Capitolo 1

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"Jessica!" Una voce squillante mi fa sussultare, apro gli occhi lentamente e sbuffo.
"Arrivo!" Dico alzandomi, vado in bagno e mi faccio la doccia, mi avvolgo in un asciugamano e vado allo specchio, mi sciolgo i capelli che ricadono ondulati sulla schiena, mi vesto con un pantalone attillato e una maglia scollata, esco sbadigliando, appena chiudo la porta sorrido vedendo mio figlio ancora mezzo addormentato, allunga le braccia verso di me e io lo prendo in braccio.
"Buongiorno piccolo" dico dolcemente.
"Buongiorno" dice appoggiando la testa sulla mia spalla, si accuccia assonnato, scendiamo di sotto e Sarah ci mette davanti la colazione.
"Jessy sono stanca di doverti svegliare tutte le mattine devi andare hai un appuntamento tra venti minuti e devi ancora finire di prepararti" mi rimprovera con i pugni sui fianchi, la ignoro facendo colazione e aiutando il bambino.
"Scusa Sarah, sei il mio angelo, ora vado bye bye" mi alzo mentre parlo, le do un bacio sulla guancia e esco salendo di corsa, mi trucco, metto un rossetto rosso, mascara e l'eye-liner.
Mi pettino e metto i tacchi, prendo la borsa e scendo di sotto, entro in cucina salutando tutti, do un bacio a mio figlio.
"Fai il bravo a scuola okay?" Dico dolcemente.
"Si mamma, buon lavoro"
"Grazie" vado alla macchina e parto verso il bar Astor, Adam mi aspetta li, è il mio capo, un uomo molto attraente, 30 anni, capelli biondi e occhi verdi, è seduto davanti a un caffè fumante, con le gambe accavallate e lo sguardo assorto in qualcosa di indefinito.
Entro e una cameriera mi accoglie sorridendo "desidera un tavolo?"
"No grazie, mi stanno aspettando" dico sorridendo, la donna sussulta arrossendo.

