Vi starete chiedendo chi è il famoso Bakari.. quest'uomo sulla quarantina ha sempre bramato la mia mano, ma sapete? Lo detesto.
Esce da un matrimonio molto travagliato con una donna di 25 anni.. la picchiava!
Non ho mai dato peso alle sue provocazioni, ma oggi quel "ti sposerò" mi ha spiazzata. Sarà per la conversazione che ho avuto con Idris.. sono molto nervosa. E sono stanca di aver sempre la responsabilità sulle sorti della mia famiglia.
Quando morì mio padre avevo solo dieci anni, iniziai a prendermi cura della mia famiglia, i miei fratelli, tutti più grandi di me, non hanno mai voluto aiutare.. sono sempre stata io a prendermi cura di quel vecchio Malaika, sono sempre stata io a cercare impieghi per me e per i miei fratelli, sempre io a fornire i soldi a mamma per farci i vestiti, e se nostra madre non era in forma a causa del suo rene, cucivo, rammentavo, cucinavo, pulivo e nel frattempo la mattina andavo presto a lavorare.
Sono cresciuta a dieci anni.
Non ho delle amiche, ma in chiesa vado con tre ragazze che conosco da tutta la vita: Jamila, Bellamy e Ade. Tre ragazze molto più estroverse di me..
Ah, già.. non vi ho mai parlato molto di me!
Io sono una ragazza Nigeriana, ovviamente ho la pelle scura, gli occhi oscuri e lunghi braids.
Sono alta circa un metro e settanta, e ho delle forme non molto pronunciate per avere 20 anni! Già nell'anno in cui sto scrivendo (2017) ho vent'anni!Torniamo alla storia
Senza ribattere troppo, riparto sfrecciando verso la mia destinazione!
Finalmente sono arrivata al molo, poggio la bici vicino e subito mi dirigo sul porticato.
Penso tanto alla mia vita, ciò che ho fatto, ciò che potrei fare un domani se decidessi di sposarmi e salvare la mia famiglia. Perché è tutto così difficile? Perché non posso abituarmi ad una situazione stabile che subito.. SBAAM!
Mi manca il mio papà. Mi manca sentirlo tornare a casa, mi manca correre ad abbracciarlo. Mi manca anche litigare con lui e ricevere le sue paternali!
Immersa nei miei pensieri, un turmine di pensieri mi trasporta in mezzo a dei ricordi che avevo accantonato. Ricordi che il mio inconscio tira fuori ogni volta che sono più giù, per farmi ricominciare a lottare.
«Forza, ragazza, torniamo a casa..» mio fratello è venuto a prendermi.
Sa benissimo dove mi dirigo quando ho bisogno di pensare.. lo faccio dal giorno in cui mio padre è morto.. lo ricordo come se fosse ieri.
Ci sono ricordi, frammenti di istanti, sguardi o parole, che semplicemente ti restano incastrati adosso. E ti levigano l'anima, il carattere. Sono come frammenti di vetro sulla spiaggia; restano lì, all'inizio possono fare male, toccarli è pericolo.. col tempo la salsedine, il caldo, l'umidità.. il mare.. ne smorza i contorni netti e taglienti. Il frammento smette di tagliare, ma resta lì.. proprio dove lo ha gettato.
Cresciuta tra i cocci di una perdita insostituibile.
Cresciuta con la consapevolezza che quel mare, lo stesso che amo tanto, ha inghiottito per sempre il domani dell'uomo di mia madre, della mia ancora. Ha inghiottito mio padre, ridandomi indietro un corpo vuoto. Non potrò perdonarglielo mai, a quel mare, che mio padre ha tanto benedetto.
Mi volto verso l'auto di Idris, un istante dopo ho caricato la mia bici e ci dirigiamo silenziosamente verso casa.
Nessuno dei due osa aprire bocca, siamo immersi nei nostri pensieri, nelle ragioni che la nostra mente ci presenta. Orgoglio, nervosismi, tristezza spingono l'auto su cui viaggiamo. È tutto così cupo.
Finalmente arriviamo a casa. Appena entro in casa sto per avviarmi verso la mia camera, ma Malaika mi blocca con una sola frase, coincisa «il prossimo mese ti sposerai con Rahassan. Ha detto che farà preparare la festa nella sua villa. Vivrai lì.»
«va bene, Malaika»
_perchè l'ho detto?!_
Dio mio.. non voglio sposarmi adesso! Quest'anno ho appena compiuto 16 anni.. ma che razza di idea è questa?
Corro in camera mia e appena entrata chiudo la porta facendola sbattere.
Ora sono sul letto, i miei lunghi dreads coprono i seni e la mia pelle scura è illuminata debolmente dalla luce del faro..
Ora mi trovo in un bosco, una piccola casa al suo interno, qui mi accorgo della presenza di mia madre, dei miei fratelli.. e di mio papà. Sorridono, sono felici.. mi fanno cenno di avvicinarmi.. _papà, mi sei mancato_. Lo abbraccio.Due mesi dopo..
«Buon giorno, amore!» mi sussurra Rahassan.
«ti ho già detto che non devi chiamarmi così, io non sono la tua donna.» rispondo alzandomi dal letto.
Mi dirigo in cucina per preparare del cibo per colazione, dopo ieri notte il signore sarà completamente senza forze.
_mi ha messo le mani addosso, ancora. È tornato a casa molto ubriaco, dopo il lavoro. Non volevo fare sesso con lui.. ma lui mi ha violentata. Ancora._
È già un mese che la mia vita si è fermata tra le mura di questa casa.
Non ho più rivisto mia madre, mio nonno e i miei fratelli e anche Idris, che mi aveva promesso di venire a trovarmi, non è mai venuto.
Mi sento completamente sola.
Vi chiederete come è andato il mio "matrimonio".. beh, è andato.
La mia famiglia era molto felice, erano vestiti come se mi stessi sposando davvero. Io avevo un abito da sposa che il padre del mio signore mi aveva gentilmente comprato, e il vuoto di chi non vorrebbe allontanarsi dai suoi affetti, e invece lo sta facendo. Per salvarsi dalla povertà. Per salvarmi dal porto che mi ha cullata sin dai primi miei passi.
Ora voglio fuggire. Il tempo, rinchiusa in queste quattro mura, sembra non trascorrere mai, ed io sto subendo le torture più strazianti.
Non era questa la vita da moglie che immaginavo.**Fine 3° capitolo**
Ciao ragazzi! Spero che anche questo capitolo vi sia piaciuto!! Se così fosse, continuate a seguirmi!
Alla prossima settimana, gentee! 🌸🍒
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Adimu Nma
ChickLitQuesta è la difficile storia di una ragazza Nigeriana. Il racconto è ambientato nel corso di tre anni.(2013/2016) La protagonista è Nwa, una ragazza costretta a soli 15 anni ad abbandonare il suo paese. La storia è volta a tematiche sociali, la prot...