Capitolo 10.

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"Come fai a sapere dove abito?" chiesi
"Ho chiesto a Paige e anche a Justin, sai gioca nella mia squadra di basket."
"Cosa vuoi Chris?" chiesi ancora
Ehi, vacci piano con tutta questa gentilezza.
Ed eccola la mia coscienza sempre pronta ad intervenire.

"Fammi spiegare e poi giuro che sparisco se vuoi" disse Chris senza pensare.

"Si certo come hai già fatto tempo fa, vero?"proferii fredda.

Lui sembró accorgersi solo dopo ciò a cui volevo alludere e sgranó leggermente gli occhi.

"No, non intendevo quello" disse gesticolando nell'evidente tentativo di scusarsi.
Poi si passò una mano tra i capelli tirandoli leggermente all'indietro.
Lo faceva sempre quando era nervoso.

"Non scapperò di nuovo" aggiunse poi con voce così bassa che percepii a malapena.

"Va bene ti ascolto, ma fai presto. Non ho tempo da perdere"
"Vedo che non sei cambiata, sempre molto schietta e decisa"
"Esatto. Adesso parla prima che me ne vada."
"Si si certo... ecco io... beh" iniziò con tono indeciso così decisi di anticiparlo.
"Stavamo insieme da quasi un anno, andavamo d'accordo, mi trovavo bene con te, davvero. Eravamo felici o almeno io lo ero" dissi incrinando la voce e facendo trasparire le mie emozioni.
"Poi di punto in bianco non ti sei più fatto vedere e quando provai a ricontattarti mi dicesti che era finita.
Così su due piedi, senza neanche un motivo preciso.
Si può sapere perché?" Urlai l'ultima frase con le lacrime che minacciavano di uscire.

Chris era il nipote del signor Spencer, il direttore dell'orfanotrofio, e spesso veniva a trovarci per aiutare lo zio nei lavori più semplici.

Lo conobbi quando avevo 10 anni e ci eravamo messi assieme quando ne avevamo 14.

"All'epoca credevo che forse era meglio così"

"Non può uscirsene così", pensai

"Quello che sto cercando di capire è il perché della tua scelta" dissi ormai esasperata.
"La realtà è che non lo so neanche io" urlò, chiuse gli occhi per un istante e vi appoggiò sopra le mani forse per cercare di riordinare le idee.

"Ero troppo piccolo e mi sono comportato da vigliacco. Mi dispiace Kayla. Sto solo cercando di chiederti scusa per il mio comportamento."

Io rimasi immobile.

"Certo che ne è passato di tempo.
Chi l'avrebbe mai detto che ci saremmo ritrovati così?

Io continuavo a non proferire parola.
Forse aveva ragione; ciò che mi voleva comunicare implicitamente era che quella complicata e piena di problemi, tra i due, ero io non lui.

"Kayla ti prego perdonami" quasi mi imploró "Ti voglio bene, non ho mai smesso ti volertene."

Chris era stato una figura importante nella mia vita.
Mi resi conto che, in realtà, la rabbia che provavo non era rivolta a lui, ma a me stessa; al mio caratteraccio che mi portava a chiudermi in me stessa, ad essere testarda e a mostrarmi distaccata con tutti.
Mi resi conto che anch'io gli volevo bene, nonostante la sua 'scomparsa' mi aveva destabilizzato, provocandomi molto dolore.

Così stanca di correre e fuggire, pensai un attimo di fermarmi in quella che ormai era diventata la mia quotidianità, con Paige, Austin, Chris e perché no,anche Justin.

Non mi ero nemmeno accorta di essere rimasta  a metà del vialetto che separava il cancella dalla porta di casa, mentre Chris era un po' più distante.

Così prima camminando lentamente, poi quasi correndo mi fiondai tra le sue braccia muscolose.
Lui, sorpeso in un primo momento, mi strinse a sé ed io mi sentii come a casa. O almeno pensai di esserlo perché non sapevo bene cosa significasse.
Mi sentivo stranamente bene tra le braccia di Chris, con il suo profumo intenso che mi invadeva le narici, con la sua mano che mi accarezzava la schiena, con il mio viso che aderiva perfettamente al suo petto.

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