"O..o..okay" balbetta imbarazzata è questo l'effetto che faccio, tutte le persone che parlano con me cominciano ad essere imbarazzate come se qualcosa di me li affascinasse, sorrido e vado da Adam, gli do un bacio sulla guancia.
"Ehi Romeo" lo saluto sorridendo, mi siedo sensualmente e tutti gli occhi della sala sono puntati su di me.
"Benvenuta Angel sei in ritardo di.....due minuti" dice alzando un sopracciglio.
"La sveglia non ha suonato" dico  sospirando.
"Usi sempre la stessa scusa" scuote la testa divertito.
"Finché tu mi credi va bene" dico ridacchiando, sorride, la cameriera di prima si avvicina.
"M...m...mi sc..scusi vuole ordinare qualcosa?" Dice imbarazzata.
"Un caffè macchiato per favore" dico sorridendo, lei arrossisce di nuovo e se ne va, Adam appoggia i gomiti sul tavolo e unisce le mani appoggiandoci il mento.
"Il tuo potere è incredibile, anche gli etero sono affascinati da te" dice ammirato, sorrido.
"Come fai a sapere che è etero?" Dico divertita, sorride appoggiandosi alla sedia con la schiena, spalanco la bocca sorpresa.
"Oh mio dio te la sei fatta" dico ridendo, sorride divertito e si stringe nelle spalle, un ragazzo mi porta il caffè macchiato e mi sorride sensualmente, ricambio lo sguardo mentre Adam lo uccide con il suo, il cameriere mi guarda andandosene, metto in bocca il cucchiaino sensualmente, sorride maliziosamente e Adam ride divertito.
"Non cambi mai" dice divertito, lo guardo sorridendo e mi lecco le labbra.
"Mi piace vedere quanto gli uomini siano influenzabili, siete deboli e tremendamente sfacciati quando una donna vi fa anche solo un cenno" dico divertita, bevo il mio caffè, mentre Adam mi parla del mio nuovo incarico.
"Sarai la giornalista del people" si introduce divertito.
"Perché proprio del People?" Lo interrompo.
"Perché no? Comunque è un uomo di successo, 45 anni, miliardario, dalle donne è ritenuto un dio, tu devi scoprire con chi lavora, pensiamo sia in cooperativa con Tristi ma a te sta scoprirlo" dice serio, lo guardo per un attimo.
"D'accordo, gadget?" Dico  prendendo dei fogli che mi porge.
"Rossetto laser, pistola e spray sonnifero, possono bastare?" Dice divertito, annuisco sorridendo.
"Quand'é che devo intervistarlo?" Dico guardandolo intensamente.
"Questo pomeriggio"
"Bene" mi alzo lentamente, vado a pagare e gli offro la colazione, il cameriere di prima mi passa accanto sensualmente, sorrido maliziosamente.
"Anche una birra per favore" dico sorridendo, l'uomo di mezza età al bancone sorride cordiale.
"Stai attenta non tutti sono bravi ragazzi" dice educatamente, mi passa la birra, la prendo divertita.
"Sono stata usata per così tanto tempo signore, ma la ringrazio" dico divertita, mi avvicino alla porta e metto gli occhiali da sole facendo prima l'occhiolino ad Adam che mi saluta con un cenno della mano, sorrido entrando in macchina.
Prendo il cellulare e chiamo Sarah.
"Pronto?"
"Ehi Sarah, il bambino è a scuola?" Dico mettendo il rossetto.
"Si sto per andarlo a prendere" dice allegra.
"Fa niente vado io" dico sorridendo.
"Ma arriverai in ritardo..."
"Va all'asilo Sarah non sarò in ritardo" dico divertita.
"D'accordo" sospira e riattacco, sento qualcuno picchiettare sul finestrino, abbasso e mi allungo abbassando gli occhiali da sole, Adam sorride guardandomi.
"Hai dimenticato questo" dice porgendomi una scatolina, la apro e vedo un auricolare.
"Sai che non lo metterò giusto?" Dico divertita, si stringe nelle spalle.
"Per sicurezza Angel" dice divertito.
"Vado a prendere mio figlio a scuola, ci sentiamo dopo" dico alzando il finestrino, parto verso la scuola, parcheggio e scendo sorridendo, mi tolgo gli occhiali e mi avvicino al cancello, altri genitori sono fuori ad aspettare i bambini, sorrido aspettando di vedere il mio piccolo angelo uscire, i cancelli si aprono e sento la campanella suonare, i bambini escono di corsa, il mio piccolo Tom esce affiancato da un'altro bambino, parlano sorridendo, appena mi vede si illumina e corre da me, mi abbasso prendendolo al volo.
"Mamma!" Dice sorridendo.
"Ehi, ti sei divertito a scuola?" Dici sorridendo lui annuisce e guarda il suo amico.
"Mamma lui è Justin, Justin lei è la mia mamma" dice sorridendo.
"Piacere Justin io mi chiamo Jessica" dico porgendogli una mano, la stringe, noto un livido sul suo braccio ma fingo indifferenza.
"Justin" una voce maschile mi fa sussultare, mi alzo girandomi, il bambino corre da un uomo, alto, molto bello, capelli neri brizzolati e occhi color ghiaccio, sorride prendendolo in braccio, Tomas si nasconde dietro le mie gambe, lo guardo dolcemente.
"Saluta Justin e andiamo" dico dolcemente, lui mi guarda con le lacrime agli occhi, sorrido dolcemente e gli faccio un cenno di incoraggiamento con la testa, va dal bambino che scende dalle braccia del padre, li guardo dolcemente mentre parlano e mi stringo le mani sulle braccia, il padre di Justin mi guarda sorridendo dopo che Justin gli dice chi sono, si alza e mi fa un cenno con la testa che ricambio, Tom torna da me fingendo un sorriso.
"Andiamo forza" mi prende la mano e andiamo alla macchina "alla prossima Justin, è stato un piacere conoscerti"
"Anche per me" dice agitando la mano, entriamo in macchina e dopo essersi messo la cintura Tomas scoppia a piangere.
"Vieni qui tesoro" lo prendo in braccio e si stringe a me, piange più forte "shh va tutto bene, tranquillo okay? So che sei triste ma va tutto bene" il padre di Tomas è morto in un incidente stradale un anno prima e lui ne sente la mancanza più di chiunque altro.
Qualcuno picchietta contro il vetro, abbasso il finestrino e rimango sorpresa nel vedere il padre di Justin preoccupato.
"Ha bisogno di aiuto?" Dice dolcemente, sorrido appena.
"No....io...va tutto bene" dico guardando il bambino si è addormentato, scendo dalla macchina e lo stendo dietro, sospiro accarezzandogli i capelli e asciugandogli le guance bagnate, chiudo la portiera, l'uomo è ancora qui e lo guarda preoccupato "la ringrazio per l'interessamento, mi dispiace di averla disturbata"
Qualcuno mi tira timidamente la maglia, abbasso lo sguardo e mi abbasso vedendo Justin, sorrido dolcemente.
"Perché Tomas piangeva?" Dice dolcemente.
"Justin non-" comincia il padre ma lo blocco.
"Va tutto bene, Justin tu vuoi bene al tuo papà?" Dico dolcemente, lui annusce "e il papà ti vuole bene vero?" Annuisce di nuovo "sai, il papà di Tomas non c'è più" mi asciugo una lacrima che minaccia di scendere.
"È andato via?" Dice timidamente.
"No tesoro, è morto, si è addormentato in un lungo sonno" dico dolcemente, i suoi occhi si riempiono di lacrime, rimango sorpresa quando mi abbraccia, lo abbraccio anch'io dolcemente.
"Va tutto bene, non c'è bisogno di piangere" dico accarezzandogli la schiena.

Il mio peccato più grandeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora