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La giornata passò velocemente, anche grazie alle battutine di Davide.
Tornando a casa, passai vicino al minimarket dello scorso giorno. Chissà chi erano Sasha e  Stefano. Non erano neanche della mia scuola. Che siano più grandi di me? No. Non sembrava. Sommersa dai pensieri raggiungo casa e mi butto sul letto, ripensando a Pier. Come mi sarei dovuta comportare? Ormai non c'è più assolutamente nulla tra noi, ma beh, il primo amore non si dimentica mai vero? "Aaaaaaah è difficileeeeeeee" dico ad alta voce scalciando le gambe sul letto. E per quanto riguarda Davide.. beh è
molto simpatico ed anche
carino. Aiutoooo. Mi giro e affondo la faccia nel cuscino. Prendo il diario e guardo i compiti per domani. "Matematica, storia, musica.. aaaaaaaah fanculo!" Lanciai il diario contro la parete e mi rigirai sul letto. Chiusi gli occhi e pensai a Roma. Chissà se c'era qualche casa abbandonata nei dintorni.. mi alzai, accesi il computer e cercai tutti i luoghi abbandonati vicino a casa mia. "Casa,casa, centro commerciale, villa... mh interessante." Cliccai sulla icona della villa e scrissi la via sul navigatore del cellulare. Mi misi le scarpe, uscii e mi incamminai verso la strada che indicava lo schermo del mio cellulare. Dopo circa 10 minuti di cammino alzai gli occhi e vidi in fondo alla via una casa dismessa e subito aumentai il passo. Arrivata davanti al cancello della villa lo esaminai e, pensai subito che scavalcarlo sarebbe stata una pessima idea, per cui guardai la staccionata intorno alla villa e vidi un buco accessibile.Dopo essere entrata attraverso il buco della staccionata, percorsi il vialetto che portava alla porta d'ingresso ed entrai senza alcun problema. Il corridoio d'ingresso era totalmente illuminato dai raggi solari. Appena entrata sentii un rumore e di scatto decisi di uscire, ma aperta la porta sentii una voce. "Ehi, ehi non andare! Mi annoio!" Era lui. Stefano. Mi girai, proseguii il corridoio ed entrai  titubante nella stanza da dove proveniva la voce.  Vidi una stanza totalmente diversa dalle altre, aveva un letto ed una scrivania in condizioni accettabili, diciamo. Lui era seduto sul letto che guardava il cellulare con faccia annoiata. Lo guardai. Lui alzò lo sguardo. Mi fissò. Lo fissai. Lui si mise a ridere, e pure io. La sua risata era davvero buffa, una di quelle risate che ti fa ridere solo a sentirle. "Ei ma.. tu sei quella del supermercato?" Chiese. Ancora con le lacrime agli occhi gli dissi "Si, sono io.. come mai qua?" "Bah, sai quando vuoi uscire di casa perché vorresti prendere a pugni i tuoi genitori per quello che dicono.." dice alzando le spalle e accennando un sorrisetto. Annuisco. "Capisco.. ma non ti fa schifo sdraiarti su quel letto? Cioè.." "Nah, sai ho portato io il materasso, tutte le volte che venivo qui non sapevo dove sdraiarmi o sedermi" Rispose. Okay, strano. Era calato un silenzio imbarazzante. "Vabbè, sai devo andare, ci vediamo.." accennai guardando per terra dato il mio visibile imbarazzo. Dio dovevo uscire da quella stanza! "No daii, non mi hai nemmeno raccontato qualcosa di te, su siediti!" Disse mentre posava il cellulare sulla scrivania e mi invitata a sedermi. "Ehm no grazie, non ci tengo." Su quel coso no grazie, poi di fianco a lui, che imbarazzo! "Beh, come vuuuuuoi, novità nella tua monotona vita?" Chiese squadrandomi. "Niente di che." Disagio a palate, dovevo andarmene. "Scusa se lo chiedo ma.. ti ha mandato qui Ellen?" Appena disse quella cosa, persi assolutamente il controllo. Prima di rispondergli lo guardai esasperata cercando di trattenermi iniziai a contare, tranquilla Melanie.. 1, 2, 3, 4.. "No sai, è una causa persa, anche per quanto dovesse pagarti Ellen è impos.." "ADESSO BASTA! È tutto il giorno che mi chiedono di 'sta Ellen. NO! Non mi ha mandato qua per 'sti motivi che solo Dio sa! Cristo, il primo giorno di scuola qua a Roma già etichettata come "quella che ha mandato El.." mentre parlavo andavo avanti e indietro per la stanza ed ad un tratto scivolai su un pezzo di stoffa, da quanto ero distratta. E lui mi prese al volo, con le sue braccia potenti e muscolose, mi guardò negli occhi e.. no. Caddi come una cretina. Mi girai verso di lui pronta a dirgliene quattro ma non feci in tempo perché lui era già a sbellicarsi dalle risate. "Ahahahahahaha che idiota! È caduta da sola, che scemaaa ahahahahahah ho le lacrime agli occhi aiuuuuuutoooo" La mia faccia diventò rossa in due decimi di secondo e mi resi conto di aver fatto una grandissima figura di merda. Mi alzai, e uscii dalla camera verso la porta della villa. Tutto ciò che riuscì a sentire fu: "Ei, domani, stessa ora, qua eh!" Ma cercai di non farci caso e uscii velocemente dal buco della staccionata, incamminandomi verso casa. Non feci neanche caso che fuori c'era davvero un tramonto fantastico.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Aug 18, 2017 ⏰

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