Dopo le due intense ore di ripasso, suona la campanella e mi dirigo verso la porta della classe con Davide e Melly.
Cerco di velocizzarmi, con il terrore in testa che Pier potesse ipoteticamente seguirmi. Arrivati nell'atrio, ci sediamo contro la parete, vicino ad un angolino.
A quanto pare Pier si è diretto verso un altro atrio, e tiro un sospiro. Non ci credo ancora che lui sia qui. "Allora, spiega.." dice melly con tono curioso. "Eravate fidanzati?" Chiese Davide. "Beh, si." Risposi. I due mi fissano incitandomi a raccontare, e io cedo.
"Okay, okay, spiego. L'ultima volta che l'ho visto è stato 3 anni fa." "Avevi 13 anni? Ecco vedi, cose da serie tv strappa lacrime da tredicenni." Disse Davide con una faccia da 'l'avevo detto'. "Oh, insomma 'sta un po' zitto Davide." Gli rispose Melissa. "Come ho detto, avevo 13 anni, e abitavo ancora a Milano. I miei nonni però avevano ereditato una casa in Liguria, a Genova, in cui andavo almeno due volte ogni 4 mesi. Insomma, lì mi piaceva stare in spiaggia a leggere, ed un giorno, tornando dalla libreria dove avevo appena comprato un libro, che stavo leggendo camminando, mi scontrai con un ragazzo che fece cadere il libro in una pozza d'acqua piovana. "Oh scusami, scusami, scusami." Rispose raccogliendo il libro zuppo d'acqua. "È colpa mia, non ti devi scusare." Risposi mentre si alzava, e vidi il suo viso. Capelli castani, occhi verdi ed una strana voglia sulla guancia, mi sorrideva insicuro. Così mi riaccompagnò in libreria, costringendomi ad accettare il nuovo libro che mi comprò con i suoi soldi. Lo ringraziai e lui disse "Domani alle 20:30 ci vediamo ancora qui? Ti devo fare una sorpresa per scusarmi.. io sono Pier e tu?" disse. "Melanie, mi chiamo Melanie." "Melanie! Ecco, a domani allora!" E corse via, facendo un piccolo gesto di saluto." E venni interrotta da Davide. "Ma come? Sembra troppo una cosa da maniaco!" Ribattee Davide, perplesso. " Per me non lo era, mi sembrava una favola diventata realtà, era come se avessi incontrato il mio principe azzurro, gentile e leale, avremmo avuto un futuro roseo, con un lieto fine. Così il giorno dopo, andai davanti alla libreria, e aspettai. Aspettai, ed ogni secondo che passava sembrava come se ogni mia speranza si stesse sgretolando lentamente, e il pensiero che mi aveva bidonata, diventava sempre più concreto, e così fu. Lui non venne. Delusa mi diressi verso la spiaggia, e scendendo le scale per toccare la sabbia, vidi il tramonto, e pensai che forse lui ora avrebbe urlato il mio nome, saremmo usciti e ci saremmo baciati. Davvero precoce vero? Viaggiavo troppo con il pensiero, in fondo lui era solo uno sconosciuto."
