Capitolo 13 - Marghe

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La vera natura di Ottaviano. Ma che sto pensando?
Lo stacco bruscamente e gli tiro un ceffone. Di quelli che fanno girare la testa dall'altra parte. Lui infatti si ritrova a guardarsi la spalla destra, stupito.
-Ehi, non mi puoi picchiare! Sono l'augure...- -Sì, l'augure e bla bla bla. E tu non mi puoi baciare, chiaro?!- dico letteralmente furiosa. Poi mi giro e me ne vado verso il tempio di Plutone. So che Ottaviano avrebbe troppa paura per seguirmi lì dentro, primo perché lo ucciderei, secondo perché cerca sempre di evitare questo tempio. Mi siedo con le spalle al muro e inizio a pensare. Perché lo ha fatto? Gli ho detto che amo Leo, e lui mi ha baciato.

Si chiama gelosia, mia cara dice in un sussurro la parte di me dagli occhi bianchi.
Dovresti ucciderlo per questo, dice un'altra parte, con gli occhi rossi.
Perché ho le voci nella testa? mi chiedo io Ah, è vero, il mio lato umano e titano. Ma io ho gli occhi d'oro, né bianchi e né rossi.
Però ho la netta sensazione che la parte rossa abbia ragione.
Le lacrime iniziano a scendere a fiotti e inizio a ripensare a Leo e a Ottaviano. Leo è dolce e sensibile, mi tratta come se fossi di vetro e mi ama dal primo istante. Ottaviano è un bastardo e uno stronzo, mi ha sempre odiato e adesso se ne esce con un bacio. Ma è stupido o cosa? È ovvio che è Leo quello giusto per me. Non sarei dovuta tornare al Campo Giove.
La porta del tempio si spalanca ed entra Reyna, che si siede vicino a me e mi abbraccia, chiedendomi -Stai bene?- -No, Reyna, non sto bene. Da quando sono uscita dal Tartaro, sta diventando tutto un casino. Io... Amo Leo da morire, e appena sembra tutto a posto, arriva Ottaviano che mi bacia. Sono sempre pallida e stanca, non mangio niente e nella mia testa c'è una guerra, lato titano contro lato umano, e c'è una terza fazione: la parte di me che sa di dover servire Roma e che non può fare niente, se non cercare di ignorare le altre due.-
-Aspetta- mi dice Reyna -Tu sai che parte devi ascoltare?- -No. Però la sensazione che il lato titano abbia ragione è sempre più frequente. Vorrei uccidere tutti quelli che mi hanno recato solo dolore: Ottaviano, Steve, e gli dei.-
Tempo di dire le ultime due parole, che guardo in uno specchio e vedo che gli occhi diventano rossi e poi mi stacco da Reyna, senza farle male. Lei non ha colpe, per me. Mi alzo in piedi e prendo la spada di ferro dello Stige, per poi dire, sentendo una forza nuova -Forse, ascoltare il lato titano mi darà più soddisfazione.-
Leo
Dopo il Messaggio Iride di Marghe, sono rimasto a lavorare fino a notte fonda. Non so come ho fatto, ma in un solo giorno ho finito il timone, le vele e il motore. Basta fare lo scafo e montare i remi e abbiamo finito. Due mesi? No, arriva Valdez e finisce in due giorni. Mi hanno nominato capo cabina anche per questo, credo.
La porta del Bunker si apre ed entra mia sorella Nyssa, che ammira tutto e poi mi dice -Oh miei dei, come hai fatto? Noi ci abbiamo messo mesi per una cosa del genere, poi arrivi tu e bam, tutto fatto.- -Bè, Nyss, non proprio tutto. Posso ancora migliorarla. Pensavo di installare ancora qualche arma...-
Rimango a parlare con Nyssa ancora per un po', dopo lei va a dormire e mi costringe a seguirla. Tempo di dire -Ma Nyss, io non ho sonno- e sento gli occhi chiudersi e sbadiglio. -Si, come no Leo- dice lei sarcastica.
-Arrivo Nyss...- dico sbadigliando. La raggiungo nella cabina Nove e, prima di potermi cambiare, crollo su un letto a caso e inizio a dormire.
