Perché è difficile aprire dei corridoi neutrali per portare soccorso e aiuti umanitari presso qualsiasi teatro di guerra? Vediamo un po’… Rappresentano forse, in un’ottica di controllo del territorio, dei settori deboli, sia di accesso che di fuga? La Croce Rossa Internazionale, inoltre, non parteggia per alcuno degli antagonisti, si occupa esclusivamente dei soccorsi. Ragionevole attendersi che ci si approfitti di questa, magari elargendo poi un lauto lascito. In modo analogo sull’astronave spaziale, su Protervion, ci sono corsie preferenziali progettate per raggiungere, con meno difficoltà, i punti nevralgici di controllo, e un dedalo intricato di corridoi e tunnel alla Mario Bros per recarsi ai più disparati vani, dislocati come in un formicaio. L’aspetto interno assomiglia più a un sommergibile che a una nave. Detto questo, risulta comprensibile la fame d’aria, in un ambiente claustrofobico per definizione?
Messere Cervellone ha mantenuto lo stato di allarme #1 pur se ha revocato la legge marziale. Operatività piena al solo personale sanitario. Pertanto l’isolamento assoluto continua. Peggiorando la qualità della vita in chi puntava molto sulla passeggiata quotidiana. Confermo che la giornata ha una durata più lunga che sulla terra, che si dorme di più, ma si devono anche svolgere gli esercizi fisici raccomandati. Che i cibi sono personalizzati sulle esigenze di ciascuno, ma senza farsi illusioni: come in ogni cocktail del Grand Hotel Mare Blu, sono sempre le solite tre miscele che variano in percentuale e colore, determinando i diversi gusti dei settantadue pasti in listino. Che il bagno si è evoluto più del resto: lavaggio a secco in un box doccia dove ci si strofina la superficie del corpo sotto fasci di luce laser, ultrasuoni e flussi d’ozono ad alta pressione. Il problema dei filtri intasati no, non è ancora stato risolto, bisogna ricordarsi di sostituirli, periodicamente, o l’allarme sarebbe scattato bloccando la doccia.
Il passo successivo di Megamind Meningione è stato di sbloccare la sala scafandri; stipati uno per uno in un grande salone dove periodicamente si tenevano le esercitazioni, erano mantenuti carichi e pronti per eventuali emergenze. Come accennato, erano tarati sulla conformazione e sui parametri vitali del soggetto che deteneva il medesimo codice alfanumerico. Le camere adiacenti erano quelle di decompressione, dove si trovavano le sfere. All’equipe medica il compito di distribuire e far indossare le tute spaziali secondo un preciso protocollo, con l’obbligo di rispettare questa progressione: prima le donne in età fertile, poi le bambine e i bambini; quindi i giovani, gli anziani, e da ultimo i contagiati. L’ordine tassativo consisteva nel farli indossare a tutti. E’ stato durante una delle innumerevoli consegne a domicilio che sono apparsi. Se ne stavano a spiare le manovre tenendosi a distanza di sicurezza, vicini vicini, così tanto da sembrare una persona sola. Apparivano e scomparivano a intermittenza, mantenendosi in vicoli bui collaterali. Abituati a vivere come gatti randagi, conoscevano l’intero intrico viario annusandolo. Essendo stati emarginati fin da piccoli, parevano gli unici a non risentire della situazione di emergenza. L’isolamento era la loro condizione normale. Quale euforia? Quale preoccupazione per la malattia? Quali ansietà per lo sbarco? Avete presente dei gattini abbandonati che non si aspettano più alcun aiuto dagli esseri umani? Oppure quando muore prematuramente la loro madre e loro non si schiodano dalla tana cascasse il mondo, in attesa perenne del suo bramoso ritorno? La speranza è l’ultima a morire anche tra gli animali.
Talvolta li si canzonava o apostrofava con appellativi non proprio eleganti: bastardi rognosi; carogne fetenti; luridi vagabondi. Il più delle volte non venivano visti, passavano inosservati, non erano nemmeno degni di attenzione. Qualche altro domandava loro la parola d’ordine o le chiavi dell’autoblindo, quando intralciavano il passaggio, celie da caporale. Al che i tre rispondevano con frasi fuori luogo d’altri tempi: “Cani i mortacci tuoi ”, “Chico de puta madre”, “Governo ladro e mafioso”. Neanche il macchinario pensante sapeva della loro esistenza. Ovvero sapeva e non sapeva. Non essendo stati ancora codificati, praticava un’ampia tolleranza. Precisando meglio: noi umanoidi li trattavamo come delle bestiacce, il cervellone come delle macchine semoventi. Nel trambusto generale a nessuno era venuto in mente di riconsiderare la loro condizione. Macchinette? Scarafaggi? Topastri?
Nemmeno ora il personale sanitario ritenne utile inseguirli per consegnarli alla sicurezza. Inutile tentare di fare indossare loro lo scafandro, non avrebbe dato alcun segnale di compatibilità o connessione. Pensando che il miglior posto dove indirizzarli fosse il più lontano possibile da tutti gli altri membri dell’equipaggio, il dirigente medico intimò loro: Ayran, Salep, Boza, raggiungere immediatamente la sala di decompressione e prepararsi allo sbarco.