Capitolo 1

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Sono sempre qui. Ogni singola notte.
Cammino per le strade della mia grande città, Atlantic City, in questo piccolo stato del New Jersey. È notte fonda, riesco a sentire i grilli cantare che insieme alle lucciole creano uno spettacolo davvero stupendo ..fin quando, ad un tratto,un enorme boato si espande intorno a me, e in men che non si dica, tutto in torno a me tace, e le lucciole danno spazio a delle vespe enormi quasi quanto il palmo della mia mano, si avvicinano sempre di più, fino ad arrivare al mio viso, e cominciano a pungermi, lasciando spazio solo al dolore. Quando sono già stesa sul pavimento, comincia un'incessante pioggia che mi perfora gli occhi. Sento che le forze mi stanno abbandonando, fin quando mi appare quella famosa scritta, IL TEMPO È PREZIOSO.

Mi sveglio di soprassalto, con la fronte imperlata di sudore, i capelli stesi sulla fronte e lo chignon ormai disfatto, creano un vero e proprio nido di uccellini.
Guardo l'orario dal mio smartphone, sono le 4 del mattino, che bello.
Mi alzo e mi dirigo verso il bagno, decidendo di darmi una sciacquata veloce, che però si trasforma in un bagno rilassante di circa un'ora. Ormai è inutile tornare a dormire, tanto non riuscirei a prendere sonno. Questi incubi stanno tornando, da quel giorno. Quel fottutissimo giorno.
Spero solo che la situazione non degeneri troppo.
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Sono le 7 e 30 del mattino. Come avevo già previsto, non sono riuscita a prendere sonno, ed ho impiegato il tempo leggendo il mio libro preferito, Cercando Alaska di Jhon Green..anche se adesso, le palpebre si fanno sempre più pesanti, forse sarebbe meglio se dormissi un altro pochin...
-NICOLE! NICOLE SVEGLIATI!
DRIIIN DRIIIN DRIIIN
Mia madre che mi urla contro e la sveglia in contemporanea non possono assolutamente andare d'accordo.
La signora White, Barbara White, fa irruzione nella mia stanza con una padella in una mano e un mestolo in un'altra. So già cosa starà per fare.
DOON DOON DOON
NICOLE IN PIEDII
DOOON DOON DOON
SU SU SU SUU
DOON DOON DOON
È ORA DI ALZARSII
-MAMMAA, SI HO CAPITO! MI ALZO!!
-BRAVA FIGLIOLA!
Già la giornata è iniziata con il piede sbagliato, ci mancava solo mio fratello Rob a rompere le scatole.
-Nicole, fammi un toast-Nicole, prestami il tuo motorino-Nicole,dammi la password del Wi-Fi-Nicole,chiama la mamma e dille che..-
AHHHHHHH!!
Tiro un urlo cosi forte che sicuramente mi avrà sentito tutto il vicinato.
La mia famiglia mi guarda intontita, compreso mio padre (wow, si è svegliato, è ancora vivo?), così senza dare spiegazioni a nessuno, salgo in camera, mi vesto velocemente indossando i vestiti di ieri, prendo le chiavi ed esco di casa battendo la porta.
Che abbia inizio un'altra noiosissima giornata.
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Sto quasi pensando di cambiare casa. Ho una famiglia di pazzi.
Le madri normali non usano delle padelle antiaderenti per svegliare le proprie figlie, i padri normali non vanno in letargo risvegliandosi dopo settimane, i fratelli normali non rompono le scatole ogni giorno. Sono io qui l'unica normale?!
Mentre faccio il mio monologo mattutino, mi rendo conto di essere già arrivata a lavoro, ma non un lavoro vero, la scuola.  Mia madre mi dice sempre "La scuola è il tuo lavoro cara Niky" e io non posso che darle ragione. Parcheggio il mio carissimo motorino ed entro in carcere. Appena entro, la bidella mi saluta. Eh già, ho un'amica bidella.
-Buongiorno cara Nicole!
-Buongiorno signora Thompson, sono in ritardo, ci becchiamo più tardi..
In realtà non sono in ritardo, non voglio avere troppe relazioni con le persone questa mattina. Ho la luna storta. E per di più il ciclo. Eheh.

Mentre cammino per i corridoi, sento urlare il mio nome. E so già chi è.
-NICOLEEEE!
scappo.
-NICOLE FERMATI!
scappo ancora.
-TI RIDUCO IN POLTIGLIA!!
Mi fermo. So perfettamente che la mia amica sarebbe capace di farlo, quindi mi giro e alzo le mani in segno di resa.
Ma lei, mi tira un ceffone. Quanto la amo.
-TU SEI FUORI DI TESTA! BRUTTA ANATROCCOLA!- schiamazza Diana.
-Ti arrabbi per niente cara amica mia, ti prometto che non lo farò più.-ribatto io.
-Lo prometti?- spera lei
-Si, prometto di non buttarti più giù dal motorino senza un apparente motivo.- concludo.
-Va bene, altrimenti potrei realmente ucciderti. Comunque, sai l'ultima? Jennifer Robinson ritorna nella nostra scuola!-
-Sai che roba. Quella piccola mostriciattola un po' troppo troia dobrebbe essere illegale.-
Jessica Robinson è una ragazza che l'anno scorso è stata espulsa dalla nostra scuola perché il preside l'ha beccata mentre "faceva cose sconce" in classe con il rappresentante di istituto durante la pausa pranzo. Espulsa sul colpo. Ma adesso penso che stia tornando perchè è una figlia di papà, quindi i soldi non le mancano di certo.

La campanella mi risveglia dai miei pensieri, così io e Diana la pazza ci dirigiamo verso la nostra amatissima classe, la 4A. Ovviamente sono ironica, amatissima un corno.
La mia classe è prevalentemente formata da secchioni con occhialoni posti sul naso e da ragazze poche di buono. Ah già, c'è anche un ragazzo Gay, non che sia un problema.
Entro, mi siedo al mio solito posto (l'ultimo accanto alla finestra) e aspetto l'arrivo della prof di spagnolo.
Nel frattempo, osservo una mia compagna   prendere in giro un ragazzo secchione.
-Perché non te ne vai da qui? Questa classe è piena di sfigati!- prende gli occhiali del ragazzo e li riduce a brandelli.
Mi viene d'impulso, mi alzo dalla mia comodissima sedia, mi pongo davanti la iena inferocita e le dico -Tornatene a Troia, piccola stupida- e ritorno al mio posto. Già, mi piace molto intervenire contro le cattive persone per difendere i più deboli. Che brava persona che sono.
La ragazza Troiana si alza, ma mentre si dirige verso di me entra la prof, che ci ammonisce subito.

Dopo tre lentissime ore di lezione, è ora dell'intervallo, così io e Diana andiamo alla ricerca dell'altro mio migliore amico, Nathan. Appena lo vediamo, ci avviciniamo e dopo esserci scambiati i saluti, usciamo in giardino.
Nathan è passato dall'età adolescenziale alla pubertà in modo davvero spettacolare. Ha tolto l'apparecchio, ed ora ha un grandissimo sorriso che gli contorna il viso, un paio di occhi blu oceano e dei capelli con un ciuffo biondo. È davvero un bel ragazzo, anche se non è molto palestrato. Lo capisco.
Tiro fuori il mio enorme panino con salame e maionese che a confronto con le fragole di Diana non è niente. Devo veramente prendere l'idea di fare esercizio fisico.
-Ragazze, verrete stasera alla festa di inizio Primavera? Dicono ci sarà tutta la scuola.- irrompe il silenzio Nathan.
-Certo che ci saremo, vero Nicole!?
-Ehm..si,credo di si..però..
-Niente però-dice la mia amica-stasera verrai, ti acconcerò per bene e truccherò, dovrai fare colpo.
-Ma io non voglio fare colpo..
-ah ah ah! Taci. Hai bisogno di un fidanzato. Cosi ti sopporterà lui e non io. Comunque, Nathan ci saremo, a stasera!-
Non ho il tempo di replicare che suona la campanella, e dopo altre due ore di noiosa matematica finiscono le lezioni e mi dirigo a casa, dando un passaggio anche a Diana. Fortunatamente abita molto vicino casa mia, anche per questo siamo cresciute insieme. Ci salutiamo e le prometto che questa sera verrò alla festa. Anche se non ho molta scelta, lei si presenterebbe a casa mia ugualmente perchè dice di "volermi preparare per bene". Ho realmente paura di lei.

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