Giugno 15, 2017

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Credo che gli infiniti giorni di noia mi abbiano dato alla testa, quindi inizio col chiederti scusa.

Questa mattina sono sceso, non ha piovuto se non verso il mezzogiorno, così, alle prime luci dell'alba, ho avuto modo di scendere e fare un giro. Il cielo era grigio e cupo, ancor di più di ieri, quasi fosse pronto per scoppiare da un momento all'altro. Eppure, sarà stata forse un'ingenua spavalderia, ma son sceso senza un ombrello, né un impermeabile, niente che potesse proteggermi dalla pioggia.
Una lunga passeggiata al parco -deserto, come potrai immaginare- è servita ad alleggerire tutta la noia accumulata in questi giorni. La mano non ha smesso un attimo di stringere la punta del taccuino, come un cow-boy pronto ad estrarre la propria pistola, alla ricerca di qualcosa da appuntare, da descrivere, da annotare... qualsiasi cosa, purché questa noia potesse finire...
Ricordo di quella volta in cui, in questo parco, l'ho incontrata per la prima volta. Vorrei tanto mandarti una foto di Margaret, ma sai quanta paura io abbia a riguardo. Camminava con la testa fra le nuvole, un vestito di un bianco candido, lungo appena sopra il ginocchio, i capelli mossi e castani che scendono giù, fino alle spalle nude. Il resto, lo sai. Ricordi quando ti ho mandato la foto del ruscello, alla radura? Ricordi l'estasi che ti ho descritto nell'averlo guardato per così tanto tempo? Moltiplicala per ogni sorriso di Margaret, e potrai sapere quant'è stata la presa che hanno avuto su di me i suoi occhi. L'è bastato un solo sguardo. Anche se credo che pur in sua assenza, la sola vista sarebbe stata più che sufficiente.
Avrei voglia di pensieri allegri, di qualcosa che liberasse dalla noia... eppure, mi sembra di non riuscire a scrivere altro, da un po'. E di questo, penso che tu te ne sia accorta.
A proposito delle tue accortezze, nell'ultima lettera mi ha fatto sorridere quando mi hai parlato del personaggio che stavi scrivendo... mi ricorda un po' me, sotto certi aspetti... eppure, quell'aria misteriosa, lo rende così distante da qualsiasi persona/ggio io abbia mai visto, o letto, o vissuto... ho sorriso perché, ripensando a quel piccolo moccioso, ricordo di essermi fermato sotto la sua finestra, mentre lui era lì, col muso sulle braccia, ad attendere da un tempo infinito, dietro il vetro gelido della veranda, con quell'alone davanti alla bocca – be', quando l'ho visto, è stato inevitabile non scorgere il bagliore che la sua testa emanava, quella luce verde-blu, tutt'intorno al suo capo, e un rosso frizzante, scattar su per le spalle, non appena l'auto si è fermata... e sai che c'è? Quasi contemporaneamente, la stessa luce, a qualche marciapiede più in avanti, passeggiava quieta, con le spalle più alte e larghe, nella stessa direzione della prima.
Peccato che non possano vedersi!, avresti detto, ed io sarei stato d'accordo con te.
Mentre passeggiavo nel parco, mi chiedevo proprio questo, ripensandoci. L'aria si è riempita presto di musica, dopo tutto quello scorrere funesto da un brano all'altro... ma son stato contento di ciò che hai scelto, perché l'ho sentito in linea con me. So che comporresti e suoneresti, se ne fossi in grado... qualcosa che sia nelle tue corde, qualcosa che vesta perfettamente ad ogni pensiero, accarezzando ogni sfumatura esistente, plasmandola con le sue note...

Chissà cosa vorranno dire tutti questi punti di sospensione... silenzi eterni che non voglion farsi afferrare. Riflessioni così profonde, da essere inaccessibili. Alle parole, almeno. O forse solo alle mie mani.
Se voglion star lì, che facciano pure! Non ho alcuna fretta, adesso.
Davanti al lago ghiacciato, ho chiuso gli occhi, quando tutto si è fermato. Uno stridere pungente mi ha fatto rabbrividire dentro al giaccone, ma son riuscito a tener gli occhi chiusi.

Quando è arrivata la voce di Margaret, mi son sentito più rilassato del giorno prima... eppure, questo letto continua ancora a scricchiolare...

W. B.

W. B., Letters from Nowhere [🌈LGBT+ STORY]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora