Capitolo 2

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5 Ottobre, 2013

11.13

"Harry, dico sul serio!" La voce esasperata di Zayn penetrò nella coscienza di Harry, ottenendo un lamento in risposta. "Alzati," ordinò, per poi aprire le tende.

Harry nascose velocemente la testa nel cuscino, rispondendo con uno smorzato, "Vaffanculo."

"No. Forza. Liam è malato e tu verrai per fargli un favore." La voce di Zayn non ammetteva repliche mentre cercava nell'armadio di Harry qualcosa di pulito e adatto per il lavoro. Scelse un paio di skinny jeans con uno strappo sul ginocchio destro e un maglione morbido color bordeaux, lanciandolo poi sul bordo del letto.

"Chiama Niall." Harry provò a replicare comunque.

"Niall è impegnato."

"A far cosa?"

"Hai due secondi per uscire da quel letto prima che ti tiri io fuori."

"Porca puttana," sbottò Harry, "Va bene. Fammi fare almeno una doccia."

"Per favore, fallo."

Harry gli fece il dito medio mentre camminava verso il bagno, completamente nudo. Ci mise un secondo per gettarsi dell'acqua fredda in faccia, evitando il suo sguardo nello specchio, prima di entrare in doccia. Arrivò in cucina quindici minuti dopo, completamente vestito. Zayn gli mise davanti un piatto di uova ed un toast, e poi preparò del thè per entrambi.

"Che ha Liam?" chiese Harry con la bocca piena di uova.

Zayn fece una smorfia prima di rispondere con un pacato, "Raffreddore."

"Oh," ingoiò, "Forse dovremmo vederlo dopo il lavoro?"

"Non credo sia una buona idea," rispose velocemente Zayn e Harry inarcò le sopracciglia. "Non ho bisogno che siate entrambi malati, va bene? Saremo io e Niall," sorrise e Harry si rilassò.

"Giusto." 

Dopo l'incidente, Harry non era riuscito a tornare al ristorante. Non riusciva a sopportare gli sguardi empatici e le carezze dei suoi colleghi. Loro non conoscevano tutta la storia, ma era comunque troppo da sopportare. Zayn gli aveva procurato un lavoro al negozio di musica di suo zio Marcus. Era piccolo e gli unici impiegati erano Zayn, Liam, Niall e lui stesso, ma Harry pensava che fosse meglio di niente.

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Al lavoro i clienti erano pochi, chiesero a Harry le solite domande, ed era un giorno come tanti. Misero il vinile di My Head Is An Animal, e Zayn fumò dell'erba dietro il registratore di cassa, il piede poggiato sul bancone. Non appena l'orologio segnò le cinque, Harry lo salutò velocemente e gli chiese di chiudere lui. E se Zayn gli rivolse uno sguardo triste e consapevole, lo ignorò completamente.

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Solo quando Harry si sedette sul suo solito sgabello, al solito posto, si ricordò di quanto accaduto nelle ultime sere. Si voltò, cercando nel piccolo locale qualsiasi segno di occhi color blu ceruleo. Essendo il posto piuttosto vuoto, si voltò nuovamente verso il bancone, scoprendo Damien a fissarlo con un sopracciglio alzato.

"Stai bene amico?" Durante il tempo passato al locale di Mike, Harry si era affezionato particolarmente al giovane barista. Tutti lo conoscevano lì, ma lui e Damien avevano costruito un'amicizia. Era giovane. I suoi capelli biondi erano sempre tirati indietro in una coda di cavallo e in qualche modo riusciva a mantenere la sua pelle sempre abbronzata e dorata. Si era trasferito in Inghilterra con la sua famiglia all'età di cinque anni. Era scappato dall'Essex all'età di diciassette, e dopo aver passato un anno sul divano di un amico, si era procurato il lavoro di adesso. Harry pensava che fosse un bravo ragazzo. Faceva la sua parte, ascoltava le sue pene da ubriaco e soddisfaceva i suoi bisogni, ma non senza l'occasionale 'forse dovresti vedere qualcuno'. E anche se veniva ignorato ogni volta, lui ci provava ugualmente.

No One Does It Better [Larry Stylinson || Italian Translation]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora