Il tempo trascorreva lento e inesorabile. Era tutto così monotono e flaccido. Le giornate si limitavano ad essere identiche l'una all'altra, tanto che mi sembrava che il tempo si fosse fermato, bloccato in una specie di stasi. La Galatea era in mare da tre settimane ormai, e il Capitano aveva annunciato che ne mancava poco più di una all'arrivo a Charlestown.
I primi giorni erano stati un vero patimento per me. Il mio corpo era evidentemente provato dal mio malessere.
Era stata una sorpresa alquanto sgradita scoprire che soffrivo il mal di mare. Non ero nemmeno riuscita a dormire la notte per l'urgenza di andare a vomitare. Avevo mangiato poco o nulla la prima settimana. D'altronde, era uno spreco, perché tutto ciò che ingoiavo finiva dritto nel secchiello di legno che mi aveva gentilmente portato il signor Finney. Il medico di bordo non aveva fatto granché per aiutarmi a sentirmi meglio. Si era limitato a svuotare i contenitori colmi di vomito, e questo era quanto. Il signor Phillips, al contrario, era molto premuroso con me. Mi forzava a mangiare; si rifiutava di uscire dalla mia cabina finché non mi vedeva buttar giù almeno cinque bocconi di cibo. Mi trattava con assoluta gentilezza e conosceva tantissime storie marinaresche. Mi distraeva con esse. Era l'unica persona su quella nave di cui agognavo la compagnia. Aspettavo impaziente l'ora dei pasti e lo pregavo di trattenersi più del necessario nei miei alloggi.
«Raccontatemi una storia anche questa sera, ve ne prego.»
«Con piacere, signorina.»
Prendemmo posto e, per un momento, guardammo tutti e due fuori dalle vetrate il mare liscio e nero che brillava sotto la luce delle stelle. Il signor Phillips si schiarì la gola e tossì un paio di volte prima di incominciare.
«Sir John Raymer era il comandante della Liberty, una nave del re che trasportava dall'India dei doni per l'imminente matrimonio del principe. Trasportava tesori talmente costosi e belli che il re aveva affidato il compito al suo più fidato amico. Una sera di fine maggio, dal cielo terso, con le stelle occhieggianti nella notte senza nubi e senza luna, John si era appartato sull'aletta destra del ponte di comando. Tutto era calmo, c'era solo un leggero movimento d'aria, dovuto alla velocità della nave, che mitigava il calore della giornata trascorsa e dava un senso di benessere molto conciliante. Sir John Raymer guardava avanti, là dove nell'oscurità della sera s'intuiva la linea dell'orizzonte. Mentre era assorto nei suoi pensieri vide qualcosa sbucare da un banco di nebbia. Per un attimo gli sembrò di esserselo immaginato; in fondo, le onde giocano sempre strani scherzi. Eppure, non era stata un'allucinazione. C'era una nave. Una nave che si stava dirigendo verso di loro, a piena velocità, solcando le acque quiete della notte. Raymer non volle pensare subito al peggio. Pensò che probabilmente era solo una nave di passaggio.
"Nave a dritta!" urlò un marinaio.
A quel punto, siccome la nave si era avvicinata parecchio, Raymer sfilò dalla cinta il suo piccolo cannocchiale e vi sbirciò all'interno. Osservò attentamente, e vide che su una lunga trave era sfoggiato il Jolly Roger.
"Signor Lucas!" urlò Raymer, colto dal panico. "Suoni l'allarme! Sono pirati! Preparate le armi, preparate i cannoni! Si combatte!"
"No, signore!"
"No?" esclamò Raymer, meravigliato e allo stesso tempo infuriato da quella risposta. "Osservate bene la bandiera!"
A quella risposta Raymer si rabbuiò. Cosa avrebbe dovuto osservare? Era il Jolly Roger, senza alcun dubbio. Lo stava prendendo in giro, per caso? Poi notò ciò che il signor Lucas desiderava fargli notare. Sulla fronte bianca del teschio vi era disegnata una grossa stella nera. Raymer si impietrì, le mani gli tremavano e non riuscì a tener fermo il cannocchiale per vederci dentro ulteriormente. Abbassò piano le mani e fissò la nave con gli occhi spalancati dalla paura.
Non era possibile.
"Quella è la Stella Nera!" urlò il marinaio, più spaventato che mai.
La Stella Nera compare in molte leggende. Si chiama così la nave fantasma che lancia una maledizione a chiunque la vede. Colui che posa gli occhi su di lei è destinato a uccidere il proprio equipaggio e poi morire. Infatti, la Stella Nera non attaccò la Liberty, si limitò soltanto a passarle accanto, silenziosa e deserta. Navigava da sola, senza nessuno a bordo. Sir John Raymer ordinò al resto dell'equipaggio di chiudere gli occhi, di non guardare ciò che stava arrivando. Molti ubbidirono all'ordine, spaventati, alcuni però osarono dare un'occhiatina veloce, troppo curiosi per riuscire ad obbedire a un ordine del genere. Intanto, il marinaio che aveva visto la nave assieme a Raymer sembrò rassegnato.
"Signor Lucas, sapete cosa fare."
Detto questo il marinaio si lanciò in mare, sacrificando sé stesso per salvare i suoi compagni. Il Capitano sfilò il pugnale che si portava appresso e si tagliò la gola, cadendo in acqua, suicidandosi.»
Il signor Phillips smise di parlare e si limitò a fissare la mia espressione.
«Finisce così?» chiesi, delusa, volendo saperne di più.
«Sì.»
«Che ne è stato degli altri? Si sono salvati?»
«La Liberty fu ritrovata due settimane dopo da una nave mercantile. Quando si sono avvicinati hanno capito che la nave era alla deriva. Degli uomini sono saliti a bordo, cercando dei superstiti o perlomeno dei corpi, ma era completamente vuota.»
«Se sono tutti morti come sapete che hanno visto la Stella Nera?»
Il signor Phillips sorrise a quella domanda. «Parecchie volte nel corso della storia hanno inspiegabilmente trovato delle navi prive di equipaggio, intatte, senza segni di lotta o di sangue. Queste navi vagavano in mezzo all'oceano, portate dalla corrente. Nessuno riuscì mai a capire questo fenomeno, così è nata la leggenda della Stella Nera, una nave maledetta che fa togliere la vita alle persone che la incontrano. Così, quando hanno trovato la Liberty in quello stato, hanno immediatamente pensato che l'equipaggio scomparso l'avesse vista.»
«Le persone veramente ci credono?»
«Voi no?»
Ridacchiai. «Non è razionale.»
«Be', razionale o meno, la leggenda si è diffusa in tutti gli oceani. La conoscono persino i marinai dell'Asia e i più creduloni accendono una candela ogni notte prima di andare a dormire, pregando i loro spiriti che non incontrino mai la Stella Nera», disse l'uomo.
«Affascinante.»
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Il Tesoro del Mare
Historical FictionPrimavera, 1716. Dopo due anni trascorsi a Londra, separata dalla sua famiglia per terminare gli studi, Eveline Adler è pronta a raggiungere i suoi cari nel Nuovo Mondo. Tuttavia, la nave incaricata di portarla a Charlestown viene attaccata dai pira...