I miei sogni, come sempre, fanno letteralmente schifo. Continuo a rivivere la scena in cui il Minotauro trafigge Marghe con la lancia e lei "muore". Ogni volta è sempre più realistica, mi viene da piangere nel vedere i suoi occhi ormai rossi diventare vacui il sangue che le inzuppa la maglietta viola... Mi passo una mano sugli occhi e quando la ritraggo vedo che è rossa di sangue, mentre nell'altra sto stringendo una lancia tale e quale a quella del Minotauro. Mi tremano le mani, e quando alzo lo sguardo non vedo più il cadavere della mia ragazza sulla stradina torinese, ma sono in un'officina, l'officina di mia madre. La vedo seduta di spalle, con i capelli legati e le mani dentro il motore di una macchina nera. Io mormoro, piangendo a dirotto -Mamma.- Lei si gira come se mi avesse sentito e poi si trasforma in una Furia, con la pelle raggrinzita e le ali scure, gli occhi famelici e gli artigli lunghi, e si avvicina a me. Io rimango immobile, troppo spaventato per reagire, e la Furia è ormai davanti a me. Mette una mano sul mio petto e questa affonda dentro il mio torace, finché non raggiunge qualcosa. Ritira la mano tenendo in mano il mio cuore. La Furia si ritrasforma in mia madre e dice, con la sua stessa voce -Mijo, vedi questo?- e indica un foro della grandezza di un proiettile nel mio cuore -Questo è segno che il tuo amore sta soffrendo, e anche molto. Lei sta patendo una maledizione che avrebbe dovuto sopportare suo padre, il più potente dei Titani. Ho dovuto chiamarti in questo sogno su ordine del mio padrone, Ade, per avvisarti: se non arrivi al campo Giove il prima possibile, lei potrebbe non sopportare questo peso e il suo lato mortale sarà schiacciato da quello titano. Lei non potrà mai più riconoscere le emozioni, sarà guidata da un istinto che risale a millenni fa, quindi non capirà più cos'è l'amore, la gentilezza o una risata. Sarà guidata dalla sete di vendetta che Crono cova da millenni. Ti voglio bene, Mijo.-
Detto questo il sogno si interrompe e io mi sveglio nel mio letto, grondante di sudore e con il cuore a mille. Mi alzo velocemente e, sotto lo sguardo assonnato di Nyssa e dei miei fratelli, corro nel Bunker Nove a lavorare.
Dopo qualche ora, mi raggiungono e io mi fermo qualche attimo per vedere a che punto sono: i remi sono a posto e manca solo lo scafo. Appena vedo i miei fratelli, urlo -Che fate lì impalati, venite ad aiutarmi! Manca solo lo scafo!-
Mentre tutti si preparano, sento continui mormorii -Come ha fatto?- -Noi in due mesi avremmo fatto quello che lui ha fatto in due giorni-
Poi sento Jake urlare, indicandomi -È stato benedetto da Efesto! Guardate!- io alzo lo sguardo e vedo che ho un alone arancione intorno e indosso una tuta da lavoro nera, che non ho mai avuto. Ok, è la benedizione di papà.
Guardando il colore nero, mi viene in mente i suoi vestiti neri e la maglia viola, che quasi stonavano con i capelli castani sempre legati e gli occhi d'oro massiccio...
Mi manca sempre di più. E pensare che se non mi muovo ad arrivare, non vedrò più la mia Marghe. Vedrò solo un Titano stipato nel corpo della mia ragazza. Non credo che lo sopporterei. Incito gli altri figli di Efesto ad andare più veloci, mentre io supervisiono qua e là e mi fermo in qualche punto dove c'è bisogno di me. Di questo passo, l'Argo II sarà pronto presto. E io finalmente rivedrò Marghe.

Angolo ME
Voi... Non sapete quanto mi sono divertita a scrivere la parte di Marghe che dà un ceffone a Ottaviano...
Se non siete nella mia testa, non potete capire :D

Solo Io e Te - Leo ValdezDove le storie prendono vita. Scoprilo ora