4. La lettera

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Si diressero verso i tavoli. Will si sedette al tavolo di Apollo e Nico a quello di Ade, come al solito.

Sentì i ragazzi del tavolo di Ermes ridacchiare e sussurrare qualcosa su di lui. Ma Nico non ci fece caso. Era abituato ai soliti pettegolezzi stupidi.
Oltre al suo gruppo di 4-5 amici, non era riuscito a farsi altri amici, perché tutti avevano paura di lui. Altri addirittura si schifavano.
Luke, uno dei figli di Ermes, si diresse verso il tavolo di Nico. Era più grande di lui di circa 3 anni.

<<Ehi, Di Angelo.>>

<<Che vuoi?>>

<<Nah, solo farti compagnia. Vedi sei solo...come al solito.>>

<<Luke non voglio incazzarmi oggi. Va via.>>

<<Ow si incazza lui. E fammi sentire, se ti incazzi che fai?>>

<<Questo.>>

Gli tirò un pugno dritto sul naso. Il ragazzo si mise le mani sul naso dolorante.

<<Tsk!! Il solito mostro!>>

<<Non sono stato io ad iniziare, ti ricordo.>>

<<Ma va all'inferno.>>

Will si alzò in piedi.

<<Adesso basta!>>

Si girarono tutti verso di lui.
Will si diresse verso Nico e Luke.

<<Luke la smetti di provocare?>>

<<Io non provoco. Gli stavo solo parlando. Gli stavo solo ricordando che è un orribile mostro e che resterà sempre solo.>>

<<Luke! Smettila! Non è carino da parte tua! Insomma anche lui ha dei sentimenti, cavolo!!>>

<<Uuuh è arrivato l'eroe! Avete sentito? Non è carino da parte mia! Fatti da parte, Solace. Non è una discussione per te. Io e Di Angelo abbiamo un conto in sospeso.>>

<<Luke adesso basta! Solo perché è il figlio di Ade, questo non significa che sia cattivo o strano.>>

<<Will...>> disse Nico. Si alzò e continuò a parlare.

<<Parlare con gli idioti non servirà a niente e non ho bisogno di essere difeso. Grazie comunque.>>

Si mise le mani in tasca e se ne andò.

Poco dopo nella sua cabina arrivò Will che sbatté la porta e si avventò su Nico.

<<Ma si può sapere che ti è preso?!! Devi smetterla di lasciare andare, bisogna porre fine a questa storia!!!>>

<<Will, non dire cavolate. Va a dormire. È tardi.>>

<<Nico ma che ti prende? Sei cambiato all'improvviso.>>

<<No, Will. Sono sempre stato così.>>

<<Bugiardo.>>

Senza dire nulla si sedette sul suo letto e si slacciò gli anfibi.
Will andò in bagno, per rinfrescarsi un po' il viso. Vide sul lavandino delle lamette sporche di una strana sostanza. Le prese e andò da Nico.

<<Nico, cosa sono?>>

<<Lascia perdere.>>
Si alzò e gli levò le lamette di mano. Le gettò nel cestino.

<<Nico? Di cosa sono sporche quelle lamette?!>>

<<Nulla.>> alzò le spalle.

Quel giorno - SolangeloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora