Vagava infreddolita e solitaria nella notte per le strette vie della città. Non conosceva ancora la sua meta, ma sapeva che prima o poi qualcosa sarebbe accaduto, che qualcosa sarebbe cambiato. Bastava aspettare.
Lara non aveva paura, anzi fremeva solo all'idea di una scoperta, era una tosta lei. Non si arrendeva per nessun motivo!
La città era scura, senza neanche un lampione ad illuminare le strette vie che percorreva. Le luci delle case attorno erano spente. Non volava una mosca. Quel posto metteva malinconia. L'ultimo autobus della giornata passò di lì, con a bordo quattro-cinque passeggeri, che, stanchi dopo una giornata di lavoro, tornavano a casa dalla loro famiglia. Faceva freddo, era una serata piuttosto umida. Da lontano il suono di un clacson suonava all'impazzata e alla sua venuta spazzò via le foglie secche accartocciate ai bordi della strada lasciando dietro di se un alto polverone. Un cagnolino passeggiava zoppicante sul marciapiede di sinistra, non indossava alcun collare, aveva un pelo raso nero a macchie bianche, forse era un piccolo vagabondo, un vagabondo che si sapeva difendere e che sapeva badare a se stesso. Chissà quante ne aveva passate, ma nonostante tutto era ancora in piedi anche se un po' acciaccato.
Lara camminava al centro della strada, con il suo solito abbigliamento: una maglia a maniche lunghe nera, coperta da un cardigan, che solitamente, quando sentiva piuttosto freddo, avvolgeva alla vita due volte (per quanto era largo) e fermava con una spilla, jeans neri strappati alle ginocchia e un paio di stivali rigorosamente NERI.
"Ma sei andata per caso ad un funerale oggi?"
Spesso è così che le dicevano le sue colleghe di università, ma Lara era fatta così, anche se dentro aveva un mondo a colori da raccontare, preferiva esprimersi così, sperando che un giorno qualcuno si sarebbe accorto, che sotto quegli abiti scuri e tristi, si nascondeva una ragazza tutta da scoprire. Peccato che fino ad allora nessuno mai si era accorto di lei. Non amava trovarsi al centro dell'attenzione, preferiva restare in disparte e piuttosto che parlare le piaceva ascoltare ed era molto brava nel farlo. Infatti quando qualcuna delle sue amiche aveva un problema andava a riferirlo sempre a lei, non a caso scelse la facoltà di psicologia.
Sognava un giorno di poter aiutare le persone meno fortunate di lei, lasciandole parlare. Lara infatti credeva che la PAROLA era fondamentale! L'unico mezzo certo per esprimere un problema, un opinione, se pronunciata con sincerità, senza filtri. Certo, le parole non sono azioni, ma qualche volta una buona parola vale quanto una buona azione. Parlando, una persona è in grado di mettere a nudo la sua anima e anche dietro un "non era quello che volevo dire" c'è un mondo da scoprire, insieme! Nel mondo non si è mai soli. Ci sarà sempre qualcuno pronto ad afferrare la nostra mano. Non serve isolarsi, ci si fa solo del male. La migliore medicina è il dialogo, parlare, incontrarsi e scambiarsi opinioni, semplicemente chiedere aiuto. Tutti abbiamo bisogno di aiuto, ma non tutti sono disposti ad offrirlo e non tutti riescono a mettere da parte l'orgoglio neanche sotto tortura, ed è un peccato, perché facendo così si potrebbe perdere l'unica possibilità, forse, di essere finalmente felici. Ma c'era qualcuno disposto ad aiutare Lara? Rischiare tutto per lei? Standole anche soltanto accanto?Ragazzi spero vi piaccia :) ci tengo tantissimo a questa storia! Sto scrivendo il seguito e fidatevi l'attesa ripagherà! Ci saranno molti colpi di scena, sopratutto uno il più importante! Vi aspetto nei prossimi capitoli ❤️
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I'm not afraid of you
ChickLitLara è una ragazza di 20 anni, ama la vita, la semplicità, ma non tutti riescono a vedere il "mondo a colori" che si nasconde dentro di lei. Tutti, tranne una persona... chi sarà??? La vita di Lara verrà stravolta da un susseguirsi di eventi tutti c...