Il vero padrone del deserto e' il vento
E Isaia da volontario schiavo si piegava ai suoi capricci :tutti si piegavano alla potenza infuocata di quel vento:palme, case,torri diroccate e nuovi manieri,in cima a uno di questi ,si trovava Isaia e porgeva l orecchio:oltre al potente impatto delle raffiche sentiva altro:era il brusio delle leggende,trascinate dallo stesso vento impetuoso ,quel refolo che ora carezzava il rifugio di Isaia e raccontava raccontava...a volte, quando la notte si precipitava repentina su quelle dune, a volte ,Isaia aveva l impressione di vederle ,quelle armate smisurate,emergevano dall ombra ancora tenue eran le truppe di Scipione che inseguiva Annibale o erano i blindati di Patton che tallonavano Rommel ?in entrambi i casi la gloria dell inseguito aveva superato la gloria dell inseguitore
Isaia rientro 'nel maniero:padiglioni e padiglioni ospedalieri ,erano militarmente allineati, torre dopo torre,quella di Isaia era la torre pediatrica,meglio nota come la torre degli innocenti,con abbinato reparto di neonatologia ,il vero reparto di Isaia,che si trovava nel punto esatto in cui in passato c era stato il quartier generale di Patton ;su quel nucleo di caserme in muratura, era sorto l ospedale,:era stato progettato da un ingegnere pugliese, che aveva poca pazienza e nessuna inventiva, perciò aveva ricopiato in tutto e per tutto la struttura del Castello del Monte, la roccaforte di Federico II: dappertutto svettavano torri ottagonali, che racchiudevano i padiglioni ospedalieri, collegati da tunnel, sia al pian terreno che nei sotterranei.Isaia quel mattino era montato di turno nel suo reparto, la neonatologia, per prima cosa controllò che tutte le porte fossero chiuse, soprattutto la porta tagliafuoco numero sette, che dava in un tunnel dismesso, che era stato il bunker di Patton.
Ormai erano anni che Isaia montava la guardia davanti a quella porta tagliafuoco, a volte la porta di metallo era sufficiente, la bestia, il demone strisciante, si fermava dietro la porta, la forzava con deboli sforzi, spesso si arrendeva ,ma da un pò di giorni a questa parte, Isaia sentiva che quella forza oscura, che premeva contro lo stipite, si era rafforzata: da quando in reparto era arrivato Geremia, nato con una grave malattia genetica.Il piccolo era diventato uno dei preferiti dei medici del reparto che provavano un'immensa pietà verso il povero bambino: sapevano perfettamente che la sua sorte era segnata; ma era pure il prediletto di Isaia che provvedeva alla sua nutrizione: durante i primi giorni di degenza,quando si avvicinava alla culletta, il piccolo lo guardava con i suoi grandi occhi azzurri terrorizzati, Isaia non riusciva a capire il perchè di quel terrore, fino a quando non capì che a terrorizzarlo erano le tute verdi e di medici e di infermieri pediatrici:tutti in vario modo lo avevano tormentato con cateteri e aghi vari ;e il peggio ancora non era arrivato: se fossse sopravvissuto ancora per qualche mese ,avrebbe dovuto fare sedute dialitiche, terribilmente dolorose, comunque Isaia cominciò a indossare delle divise bianche ed ebbe la gioia di vedere dei grandi sorrisi sul volto del piccolino.
Già altre volte era successo :Isaia stava di guardia vicino al bambino piu' debole e sentiva che il demone strisciante premeva, apriva la porta tagliafuoco e sgusciava dal varco, sempre strisciando percorreva il breve corridoio, ombra tra le ombre, e si insinuava nella stanza della terapia intensiva, perciò Isaia prendeva in braccio il piccino in pericolo, e aspettava, aspettava mentre la mostruosa radice impregnata d'ombra, si arrampicava fino ai suoi piedi, Isaia sentiva i tralci gelidi che si attorcigliavano attorno alle sue gambe, sino alla cintola, perciò l'infermiere sollevava il bambino, come le donne che durante il diluvio universale alzavano oltre la loro testa le ceste con i loro infanti, in un gesto di estrema protezione, prima che l'onda le travolgesse, così Isaia teneva in alto il piccino, mentre la radice mortifera si arrampicava fino al suo petto, poi, spesso, giunta vicino al suo cuore, il tralcio si arrestava, tentava un altro abbraccio con la sua spira, un debole abbraccio, poi lento, scivolava a terra e strisciava oltre la porta: altre volte invece, il mostro rampicante non si arrestava, proseguiva tenace sino alle braccia, fino alle mani di Isaia, fino alla tenera creatura, il povero corpicino aggredito che lentamente perdeva calore e respiro e restava inerte tra le sue braccia.
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lo specchio bizantino
FantasyUn misterioso castello,un reparto di neonatologia minacciato da presenze mostruose ,difeso solo da un eroico infermiere e da due madri molto battagliere