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28 novembre 2016

"Caro Diario,

Ormai sono settimane che sto aspettando questo momento, ho preparato tutto, le valigie con le cose più importanti, la cartella da portare alla polizia per la denuncia, la denuncia per violenza domestica da parte di quell'uomo che pensavo mi amasse, quell'uomo che pensavo fosse la mia anima gemella e che invece si è trasformato nel mio peggiore incubo.

Ho lasciato tutto per lui, che stupida che sono stata.

Ma ora avrà lui la sua parte di inferno.

Spero di riuscire nella mia impresa e di essere finalmente libera.

Ho paura, ma lo devo fare, non posso continuare a vivere così."

Sono le 4:30 del mattino e sto per abbandonare finalmente questa casa. Sono in ansia e sto tremando per la paura che qualcosa possa andare storto. Ho preparato ogni cosa la valigia, il biglietto del treno, un nuovo telefono e una nuova scheda, il fascicolo per la denuncia con ogni foto che contenesse lividi e cicatrici che quell'uomo mi ha fatto, i suoi messaggi provocatori e le sue dichiarazioni di volermi uccidere.

Presi tutte le mie cose, scesi al piano di sotto, chiamai un taxi e lasciai sul tavolo il cellulare con la scheda dentro e anche il mio portatile, così che lui non possa trovarmi.

Dopo una decina di minuti con molta cautela uscì dalla porta.

Il taxi arrivò e si fermò un paio di case più avanti, sempre per non dare nell'occhio e soprattutto per non fare rumore. Camminai il più cautamente possibile per raggiungere il taxi, ma le rotelle della valigia non smettevano di fare rumore sull'asfalto, imprecai. Arrivai davanti alla macchina e salì, il taxi partì in direzione della più vicina stazione di polizia.

Poco dopo la macchina si fermò, pagai l'autista e scesi, entrai nella stazione, non so perché ma in quel posto mi sentì subito al sicuro.

Vidi una ragazza al bancone che mi sorrise e disse "Buongiorno, posso fare qualcosa per lei?"

"Si, vorrei fare una denuncia" dissi tremando leggermente, non credevo che lo stavo facendo veramente.

"ok, violenza domestica?" mi chiese la ragazza e io annui abbassando un po' la testa in imbarazzo.

"Sei coraggiosa, non ti devi sentire in imbarazzo, ora mi devi dire il tuo nome e il nome di chi vuoi denunciare" mi disse gentilmente

"Mi chiamo Veronica Lodge e vorrei denunciare Nicholas Reed" dissi tutto d'un fiato.

"Bene, ho i vostri dati" mi disse, dopo poco aggiunse "Ora mi servirebbero delle prove di ciò che ti ha fatto." Io tirai fuori dalla borsa la cartella dove avevo messo foto, messaggi e altre cose che dimostrassero la violenza e glielo porsi. La ragazza lo consegnò ad un uomo. "Per poter aprire il fascicolo della denuncia devi andare a firmare dei fogli", mi disse gentilmente invitandomi poi a seguire l'uomo.

Segui l'uomo che avrà avuto all'incirca 40 anni, era visibilmente molto stanco. Percorremmo un corridoio e poi entrammo in una stanza, credo il suo ufficio. Una volta entrata capì che era il comandante della stazione.

"Sono le 5:00 del mattino e non c'è nessuno, quindi tocca a me farle firmare le scartoffie per la denuncia", sorrise dolcemente e mi porse un plico di fogli da firmare. Firmai tutti i fogli in silenzio e glieli riconsegnai.

"Bene, è stata molto coraggiosa a denunciare ciò che ha subito, ora cosa intende fare?" le sue parole mi distolsero dai miei pensieri "Ho preso un biglietto del treno per Londra che parte alle 6:00, andrò a stare dalla mia migliore amica, spero di riuscire a tagliare ogni possibile rapporto con...", non riuscì a pronunciare quel nome ma l'uomo capì, e mi sorrise dolcemente "Se vuole la posso accompagnare in stazione per avere una protezione in più" fece una pausa "E le consiglierei di cambiare telefono e numero di cellulare così che non la rintracci" mi disse toccandosi il mento. "Sì, ho già preso un nuovo telefono e una nuova scheda, comunque se non è un problema mi farebbe sentire meglio essere accompagnata" dissi con tranquillità.

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