poesia 17

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Rievoco un ricordo, o un sogno. Apro gli occhi e mi ritrovo nel porticato della villa di nonna, guardo il Moretto davanti a me con i suoi vasi, sento il venticello frusciare fra le foglie della quercia sulla destra e tra le foglie di una pianta vicina a me. Sono su una di quelle sedie a dondolo da cortile. Che dondola piano e lentamente, seguendo quasi il movimento delle foglie.  Non è comoda, ma a motivarmi c'è un cagnetto dal manto castano chiaro e da una coda dalla punta rossastra e pelosa. Come quella di un leone e morbida come un batuffolo di ovatta. È appoggiata con la testa sulla mia pancia , sono girata su un fianco e lei mi lascia appoggiare la testa sulla sua schiena. Il pelo le sta crescendo, e per questo riesco a intrecciarci piano le dita, a giocare con qualche ciocca ed a annusarne il profumo canino. Un profumo che mi sá di libertà e di amore. Quando il cane si gira verso di me lo guardo negli occhi, in quei suoi stupendi occhi castani dalle venature oro. Loro sono  i veri amici del uomo, in questo mondo pieno di falsitá e bugie, loro sono quelli che ti ascolteranno fino alla morte in cambio di solo : cibo, acqua e qualche coccola. Le sorrido, e lei apre la bocca facendo quello che sembra un sorriso
"Torniamo a casa, Kira"

Lei scodinzola e scende. Io la seguo.
Accanto, camminiamo accanto.
Come ogni persona fa con il suo migliore amico....

///Spazio Scrittrice\\
Ho dedicato una poesia al mio cane,Kira.
Come Sombrero, il cavallo che un tempo cavalcavo, mi hanno aiutato a uscire da casini pazzeschi, autolesionismo, bulimia...etc ....etc.
Ricordatevi sempre:
Una musata, una leccata, uno sguardo, una marachella dai nostri amici animali .....
Vale più di mille parole.

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