Resoconto

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Identificazione in corso. Accomodarsi alla consolle. Prego. Si rilassi Sayali B2f4l16dà5s, figlia di nostra madre terra, sorella dei coloni su Centauri e prescelta per l’attuale missione su Eridani dopo 81 anni, 6 mesi e 17 giorni di viaggio transiderale. Prego, reciti la formula.

Io, Sayali B2f4l16dà5s, figlia di nostra madre terra, sorella dei coloni su Centauri e attuale coordinatrice, sono onorata di essere stata prescelta dai rappresentanti in carica e dai tecnici su Centauri. In nome del popolo terrestre e di tutti gli umanoidi al lavoro sul Protervion giuro solennemente di condurre a termine la missione assegnatami, con tutte le mie forze e con ogni mezzo disponibile.

Riconoscimento avvenuto. Si rilassi Sayali B2f4l16dà5s. Proceda con la narrazione.

Porgo le mie più sentite scuse ai rappresentanti terrestri e alle cariche istituzionali sul pianeta madre per il taglio biotecnologico che d’ora in avanti assumerà questo discorso. Non posso evitare di rivolgermi, quasi esclusivamente, ai dirigenti e ai tecnici presso Centauri. Sono in effetti un po’ tesa. L’elaboratore deve aver rilevato la mia inquietudine nel tono della voce o nelle funzioni vitali che sta parametrando. Ancora non sono svalvolata del tutto, non sragiono, ancora. Però sto raccogliendo osservazioni e valutando dati. Piuttosto disarticolati tra loro. Non credo bastino a spiegare ciò che sta accadendo. Non sembra un disturbo di adattamento ai recenti cambiamenti. Stiamo assumendo un nuovo assetto spaziale meno stabile, la forza di gravità a cui siamo sottoposti ci sbilancia, l’atmosfera stessa che si respira pare più densa, ammorbata. Inutile descrivere lo stato di eccitazione che sta dilagando tra il personale di questa astronave interstellare. E’ una frenesia contagiosa, un’euforia esageratamente pazzoide. E’ irresistibile l’ondata di emozioni dovuta al cambio di prospettiva. Non dico che tutti siano entusiasti dell’imminente sbarco, ma di certo l’ingresso nell’orbita esterna del pianeta abitabile del sistema Eridani ha destabilizzato un po’ tutti; credo di interpretare bene i sentimenti dei miei simili segnalando come questo evento stia elettrizzando ciascuno di noi. Per quanto mi riguarda, personalmente, la consapevolezza che questi resoconti sempre più diradati, sempre più diluiti nel tempo stiano a significare un minor controllo sulla missione, un maggiore distacco non solo in termini di lontananza, ma di capacità relazionale interattiva, mi provoca un senso di abbandono, di scoramento. Non hanno senso le vostre risposte se giungono con un ritardo di anni. Troppo esorbitante. Mi spiego meglio: l’elaboratore che ho davanti confeziona il pacchetto di informazioni da trasferire, sia a terra che su Centauri. Ammettiamo di avere un imprevisto che necessiti di una supervisione complessiva più ampia di quella che ci si possa aspettare dalle macchine programmatrici con cui siamo stati equipaggiati: non possiamo aspettare i vostri messaggi prima di prendere delle decisioni. Talvolta é questione di vita o di morte. In questo caso è lecito attendersi una deroga alle normali procedure e di fatto istituire leggi marziali a gerarchia piramidale per far fronte all’emergenza o attenersi a quanto le macchine ci consentiranno di fare rispettando il ruolo di ciascuno? Finora ogni azione concreta è stata concordata dopo la consueta dichiarazione verbale ai potenti e onnipresenti mezzi informatici sul Protervion. Che rappresentano pertanto gli effettivi intermediari tra i membri dell’equipaggio e il comando superiore. Qualcuno di noi, infatti, intende ancora oggi l’entità suprema come staccata dall’entourage medesimo e a sé stante. Qualche altro la considera come derivante dalla sommatoria della globalità degli individui a bordo dell’astronave. Nessuno più la ritiene un’intelligenza artificiale sviluppata esclusivamente dai microprocessori. Per inciso voglio sottolineare che senza questi calcolatori non è possibile alcuna esperienza umana: tutto è guidato e, in un certo qual modo, pilotato. Ciò consente il coordinamento tra di noi umanoidi e il mantenimento dell’ordine civile di fase III, preservandoci dal caos sociale. Ordinaria amministrazione. Ma se a bordo stesse imperversando un’epidemia di encefalite virale? Arrivo subito al punto: tre punti.

Uno: se non fosse solo euforia ciò che sta succedendo?

Due: trattandosi di encefalite virale, come impedire ulteriori contaminazioni?

Tre: non potrebbero essere, invece, quelli tra noi più serafici e imperturbabili a soffrirne, di una forma letargica, intendo?

Le operazioni di riequilibrio gravitazionale e selezione dell’orbita migliore non destano particolari preoccupazioni; per quanto attiene l’infezione, anche l’equipaggio si è accorto che da qualche tempo le alterazioni psichiche vanno ben al di là di possibili variazioni del tono umorale. Sto aspettando i risultati dei test biochimici sul virus e svolgendo test neuropsichiatrici per misurare gli scostamenti significativi dal quoziente intellettivo precedente.

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