno così Yoongi pensava.La testa color pece si stava dirigendo ancora a casa del grigetto, attraversando di nuovo quella stradina secondaria ricoperta di neve, 8 centimetri per essere precisi.
In alcuni tratti di strada il ragazzo socchiuse gli occhi, ascoltando attentamente il rumore cupo che la neve procurava sotto ad ogni suo passo.
"Mi rilassa" diceva.
Si stava rilassando talmente tanto che non si era accorto di avere già raggiunto e superato la casa dell'amico.
Si voltò e ripercorse i propri passi fino a raggiungere la solita porta d'acero.
Bussò.
Un forte tonfo seguito da varie imprecazioni.
<Uh?>
Altrettanti rumorosi e veloci tonfi si avvicinavano sempre di più alla porta, finché quest'ultima non si spalancò.<Entra, veloce>
Disse il grigetto dalla chioma spettinata.Yoongi corrugò le sopracciglia, guardando il minore avvolto nel solito piumone giallo con le guance arrossate.
<Sei ancora ammalato?>
Lo sguardo del minore si sollevò, incrociando quello dell'altro.
<S-si, penso che mi sia tornata la febbre...Entra pure>
Indietreggiò e fece passare il ragazzo più alto.
Non avevo mai visto il suo lato premuroso.
Sorrise dolcemente.Il corvino diede una veloce occhiata ai vari quadri che ravvivarono il corridoio cupo e con la luce fioca di una lampadina che pendeva dal soffito.
Mi piace.
Infilò una mano nella tasca dei jeans neri che aderivano perfettamente alle sue gambe smilze e tirò fuori un bigliettino.
<I compiti>
Sorrise.Il tipo dal viso paffuto allungò una delle sue paffute e piccole mani verso il pezzetto di carta, afferrandolo e leggendolo attentamente.
<Mh... Grazie~>
Si inchinò accennandogli un tenero sorriso.Yoongi rimase a guardare il suo viso, ammirando ogni singola perfezione e imperfezione che lo rendevano ancora più attraente.
È così bello.<A che punto sei con il trasporto?>
Chiese il grigetto soffiandosi via una ciocca che gli stava punzecchiando il naso.
Yoongi sbatté un paio di volte le palpebre per cercare di assimilare la domanda.
<Abbiamo quasi finito, credo>
Spostò con una falange la ciocca di capelli che infastidiva il minore, avvicinandosi lentamente al suo viso.
<Ma penso che manchi ancora tanto perché dobbiamo ancora staccare i tubi dell'acqua, i cavi eccetera>
Sorrise di nuovo.Jimin si sentiva in trance quando vide l'amico avvicinarsi.
Aveva così tanta voglia di alzarsi sulle punte, prendere il suo viso scheletrico e connettere le loro labbra in un bacio desiderato e bramato da tempo.
Ma si limitò a ricambiare il sorriso.
<Non voglio che tu parta>
Fece un labbruccio.
Yoongi fissò quel labbruccio per troppo tempo, tanto da aver attirato l'attenzione del ragazzo.
<Ormai... Ormai abbiamo deciso così>
Alzò le spalle, sembrando ancora più altro agli occhi del grigetto.
Yoongi si guardò l'orologio al polso.
<Ora devo andare a cercare delle scatole per mia madre>
Si avvicinò.
<Tu rimettiti a letto e prendi le medicine>
Gli spostò la frangetta grigiastra.
<E non farmi stare in pensiero>
E diede un casto e delicato bacio sulla fronte calda del minore, allontanandosi poco dopo.Jimin arrossì nascondendosi nel piumone giallo.
<Ciao>
Salutò Yoongi uscendo dalla casa dell'amico.Ciao...
Pensò Jimin intanto che si stava sfiorando la fronte con il polpastrello dell'indice.Intanto Yoongi si stava dirigendo al supermercato per comprare gli scatoloni richiesti dalla madre.
Era così adorabile.
Entrò nell'edificio sfiorandosi le labbra pallide e screpolate dovute al freddo ghiaciale all'esterno.