"Sembra che eri pazza." Commentò Melissa. "Forse.." e Risi. "Comunque, dove ero arrivata? Ah si, in spiaggia. Restai lì per poco, e poi tornai a casa. Il giorno dopo, uscii e andai in biblioteca, per comperare un libro per mia sorella, e la commessa, Laura, vedendomi disse "Melanie! Un ragazzo mi ha lasciato un messaggio per te!" " Ma come? Conoscevi le commesse?" Disse Melissa. "Eh si, infondo ogni volta che andavo in Liguria, tornavo indietro almeno con un libro a Milano. Insomma, mi chiamò e mi disse che un ragazzo, Pier, aveva detto di incontrarlo alle 20:30 in spiaggia, scusandosi per non essere venuto. Sentendo quelle parole, fui felice come una pasqua, e passai il resto della giornata con un sorriso stampato in faccia. Il giorno dopo, andai in spiaggia e lo vidi, feci un po' la difficile, ma poi lo scusai. Si chiamava Pier, aveva 13 anni, frequentava le medie a Genova, ed adorava leggere, proprio come me. Infatti, il regalo per "scusarsi" con me (oppure una scusa per uscire con me) furono dei libri che aveva appena finito di leggere. Dopo aver fatto una camminata lungo la spiaggia, mi accompagnò a casa e ci scambiammo i numeri. Entrata in casa, mi buttai sul letto sempre sorridente. Andava tutto così bene. Ero al settimo cielo. Finché non feci i conti con un fatto che non avevo valutato. La fottuta distanza. Il mio volto si trasformò e presi il cellulare, incerta. Avevo gli occhi lucidi, e pensai che niente sarebbe andato bene nella mia vita." "Soliti, pensieri da tredicenne!" Commentò Davide. "Già... così gli scrissi di incontrarmi davanti alla libreria alla solita ora, e che dovevo parlargli. Lui accettò ed il giorno dopo gli dissi che in realtà abitavo a Milano, e mentre parlavo, mi scappò una lacrima. Lui mi guardò e mi baciò. Taaaaaaaan-tan. Ero rovinata. L'amore era il reato e la distanza la condanna. Lui disse "Melanie, ti ho appena conosciuta e non ho l'intenzione di lasciarti ora." Io annuì e passammo i tre giorni successivi uscendo, e divertendoci il più possibile, fino al giorno della partenza. Eravamo seduti davanti ad un tramonto, in spiaggia ed eravamo muti. Mi arrivò un messaggio, era mia nonna. Lo guardai, mi guardò e scoppiai a piangere. Lui mi abbracciò e mi sussurrò "Ti amo, Melanie." Ma cosa potevamo saperne noi, tredicenni, dell'amore? Mi accompagnò a casa,mi baciò poi ci salutammo, e partii. Nel viaggio era come se tutto il mio mondo era ormai a Genova, e non a Milano. Passarono mesi, scrivendoci praticamente ogni giorno. E poi tornai. Ogni due mesi. Passò un anno così, e nonostante tutto, eravamo felici." Feci una pausa, e Melissa e Davide mi fissavano con uno sguardo interrogativo. "Ora continuo, tranquilli! Passò un anno, ed arrivò Aprile. 25 aprile 2014. Mio nonno venne ricoverato in ospedale, per dei calcoli al rene, e non andai in Liguria per circa 4 mesi. Fu una tortura finché, una notte, decisi che ci sarei andata da sola. Mi organizzai, e un lunedì di settembre, andai alla stazione di Milano, e partii verso la Liguria. Avevo accennato a Pier di questa cosa ma mi aveva implorato che non la facessi, fino a che, finsi che mi aveva convinto, rincuorandolo del fatto che non sarei partita." "Okay, eri fusa!" Disse Davide. " Insomma era il mio primo fidanzato! ed ero davvero fusa? Si. Arrivata a Genova andai davanti alla scuola di Pier, per aspettarlo, e quando uscì, appena mi vide, si infuriò. Disse " Melanie, sei pazza? Non avresti mai dovuto fare una cosa del genere!" La campanella suonò, e ci alzammo andando verso la classe. "Mentre urlava lo baciai e lui mi abbracciò sussurrandomi "mi sei mancata.." passammo il pomeriggio insieme, fin quando presi il treno e tornai a casa ma, arrivata i miei genitori mi accolsero in lacrime. La scuola li aveva chiamati dicendo che non ero venuta e reagirono subito chiamando la polizia. Però i miei decisero una cosa che mi sfiancò. " Non tornerai mai più in Liguria, Melanie, è questa la punizione." Appena sentì quella notizia, iniziai ad urlare, piangere e protestare, ma niente da fare. Mi chiusi in stanza e sembrò che il mondo mi era crollato addosso. Così chiamiai Pier.." e venni interrotta da una voce dietro di me che si faceva sempre più vicina. "E tu mi dissi che non ci saremmo mai più visti, per il nostro bene, io protestai ma tu non risposi più ai miei messaggi, e dopo mesi di ripensamenti, finì così. Bella storia vero?" Era lui, era pier. Era davanti a me e io lo guardai. Lui mi guardò e.. " Entrate insomma! Non avete sentito la campanella!" .. la prof. Ci interruppe. Chissà se avrebbe cercato di baciarmi.. oppure no?
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2017
Romance"La tua vita cambiò radicalmente grazie a una sola persona su sette miliardi."