Capitolo 3: Young (1)

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"Cos'hai deciso di fare, Young?"

"Aspettiamo, Butch."

"Cosa?"

"Il momento giusto."

"Non sarà facile."

"Faraday ti sottovalutava, non sei stupido come sembri."

"Mi manca."

"Anche a me. Quel bastardo."

"E quindi cosa facciamo?"

"Di certo posso dirti cos'abbiamo fatto."

"Che cosa?"

"Abbiamo fatto male a metterci con quelli, Butch."

"E adesso?"

"Adesso aspettiamo, te l'ho detto. Una volta entrati in territorio indiano, loro dovranno andare a tentoni, mentre noi conosciamo queste piste a memoria."

"Io non mi ricordo così bene, Young."

"Lascia fare a me, Butch. Tu stai pronto. Appena avremo l'occasione, ce ne torneremo a casa. E magari riusciremo anche a vendicarci."

"Non voglio i soldi di chi ha ucciso Faraday."

"Eppure lui è sempre stato uno stronzo, con te."

"E' sempre stato uno stronzo con tutti. Ma gli volevo bene."

"Allora siamo d'accordo, Butch."

"Tu hai mai ucciso qualcuno, Young?"

"Non che io sappia. Sono un ladro, non un assassino."

"E come pensi di fare?"

"Non lo so. Ma qualcosa inventerò. Quei bastardi devono essere fermati."


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"Tieni, avvolgilo attorno alla ferita. Fermerà il sangue, almeno per un po'."

"Pensavo di avercela fatta, papà."

"Quando hai ha che fare con una bestia selvaggia, Neil, non pensare mai di avercela fatta. Quello è proprio il momento in cui finisci con il culo per terra."

"Non avrai freddo, con la camicia strappata?"

"Il corpo sa quando può sopportare, Neil. Non possiamo pensare di conoscere più cose della natura. Quando avrai freddo, ogni volta che avrai freddo, sarà lei a dirtelo, ragazzo."

"Lo terrò a mente, papà."

"Bravo, figliolo."

Angus Young battè sulla spalla del figlio, incamminandosi al suo fianco fino al piccolo ranch che aveva costruito in tutta una vita. Da quando era ragazzo, come suo padre prima di lui, non aveva fatto altro che lavorare con i cavalli, dei quali si poteva dire un profondo conoscitore, anche se non l'avrebbe mai ammesso per vantarsi, fosse anche al paese, con gli amici.

Avevano sempre avuto poco tempo, e denaro, per perderne altro a vantarsi, lui e Joni, sua moglie. L'aveva conosciuta appena emigrato, più di quarant'anni prima, quando ancora era poco più di un uomo che non aveva visto altro se non le terre più selvagge della Scozia, e che non sapeva leggere, o scrivere. Lei era figlia di un pastore, e l'aveva educato per la seconda volta, quasi fosse una madre ritrovata, quando si conobbero. Impiegò tre anni prima di riuscire a vergare la sua prima frase, e quando lo fece, decise che quello non era il motivo per il quale il Signore l'aveva mandato sulla Terra. Con i primi soldi che fece mangiando merda e carbone in miniera si comprò due cavalli, uno per lui e uno per la donna che gli aveva cambiato la vita.

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