Impossible

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Castle's pov

Mi sveglio, ho le gambe intorpidite. Cerco di muovermi ma non ci riesco. Sono legato. Mi dimeno, ma poi mi rassegno.
Sii razionale, Rick. Non ti libererai facendo così. Pensa.
Mi guardo intorno. La stanza sembra quella di un ospedale, le spesse pareti grigio-azzurre mi fanno capire che urlare non servirebbe a molto. C'è una finestra alla mia sinistra, ma le veneziane mi impediscono di vedere al di fuori. La luce che illumina il pavimento è debole, devono essere circa le sei di pomeriggio. Da quanto tempo sono qui? Mi giro alla mia destra e vedo un tavolo di metallo lucido, che sembra sterilizzato. Vi sono appoggiate delle fiale e una flebo. Sono per me? Mi concentro sul mio corpo: sono completamente immobilizzato con delle cinghie che mi bloccano a quella che deve essere una specie di barella, o un lettino simile a quello dei dentisti. Mi divincolo, ma invano. Avverto un bruciore al braccio sinistro: credo di avere un cerotto, di quelli che ti mettono dopo aver fatto le analisi del sangue. Forse mi hanno sedato. Mi guardo i polsi: le cinghie metalliche mi stanno lacerando la pelle.
Stai fermo, Rick, stai peggiorando le cose. C'è sempre una via di uscita, ma non è questa. Pensa.
Ragiono, ma presto mi rassegno. Non posso fare niente. Devo aspettare. Per quanto resisterò così? Faccio l'unica cosa che posso, o forse che voglio, fare: sperare. Kate. Oh, Kate. Lei mi starà già cercando, mi troverà, lo so. improvvisamente mi sento molto stanco e debole.
Resisti, Rick. Resisti per lei. Non dormire.
Cerco di restare sveglio, ma invano. Chiudo gli occhi mentre penso a Beckett.
Poi, più nulla.

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