Giugno 14, 2017

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Alcune cose sono più facili a dirsi che a farsi. Nel mio caso, direi proprio che è più semplice scriverle.

Fra tutti i miei studi e le ricerche, questi sono gli unici attimi di respiro che riesco ancora a darmi. La tenacia di sminuzzare ogni angolo di mondo, non mi manca... eppure, percepisco una certa stanchezza, adesso, a scontrarsi verso la bramosia di arrivare quanto più in fretta alla fine – sempre che di una fine sia possibile parlare. Pure nel mio attimo di riposo, le uniche cose che riesco a scrivere riguardano Loro.

Spero ti siano arrivati gli ultimi aggiornamenti, e ti chiedo scusa se sembreranno scritti un po' alla rinfusa, così come queste parole, scritte di getto, che sembrano non avere né capo né coda.
Ha piovuto così forte in questi giorni, che rimanere in casa è stata una tortura angosciante. Proprio ieri, che uscire è stato impossibile, ho tirato fuori ogni singola cartella di ogni singolo caso, creando un pandemonio che non si era mai visto nel mio studio. Il tentativo di riorganizzare il tutto è stato miseramente interrotto dall'assenza di luce, durata per circa un paio d'ore.
Solo adesso, che sono le prime luci del mattino, ho avuto modo di scriverti.
Solo adesso, ho trovato il tempo per rilassarmi e respirare.

Ieri, Margaret, mi ha chiesto se oggi, qualora non avesse piovuto, avrei potuto portarla al parco.
Ieri, Margaret, mi ha spezzato un'altra volta il cuore.
È stata colpa di quel libro se l'è venuta un'idea simile. L'ho nascosto in cima alla libreria, così che non potesse più prenderlo. È come sentirsi nostalgici all'idea di potersi perdere, da un momento all'altro, un pezzo fondamentale della propria vita. Contorcersi, straziati dal dolore, non basterebbe a metter fine a nulla di tutto questo.

Ancora una volta mi pento di saltare dai nostri casi a questa malinconia infinita.
Non che qui il cielo grigio aiuti, ma le strade allagate rendono la scogliera di fronte ancora più lontana.

Stanotte, dopo aver salutato Margaret, non era passato nemmeno qualche minuto da quando ero riuscito a prender sonno, che, davanti agli occhi, se ne son palesati un altro paio, scuri e intensi. Ricordo che ogni tentativo di allungare la mano per toccarli, falliva miseramente, lasciando che le dita vi passassero attraverso. Eppure, quell'energia che emanavano, non smetteva un solo attimo di bruciare contro il mio viso. Poi, la voce di Margaret, mi ha avvisato che fosse già giorno. Non mi sembra nemmeno di aver dormito.
Sono rimasto a guardarla far colazione, in silenzio, nel calore del nostro piccolo cucinino. Qualche ora di letteratura europea, e son dovuto correre ai ripari, dentro questa lettera.

Probabilmente, anzi no, ne son sicuro, preferiresti leggere qualcosa di più calmo e sensato, quantomeno, di queste poche parole buttate all'aria... eppure continua a piovere. Non smette mai.

Spero questa lettera ne porti il profumo.
Spero di ricevere al più presto delle novità, da te.

Adesso mi sento così stanco, seppur non abbia fatto nulla, da dormire per quattro giorni di fila.

Guardo fuori dalla finestra, e non cambia nulla.

Mai nulla.

W. B.

W. B., Letters from Nowhere [🌈LGBT+ STORY]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora