Un sogno è anche una realtà

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Passarono i giorni,io ripresi la mia solita vita,o almeno ci provai,il pensiero di essere servito e riverito dai miei genitori mentre delle persone lottano per sopravvivere mi faceva sentire male : mi portava uno strano senso di colpa,tuttavia i giorni continuavano incessantemente a passare con un'elevata velocità..."la vita è un brivido che vola via" dove ho sentito questa frase? Beh,questo non importa,importa invece il fatto che questa frase dice il vero...
Nel bene o nel male i giorni passano e noi quasi non ce ne accorgiamo.
Cosa stavo dicendo? Ah già! I giorni continuavano a passare fino a quando non arrivò l'ennesima domenica...e come ogni domenica "HARRIS! HAAAAAAAAARRIS!"
-oh!non di nuovo!!"misi la testa sotto il cuscino per cercare di alleviare le urla di mio padre che mi spaccavano i timpani. -Harris avanti dobbiamo...-lo interruppi -andare in chiesa poi la mamma si incavola e bla bla,lo so papà lo so- e anche quella domenica mi preparai,presi il cellulare e lo misi in tasca,quando riflettei un po'... -in fondo...ci mettiamo poco no? Penso di poter resistere senza cellulare per un po'...-Pensai,non erano pensieri da me...mai prima della scorsa domenica avrei pensato di lasciare appositamente il cellulare in tasca, ma mi ero ripromesso di provare a resistere un po' senza esso : anche solo accenderlo mi trafiggeva l'anima,mi sembrava male,non potevo proprio usarlo,avevo il pensiero fisso di quei poveretti...le notti precedenti a quella domenica sognai che tutte le persone che conducevano quel tipo di vita potessero scomparire e divenire magicamente felici.
I miei pensieri furono interrotti dai richiami di mia madre che...beh diciamo che mi "invitò dolcemente"
a salire in macchina...già...dolcemente.
Mi incamminai quindi verso il veicolo,salii su quest'ultimo e...-direzione chiesa!-gridò come ogni maledetta domenica mio padre.
Verso metà del tragitto mia madre si voltò stupita a guardarmi -ma come?! Non hai il cellulare?-
-l'ho dimenticato di nuovo uff...- dirgli il vero sarebbe stato un po' bizzarro,sapete loro sono abituati a vedere solo i contorni del mio volto perché la parte centrale è sempre occupata dal mio telefono,immaginatevi se un'hikikomori come me di colpo volesse distaccarsi dal suo amato cellulare,sarebbe da manicomio! Inventai quindi questa stupida scusa,mia madre spalancò la bocca ma nell'istante in cui quest'ultima provò a parlare mio padre ci avvisò con la sua solita frase -arrivati!!-scendemmo allora dalla macchina e rivolsi all'istante lo sguardo verso l'incrocio dove la scorsa domenica accampavano quei poveretti...non erano più la'!
Il mio primo pensiero fu profondamente pessimistico ma,quando entrai in chiesa...
Eccoli la' vestiti eleganti a pregare il buon dio,feci per avvicinarmi,sbalordito,quando mia madre mi richiamò
-non parlare con gli sconosciuti- mi bisbigliò...
Durante l'intera messa il mio sguardo incredulo era rivolto verso essi,com'era possibile?! Eppure ero sicuro che erano le stesse persone che la domenica precedente chiedevano le elemosina all'incrocio.
Finita la messa seguii i miei genitori verso l'uscita,ma prima di andarmene gettai un ultimo sguardo a quel gruppetto di elegantoni,quando uno di essi,quello a cui avevo dato il mio denaro, si voltò verso di me e fece l'occhiolino...
Non ebbi il tempo di ricambiare quando mia madre mi tirò il braccio spingendomi verso l'uscita...

Sogno di una realtà diversa [wattys2017]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora