1 - RICORDI

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Eurogaea, una versione alternativa dell'attuale Unione Europea.

Un mondo simile al nostro. Dove l'anno è lo stesso. Ma tutto il resto è diverso: un mondo dove architettura e abbigliamento sono gli stessi della Francia pre-rivoluzionaria ma la tecnologia è all'avanguardia; un mondo dove si possono vedere uomini d'affari guidare auto di ultima generazione ed uscire vestiti come nobiluomini del Settecento; un mondo dove vengono usati cannoni trainati da cavalli e dove i soldati usano fucili con al posto delle tradizionali baionette, delle baionette laser.

Un mondo dove si vedono ancora dei templi dedicati agli dèi, divinità antropomorfe dalla testa di animale come quelle dell'Antico Egitto.

Un mondo dove l'Unione non è un'Unione, ma un vasto Impero di 13 Stati, ognuno con un proprio Reggente. Ogni Reggente deve rendere conto del proprio operato all'Imperator, che è il Reggente supremo dell'Impero.

Sfortunatamente, l'ultimo Imperator è morto e il Consiglio dei Tredici è stato chiamato nella cosiddetta Clave Perpetua per eleggerne uno nuovo.

Al momento non si è giunti a nessuna decisione. Si prenderà solamente quando tutti, o almeno la maggioranza, saranno d'accordo. Successivamente il Cannone Imperiale sparerà il Colpo dell'Annuncio, ovvero un colpo di cannone rivestito da del fumo bianco.

Il giorno è il 31 dicembre 2005, ultimo giorno dell'anno e prima notte precedente il Nuovo Anno.

In una delle provincie dell'Impero, l'Italia, con capitale Roma, dentro una villa di gusto settecentesco edificata molti secoli prima, si sta celebrando una festa di Capodanno.

Tra affreschi di stile neoclassico e rococò che troneggiano sui muri e sulle porte, copie di qualche statua greca e vari ritratti girano molti ragazzi di età compresa fra i 20 e i 30 anni, tutti di alto rango: marchesi, duchi, qualche barone e alcuni conti. Sì, perché la casa appartiene ad uno di essi, al conte Dorian Darko. Anzi, al colonnello dell'Esercito Imperiale Dorian Darko. Questo giovane di 21 anni ha fatto parlare di sé già dal suo arrivo nell'esercito, a 18 anni, per il suo carisma e le sue doti di stratega militare.

Nonostante sia entrato col rango di capitano a 20 anni per diritto regale, questo giovane ha fatto di tutto per meritarsi quelle stellette. E a 21 anni è stato promosso per meriti al rango di colonnello. Uno dei più giovani in tutta la storia dell'Impero.

I maligni però dicono che non sia tutta farina del suo sacco e che addirittura si sia comprato i titoli che porta.

Ma questo non è importante adesso.

Adesso è tempo di pensare ai festeggiamenti.

Anche se più che festeggiare, Dorian adesso si trova a guardare dalla finestra della sua camera, all'ultimo piano del palazzo, e ripensa alla sua vita passata.

Ripensa a quando aveva tredici anni, quando frequentava ancora le scuole medie.

Il ricordo di un sacco di ragazzini urlanti e allegri che corrono per tutte le direzioni è vivido. Sono vestiti con abiti settecenteschi, alcuni anche con il caratteristico "solitaire", ovvero la coda lunga maschile.

Tra di essi, un ragazzino di circa tredici anni li osserva, in disparte e seminascosto tra i cespugli del grande giardino.

D'un tratto, gli altri ragazzi si accorgono di lui e cominciano ad inseguirlo. Il ragazzino scappa.

Quel ragazzino così impaurito era lo stesso Dorian.

E quelli che lo rincorrevano non erano ragazzini: erano piccoli adulti. Sapevano cosa sarebbero diventati una volta grandi. E vedevano in Dorian un perdente, uno smidollato, uno "strano", un qualcosa che bisognava eliminare perché diverso.

Dorian non era malato, non aveva deformazioni fisiche o psichiche e non aveva tendenze omosessuali: era considerato diverso solo perché si rifiutava di seguire le mode e le tendenze degli altri suoi compagni. E quando ci provava, gli altri lo rifiutavano e lo emarginavano.

Ogni volta, durante la ricreazione, era un inferno: i compagni si accanivano su Dorian e gli facevano ogni tipo di atrocità. Lo picchiavano, lo lasciavano in mutande, gli prendevano la cartella a calci...e il ragazzo non faceva nulla, era indifeso. Debole. Insicuro. Impaurito.

Nonostante abitasse a pochi chilometri di distanza dalla scuola, non c'era momento peggiore di quello in cui si sentisse veramente lontano da casa.

Così come si sentiva lontano da casa in quell'istante. E una lacrima gli scivolò dal viso: ricordava la madre, che si preparava per andare al lavoro e quando vedeva la luce accesa della camera del figlio, capiva che Dorian aveva avuto un brutto sogno ed andava a confortarlo come fa ogni madre con il proprio figlio.

Dorian scuote la testa, si asciuga la lacrima e cerca di pensare a qualche cosa di più allegro. Ma l'unico pensiero che gli passò per la testa fu quello di Michaela, una ragazza che aveva conosciuto all'Accademia per puro caso. Era in libera uscita quando a un certo punto l'aveva notata, ci aveva scambiato due parole e da quel momento erano diventati inseparabili. Dorian, nonostante fosse un grande stratega e un genio militare, con l'altro sesso era quasi imbranato e impacciato e quindi aveva poche probabilità di successo. Quando conobbe Michaela, sembrava che gli dèi gli avessero regalato la donna perfetta. Ma non fu così: quella ragazza di statura minuta, la corporatura esile e i corti capelli neri dapprima così gentile e disponibile iniziò a diventare sempre più fredda e distaccata. Il ragazzo con lei quasi impazzì fino a perdere del tutto la ragione. Era follemente innamorato di lei, avrebbe fatto di tutto per lei, anche dare la sua stessa vita. L'Alto Comando notò i primi segni di squilibrio nel ragazzo, e in molti si offrirono di aiutarlo. Ma Dorian rifiutò.

Poi si scoprì qual era la causa della freddezza di Michaela: aveva conosciuto un altro uomo.

Fu lo stesso Dorian ad accorgersene un giorno che, seguendo la ragazza di nascosto, la sorprese con un altro ragazzo. La sorprese a scambiarsi un tenero bacio.

Preso dalla rabbia, si avventò contro l'altro soldato e rimase sbigottito quando scoprì che in realtà era una ragazza. Nacque una forte colluttazione. Ci mancò poco che i due dalle mani passassero ad usare le lame.

Ma quello era solo un ricordo ormai sbiadito del passato.

Fuori il cielo risplendeva della luce dei primi fuochi d'artificio che gli ansiosi abitanti di Roma stavano sparando.

Qualcosa però strappò via il ragazzo al limbo della memoria.

Era un cameriere, un ragazzo di circa ventidue anni, vestito con una normale tenuta da cameriere, non tanto esagerata come quelle settecentesche. Dorian si voltò.

-Scusatemi, signore. La porta era aperta e...- parlava con voce tremante, come se avesse commesso il più terribile dei misfatti.

-Non preoccuparti.- fece Dorian. -Dimmi pure.-

-Volevo informarVi che alcuni ospiti si sono preoccupati della Vostra assenza!- lo informò l'impettito cameriere.

Dorian guardò l'orologio. In effetti si era un po' attardato prendendosi quel momento di riflessione.

-Hai ragione!- esclamò. Poi si rivolse al cameriere. -Di' pure agli ospiti che scendo tra un minuto, il tempo di sistemarmi.

-Sì, signore.!- rispose il cameriere, inchinandosi ed uscendo dalla stanza.

Dorian si voltò e, sistemandosi la sua giacca di velluto nero, diede un ultimo sguardo alla stanza prima di ritornare nella sala da ballo.

L'IncoronazioneWhere stories live. Discover now