3.L'inizio di una nuova vita

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Brass 20 Settembre 2012
Adesso sono stanca, il tempo si è fermato, ma i miei anni no.. io crescerò e non avrò più indietro la mia adolescenza. Non voglio più stare qui a patire.
_cosa faccio?_
L'unica soluzione mi sembrava fuggire. Scappare lontano.
Mi mancava già quel maledetto porto, la brezza leggera che spirava e mi accarezzava i capelli facendoli fluttuare per aria. Mi mancava la mia amata libertà.
Adesso dovevo scappare. Non c'era altra soluzione.
«ora o mai più» mi dico sussurrando.
Il signore era in bagno, stava facendo una doccia.
Prendo la borsa più capiente che ho, metto un paio di cambi, qualche spicciolo e del pane ed esco correndo.
«Nwa!!» sento urlare alle mie spalle.
_non c'è più nulla da fare per tornare indietro, mio signore.. ORA SONO LIBERA_
Sono arrivata davanti casa mia, ora entro, raccolgo quei risparmi che avevo accumulato lavorando. _Spero bastino per il viaggio!_
Furtivamente esco di nuovo da casa mia, sembra io sia un ladro..
Mia madre non c'era, mio nonno e i miei fratelli erano a lavoro.. in un certo senso la cosa mi dispiace, volevo vederli per l'ultima volta..
Adesso mi dirigo verso la fermata, compro un biglietto del bus e subito salgo su.
Sono disperata, le lacrime mi rigano il volto, mi sento una traditrice. Ma non posso rimanere e sperare di non morire, sotto le torture di pazzo maniaco.
_è la cosa più giusta_ mi ripeto.
Durante il viaggio, tra un pensiero e l'altro, mi addormento sul sedile scomodo e mal ridotto del mezzo.

***
Siamo finalmente arrivati a destinazione! Vedo la barca con cui lascerò il mio paese e inizio già a immaginare quale futuro mi aspetterà dall'altra parte del mare!
Dove andrò? Questo lo lascio decidere ai comandanti di bordo, che accolgono e salvano molte persone come me!
Chissà se troverò subito un lavoro, se avrò una vita come in quei film americani, dove le ragazze di colore, lavorano anche loro negli uffici e possiedono bellissime case!
_mamma, Idris, Jamal, Shivan, Anuar, Ki'baì, Malaika.. buona vita. Addio_
Le lacrime minacciano ancora di uscire, ma stavolta devo farmi forza!
Mi avvio verso il porto da dove partono le barche con la mia borsa e la testa carica di pensieri.
Non c'è nessuno che mi dica cosa fare, così provo ad avvicinarmi all'uomo che sta vicino al punto dove è attraccata una barca
«buon giorno, mi scusi! Saprebbe dirmi a chi devo rivolgermi per imbarcarmi?» dico timidamente.
«qui, ragazzina. Dammi tutti i soldi che hai e puoi partire sulla mia barca» ringhia lui.
Non so se fidarmi o meno, ma terrorizzata dal suo tono di voce, faccio come mi ha detto.
Prendo i soldi che ho nelle tasche dei pantaloni e li porgo al signore. Sono davvero molti! Ma non gli ho confessato di averne ancora alcuni nella borsa.. voglio tenerli per quando arriverò.
«sali, ragazzina. Adesso partiamo. Mancano due persone che hanno dovuto fare il vaccino dopo i controlli. Tu sei già passata dal medico?» mi dice.
Non ho fatto la visita, ma per non perdere altro tempo mento e annuisco timidamente abbassando lo sguardo.
«sali» mi ordina, indicando la barca dietro di lui che era già piena di persone. Piena di bambini, donne, uomini, ragazzi, neonati.. gente di ogni età. Gente venuta qui, con la speranza di dare ai propri figli un futuro migliore. Persone che piangono, persone che sorridono abbracciando i cari, persone con gli occhi pieni di speranza e ardenti di conoscere il paese che ci accoglierà!
Io non so come mi sento. Anche i miei pensieri sono confusi, e si contraddicono tra loro.
Ripenso spesso alla mia famiglia, ripenso a Rahassan e le sue urla prima di andare via.
_non posso rimanere qui, se mi ritrovasse, mi ucciderebbe_
...
Dopo circa un'ora, l'uomo di prima spinge il mezzo sul quale sto viaggiando, lontano dal porticato. Si mette anche lui sopra la barca e accende il motore.
In realtà è un semplice gommone a motore, è molto ampio e non ha tettoie né cabine. Un mezzo di trasporto per lunghi viaggi molto scomodo.
Ma quando desideri ardentemente scappare via, non ti curi di quale mezzo usino per espatriarti. Tutto ciò che vuoi è fuggire, e loro ti stanno aiutando.
Il veicolo è molto instabile sulle onde dello specchio d'acqua, compie movimenti ampi. Sembra stia per capovolgersi ogni volta che la cresta di un'onda alza un bordo. Io non ho paura, sono cresciuta fra le onde, ma vedo molte persone, anche adulte, con espressioni di paura stampate sul viso. Alcuni bambini, strillando, attirano lo sguardo minaccioso dell'uomo che direziona il barcone. E allora le madri cercano in tutti i modi di far smettere le loro creature: alcuni riescono a calmarsi e si addormentano sul petto sicuro delle madri, altri continuano a piangere senza dare ascolto alle madri preoccupate.
Il cielo sopra le nostre teste è limpido e sgombro di nubole, il mare è calmo, anche se la leggera brezza provoca piccole onde un po' fastidiose per il viaggio.
Sono seduta tra decine di persone, mi trovo al centro di questa enorme barca, ed è meglio! Perché non voglio stare ai bordi, ho paura che le persone affianco a me possano, in qualche modo, spingermi fuori e farmi cadere in acqua.
Ho sentito dire ad un ragazzo, che arriveremo tra due/tre giorni. Spero abbia detto una menzogna, perché non voglio stare così tanto tempo su questo gommone pieno di gente. Inizio ad avere davvero paura!

**Fine 3° capitolo!**
Salvee!
Ecco che ho sfornato un nuovo, sfavillante capitolo!
Da quando è finita la scuola, penso di aumentare il ritmo con cui scriverò i capitoli!
Spero che ciò sia di vostro gradimento!!
Ciaoo 🌸🍒

Adimu NmaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora