"Non avrei mai creduto, tra tutti i posti in cui avevo pensato di correre una volta tornato, che sarei venuto qui."
Grissom lanciò a terra la pesante sacca che lo aveva accompagnato nel viaggio di ritorno verso Sud, abbandonandola sull'erba fresca, così verde da rendere incredula la primavera stessa.
Avanzò di un paio di passi e si sedette a terra, a gambe incrociate, poggiandosi sul lungo cappotto come fosse un tappeto, i gomiti appoggiati alle ginocchia, le dita intrecciate, lo sguardo rivolto alla lapide di nuda pietra che recava soltanto il nome, l'anno di nascita e quello di morte.
"Scommetto che non hai avuto molte visite. A parte quelli che ti hanno seppellito, intendo."
Osservò il modo grezzo in cui erano stati incisi nome e cognome: Terrence Reznor.
Con ogni probabilità il Governo non aveva voluto investire denaro nella sepoltura di quello che era stato uno dei criminali più terribili che avesse conosciuto nella sua pur giovane storia, e lo stesso si era salvato dalla fossa comune soltanto perché, in questo modo, avrebbe cominciato presto ad attrarre curiosi e visitatori.
"Arriveranno, stai pure tranquillo. Alla fine dei conti, avrai più gente tu pronta a passare dalla tua tomba di quanta possa sperare di averne io."
Si tolse il cappello. Aveva viaggiato in tutto il Paese per anni, eppure non aveva mai sentito così tanto il concetto di casa come in quel momento, sedendosi di fronte alla lapide di quello che era stato il suo nemico invisibile.
"Immagino che anche tu sia rimasto deluso. L'uomo più temuto che si potesse immaginare qui ucciso da una slitta. Il pensiero quasi mi seppelliva. Avrei davvero voluto essere io. O almeno, lo credevo."
Si passò la mano tra i capelli, stringendoli. Non aveva mai avuto tanti amici, e senza dubbio la persona che conosceva di più era quella che ora stava due metri sotto di lui, nella terra umida, chiuso in una cassa del legno più scadente che chi se n'era occupato avesse potuto trovare.
"Vuoi sapere la verità? Io e te siamo illusi. Abbiamo vissuto secondo ideali troppo grandi, da una parte o dall'altra, perché potessero essere associati agli uomini. La verità è che gli uomini destinati a sopravvivere, ad avere qualcosa, sono quelli come quell'O'Reilly. Gente senza regole, che vive alla giornata e non guarda in faccia a nessuno pur prendendosi cura di tutti.
Tu non eri così: lo facevi. Uccidevi senza fare distinzioni, andando dritto per la tua strada. Così come dal canto mio, ho cercato di difendere la Legge e l'Ordine sempre e comunque.
La cosa buffa è che non saprei dire se siamo stati più egoisti noi o lui.
E mi pare inutile chiederti cosa sia più giusto.
Mi piacerebbe tu fossi qui, e non per ammazzarti con le mie mani. Mi sono messo l'animo in pace, per quello. Vorrei parlarti. Mi sono reso conto che, in tutti questi anni, ho seguito le tue tracce, studiato le mosse, le azioni, le ritorsioni, ogni gesto, ma non ho mai scambiato una parola con te. E più ci penso, più ritengo non abbia alcun senso.
Essere nemici e pronti ad uccidersi significa avere un legame profondo, ed averlo senza pensare di sfruttare la parola è quasi più assurdo di quanto tu non potessi considerare il mio lavoro, o io il tuo.
Ci vorrebbe O'Reilly qui, adesso. Probabilmente si farebbe un bicchiere e non penserebbe più a tutte queste cose di cui sto farneticando."
Grissom si alzò in piedi, avvicinandosi alla lapide. Poggiò la destra sulla superficie ruvida. Sospirò.
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Lungo il confine
قصص عامةVincitore del Wattys 2017 - Categoria Gli originali Vincitore del concorso Frammenti di gemme Un gruppo di criminali figli della provincia profonda, outsiders in cerca di riscatto, fama o semplicemente desiderio di vivere sul filo del rasoio, accett...