Era passata la mezzanotte, e Harry stava per strapparsi i capelli da testa.
Era seduto da solo sul divano del suo appartamento vuoto, con due tazze vuote sul tavolino da caffè. Aveva due dita premute sulla tempia destra, proprio sopra il cellulare poggiato all'orecchio. La voce di sua mamma era metallica, ma chiara, "Harry, pensi davvero di continuare in questo modo?"
Aveva deciso di chiamarla dopo che Liam e Zayn erano passati a prendere Louis, prima di tornare a casa loro. Aveva accompagnato Louis alla porta, lo aveva spinto contro il muro accanto ad essa, ed aveva stretto con la sua mano bollente il fianco nudo del ragazzo più minuto mentre lo baciava con passione. Louis aveva lasciato l'appartamento con il desiderio e la gioia a scorrergli nelle vene, dimenticandosi completamente di riprendersi i suoi vestiti.
"No," sussurrò Harry. "Non lo so."
Sua mamma sospirò, "Piccolo lo so – lo vuoi indietro, ma non è tuo. Non più." Harry chiuse gli occhi così forte che delle chiazze bianche danzarono dietro le sue palpebre, poi si prese il ponte del naso fra le mani mentre un respiro tremante fuoriusciva dalle sue labbra. "Cos'hai intenzione di dirgli quando lo scoprirà? Perché lo farà, Harry. Che glielo dica qualcuno o che lo scopra per miracolo, scoprirà che gli hai mentito."
"Non lo so, " disse di nuovo. "Non lo so, mamma. È così da... egoista. Lo so. È solo che – ho bisogno di lui." Ed eccola lì la risposta.
"Lo so, piccolo." La voce di Anne arrivò come un lieve sussurro. "Lo so, ma tu lo ami, e devi capire cos'è meglio per lui. Mi preoccupo per te. Tanto. E non posso, non posso-" La donna s'interruppe mentre il respiro le si mozzava. Una lacrima sfuggì dall'angolo del suo occhio.
"Ti voglio bene," disse, era tutto quello che poteva dirle.
Anne pianse.
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Era divertente, pensò Harry, come le ore diventarono giorni, e come quei giorni diventarono settimane. Erano passate due settimane dal primo appuntamento con Louis, e da allora era stato un susseguirsi di sorrisi luminosi, pelle abbronzata, occhi blu, thè caldi e coperte morbide e labbra ancora più morbide. Avevano avuto altri quattro appuntamenti, meno tragici, appuntamenti perfetti, e anche gli altri giorni li avevano passati in compagnia.
Era un mercoledì quando Louis chiese a Harry di diventare il suo ragazzo, di essere solo suo. Gli aveva detto che sapeva che forse fosse troppo presto, che non gli importava, e in risposta Harry gli aveva morso il labbro, gli aveva sorriso e gli aveva detto di sì. Gli occhi di Louis si erano illuminati e lo aveva baciato con forza, con possessività, e, Dio, a Harry era mancato quel bacio. Così si era permesso di goderselo, ingoiando parole come 'solo tuo, sono sempre stato tuo.'
La bocca di Louis sapeva di cannella e d'estate e anche dopo che se ne fu andato, il suo sapore restò sulla lingua di Harry.
Più tardi quella sera, dopo che Louis andò a lavoro, Zayn e Liam passarono da lui. Zayn diede a Harry una pacca sulla schiena, "Sono felice per te, amico. Non ci è voluto molto." Era tutto sorrisi e dolcezza, e Harry se ne nutrì come se ne fosse affamato. Perché voleva solo sapere che stava facendo la cosa giusta.
Sapeva che non era così.
Liam si limitò ad alzare un angolo della bocca, per fortuna senza dare voce a quello che avrebbe voluto dire, perché sapeva che non era il momento. Tenne una mano poggiata sulla coscia di Zayn, più per dare sollievo a se stesso che per altro. La stringeva ogni volta che doveva mordersi la lingua. Zayn, d'altro canto, passò un braccio attorno al corpo del suo ragazzo, giocando distrattamente con l'orlo della sua maglia bianca, e prestò attenzione a Harry.
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No One Does It Better [Larry Stylinson || Italian Translation]
Hayran KurguHarry è un alcolizzato e Louis un barista. La prima volta che si vedono non è davvero la prima volta in cui si sono visti. Alcoholic!Harry || Bartender!Louis || Amnesia!AU