La confessione

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L'uomo era molle come il burro.

Confessò subito, Vera non dovette fare alcuna pressione: piegato, quasi in posizione fetale, non si fece pregare per raccontare tutto:

-Siamo rimasti pochi, noi, i credenti del Moloc, circondati da una massa infinita di eretici.

Vera osservò attentamente l'uomo, non riusciva a capire se quella fosse una confessione autentica o un modo per fuorviare le sue indagini. Si guardò attorno: oltre alla ripugnante fornace, di insolito c'erano una serie di sacchi, di iuta. 

Quell'uomo raccoglieva le ceneri delle povere vittime. 

Fu colta da un sospetto, si avvicinò al reietto: 

-cosa intendevi farne di quelle ceneri? 

L'uomo rimase in silenzio.

Vera capì:

-tu nutri quella belva con le ceneri di quelle creature 

L'uomo la guardò con i suoi occhi lucidi di follia.

-E' mio dovere! Bisogna che ciò accada, lei, l'Hydra è l'ultima propaggine della mia divinità, devo nutrirla altrimenti finirà nel gorgo dei secoli, consumata con gli altri dei minori. 

Vera chiamò il comando e dispose l'arresto dell'uomo. E la sua perizia psichiatrica.

Poi si recò al reparto. 

Il suo mite marito vegliava sulla bimba.

La guardò, adorante 

La sua amica araba vegliava sul piccolo, piangeva.

La donna la avvertì: è passato il medico, dice che entrambi i nostri bimbi peggiorano. 

Mio marito è partito per Istambul. 

Vuole procurarsi l'elisir di Ipazia, tu ne vuoi? 

Vera guardò il marito: in quel caso preferiva avere un qualche aiuto. 

L'uomo, un professore, uno scienziato, un positivista, chinò la testa:

- sono disposto a qualsiasi follia, per amore di mia figlia.


lo specchio bizantinoWhere stories live. Discover now